I buchi neri di Passera e non solo: scudata la sua famiglia, evasore Banca Intesa e ...
Mercoledi 21 Dicembre 2011 alle 18:05Scudo fiscale bis, a 280 spread tra Bund e Btp, crollo Borsa e rivolta sindaci: agguato default
Venerdi 19 Agosto 2011 alle 00:59Scudo fiscale: a rischio la copertura Iva
Domenica 19 Dicembre 2010 alle 23:03Amenduni e Chimento: negati illeciti a Vaduz
Mercoledi 23 Dicembre 2009 alle 20:11
I 55 della lista del Liechtenstein salvati dalla prescrizione e dallo scudo fiscale
E' stata chiesta al Gip di Roma l'archiviazione dell'indagine sulla ‘lista del Liechtenstein', sottratta a Vaduz dall'ex funzionario della banca Lgt Group, Heinrich Kieber, venduta ai servizi segreti tedeschi per 4 milioni di euro e contenente i nomi di 404 titolari di conti correnti che fino al 2002 portarono all'estero i loro risparmi.
La prescrizione intervenuta nel frattempo e l'utilizzo dello scudo fiscale, oltre che l'impossibilità di acquisire l'originale della lista e l'irreperibilità da tempo di Kieber, segnalato in Australia, a cui tramite rogatoria erano state chieste invano notizie, hanno portato alla richiesta di archiviazione il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il sostituto Mario Dovinola, che stavano concentrando gli accertamenti per omessa denuncia o infedele dichiarazione dei redditi su 55 persone, dopo che la procura di Roma aveva trasmesso gli atti a 37 procure (tra cui quella di Vicenza) per indagare sui titolari dei conti che avevano affidato a 157 'blind trust' (fiduciarie, n.d.r.) i loro depositi.
Molti titolari dei conti indagati avrebbero, quindi, già sanato la loro posizione con il fisco con lo scudo fiscale, altri possono beneficiare della prescrizione sotto il profilo penale.
Le somme depositate nel Liechtenstein, a cui pure tramite rogatoria erano state chieste invano notizie sulla lista, variavano da un minimo di 200 mila ad un massimo di 400 milioni di euro.
I conti più ricchi dell'elenco sono quelli dei gruppi farmaceutici Menarini con 476 milioni e Mian per 200 milioni.
Due sono i conti della lista Kieber intestati a vicentini, quelli degli industriali dell'acciaio e finanzieri Amenduni (15.5 milioni) e degli imprenditori orafi Chimento (6.3 milioni), i cui legali hanno dichiarato da tempo che i loro clienti non hanno violato le normative fiscali e finanziarie italiane essendo il fisco a conoscenza delle suddette cifre imponibili.
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Così lontana, così vicina
Sabato 14 Novembre 2009 alle 08:00Vi regaliamo in anteprima le "ciacole" che trovate sul numero 171 di VicenzaPiù, da oggi in edicola a 1 euro.
Quando sono bravi, gli scrittori hanno la capacità di fotografare la realtà con più profondità di giornalisti, sociologi ed altri osservatori. Massimo Carlotto, sulla cui bravura c'è poco da aggiungere, da almeno una decina d'anni racconta il retrobottega meno piacevole del luccicante Nordest. Un retroscena fatto di affari ai confini del lecito (e spesso ben oltre quel confine), di contatti sistematici con la criminalità organizzata, di affari rispettabili finanziati con fiumi di denaro dalla provenienza quantomeno dubbia.
Per chi segue con un po' di attenzione le cronache giudiziarie, non è una novità che anche il territorio del Veneto sia diventato terreno d'azione per le varie mafie, e non solo per quello che riguarda la gestione dello spaccio, della prostituzione o dell'usura. Diverse inchieste hanno portato allo scoperto zone d'ombra anche nella gestione di alcuni appalti o nello smaltimento dei rifiuti. Del resto la logica non fa una piega: se qualcuno ha soldi da investire, lo fa dove l'economia gira. La criminalità organizzata ha denari in abbondanza, e il Veneto era, ed in parte ancora è, uno dei motori della crescita italiana. Ora, complice lo scudo fiscale, da più parti si vocifera di capitali in rientro alla ricerca di sbocchi in cui essere investiti. Prima scelta, l'immarcescibile mattone. Per cui ci sarebbe all'orizzonte l'ennesimo assedio ai piani urbanistici dei comuni. Ci piacerebbe che fossero le solite leggende metropolitane. Temiamo, invece, che dietro le cià cole ci sia il classico fondo di verità . E forse anche qualcosa di più.
50 mila questionari per lo scudo fiscale
Domenica 18 Ottobre 2009 alle 20:50
In questi giorni l'Agenzia delle Entrate sta inviando ad oltre 50 mila italiani che hanno riportato la residenza in Italia nel corso degli ultimi 5, un questionario che permetterà al Fisco di accertare se il contribuente ha ancora immobili, beni o conti bancari all'estero, non dichiarati al rientro nel BelPaese.
"Obiettivo delle raccomandate e' invogliare chi fosse ancora titubante ad aderire allo scudo fiscale" spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini che aggiunge:"nel caso in cui venisse appurato che un contribuente riporta sul questionario una risposta falsa, per lui verrebbe a scattare infatti il divieto di aderire alla sanatoria e l'obbligo di pagare sanzioni pari al doppio della somma dovuta".
L'elenco di questi nominativi e' stato compilato grazie alla collaborazione tra l'Associazione Italiani residenti all'estero (Aire) e il Fisco, con un controllo incrociato dei dati.
Nella raccomandata inviata, il Fisco ha anche inserito un promemoria sulle modalità del rientro dei capitali detenuti all'estero. E', quindi, sottolineato che la possibilità di aderire allo scudo fiscale scade il 15 dicembre 2009. Un termine ultimo per il pagamento del 5% che molti considerano troppo ravvicinato vista la complessità dell'operazione, "ma che e' necessaria allo Stato per riempire le casse pubbliche" fanno sapere dalla segreteria dell'ADICO.
Le stime per lo scudo, in effetti, sono ottimistiche: si parte da una base minima di un rientro di capitali per circa 100 miliardi di euro, fino ad arrivare ad un tetto massimo, forse esagerato, di 300 miliardi di euro.
Una manovra che, tuttavia, pone qualche dubbio per il direttore generale della Banca d'Italia Fabrizio Saccomanni che lancia l'allarme sulle conseguenze dello scudo fiscale: "può avere effetti negativi sugli incentivi dei contribuenti a pagare le imposte in futuro". E chiede interventi in funzione anticrisi a favore di famiglie e imprese: "E' necessaria la definizione immediata di interventi strutturali che assicurino nel medio termine il contenimento della spesa e del debito pubblico", mantenendo "nell'immediato il sostegno alle famiglie e alle imprese".
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Berlato difende lo scudo fiscale
Venerdi 2 Ottobre 2009 alle 20:51Ufficio stampa On. Sergio BerlatoÂ
Sono totalmente fuori luogo le manifestazioni di dissenso dell'opposizione nei confronti dello "scudo fiscale". Data la situazione di difficoltà economica in cui versano le nostre famiglie ed imprese questo provvedimento rappresenta una boccata di ossigeno.
Piuttosto che impegnarsi in ostruzionismi, nella creazione ad arte di teoremi scandalistici contro il Presidente del Consiglio e sceneggiate fuori Montecitorio, sarebbe opportuno che l'opposizione entrasse in aula per discutere con la maggioranza le modalità con le quali saranno reinvestite nel tessuto socio-economico le risorse che deriveranno dal provvedimento. Soprattutto nella nostra Regione ci sono migliaia di imprese e lavoratori in sofferenza che hanno bisogno di atti concreti ed immediati. Questa necessità mal si concilia con lo sterile, immotivato e perpetuo dissenso del centro-sinistra.
Il Presidente Napolitano è uomo onesto che ha dato prova di grande responsabilità e mi auguro che la sua firma sul Decreto ponga fine ad ogni polemica strumentale. Attaccare questo governo, che fin' ora più di ogni altro si è impegnato per consentire al nostro paese di uscire dalla crisi, non è la soluzione ai problemi del paese.
On. Sergio Berlato
Vice Capo Vicario della delegazione italiana del PPE
Vice Coordinatore Vicario del PDL della provincia di Vicenza