Categorie: Banche, Economia&Aziende
Mercoledi 5 Ottobre 2016 alle 10:59
La
Guardia di Finanza di Vicenza agli ordini del colonnello Sciaraffa e del tenente colonnello Dametto, affiancata per le necessarie competenze dalla
Valutaria di Roma, starebbe valutando rapporti, spesso intrecciati, fra i grandi azionisti e la
Banca Popolare di Vicenza ai tempi in cui la gestione dell'ex presidente
Gianni Zonin con una mano dava "affidamenti" e con l'altra prendeva "sottoscrizioni di azioni" il tutto in una catena di favori reciproci, da quelli finanziari fino all'infuenza assembleare. Intanto
Il Giornale di Vicenza continua anche con la nuova direzione a sostenere erroneamente (e maliziosamente?) che sia ascrivibile a questi grandi azionisti «
la massa più cospicua del "buco"» della
BPVi, mentre a qualche centinaia di milioni di questo tiopo corrispondono quasi sei miliardi di "espropriazione" dei risparmi e degli investimenti degli altri 118.000 soci, tra cui moltissimi piccoli e numerosi "medio piccoli" e "medi".
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Categorie: Banche, Economia&Aziende
Domenica 25 Settembre 2016 alle 13:21
"Il numero uno dell'istituto di credito berico esce allo scoperto e indica quella che ritiene la strategia più efficace per ripartire. Ma Atlante non ha deciso. «La fusione è la soluzione migliore» «Da BpVi e Veneto Banca può nascere un gruppo integrato: se andasse in porto terrei il loro nome. I piccoli soci danneggiati? Verremo loro incontro»: questi sono l'occhiello, il titolo e il sommario dell'intervista concessa da Gianni Mion, presidente della Banca Popolare di Vicenza, al GdV (Il Giornale di Vescovi) del direttore ad interim Marino Smiderle, il collega "esperto di economia" che per anni ha osannato un altro presidente, Gianni Zonin, e i suoi compagni di... Cda. Da un po' la BPVi non ci dà più accesso alle sue informazioni ufficiali (ne abbiamo informato l'Ordine dei Giornalisti del Veneto e il Sindacato dei Giornalisti del Veneto), dopo il grande successo del nostro libro "Vicenza. La città sbancata", che ha raccolto 6 anni di articoli pubblicati fin dal 13 agosto 2010 da VicenzaPiù e mai scritti su Il Giornale di Vicenza.
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Categorie: Banche, Economia&Aziende
Lunedi 19 Settembre 2016 alle 22:35
«
Con la sintesi che impone lo strumento di Twitter» , l'ex presidente del Consiglio e allievo di Andreatta, Enrico Letta, scrive oggi
Carlo Tecce su
Il Fatto Quotidiano,
«ha condensato in poche battute l'acuminato pensiero di Ferruccio de Bortoli: "Su vicende bancarie, Etruria, Siena, si sente odore di massoneria"». L'affermazione del giornalista che per dodici anni ha diretto
il Corriere della Sera, fissata,
«non è un dettaglio» sottolinea Tecce,Â
«in cima al suo (di Letta, ndr) profilo ufficiale di Twitter... per salvare la denuncia dal vortice dei cinguettii domenicali...», ci porta a riferirvi una domanda, che in silenzio e da tempo molti, non inesperti di cose bancarie locali, si fanno e per la quale si legge la risposta nelle loro espressioni e in qualche allusione che, girandoci la domanda retorica, ci indirizzano: «
Ma un qualche odore di massoneria non si sente anche sulla Banca Popolare di Vicenza di Gianni Zonin?».
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Categorie: Economia&Aziende
Venerdi 12 Agosto 2016 alle 10:39
Niente pausa di Ferragosto in Procura a Vicenza per l'inchiesta, con nove indagati, su Popolare di Vicenza. Dopo i primi interrogatori, a luglio, di alcuni di loro - tra cui l'ex direttore generale Samuele Sorato e l'ex presidente di Confindustria Vicenza, Giuseppe Zigliotto, che hanno fatto scena muta, e il presidente di Confindustria Veneto, Roberto Zuccato, presentatosi sua sponte - ora a sfilare non sono gli altri indagati (con cui si riprenderà probabilmente a fine mese), ma le persone informate sui fatti. Ad oggi ne sarebbero state sentite circa 2.500.
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Categorie: Economia&Aziende
Sabato 6 Agosto 2016 alle 10:28
«A Vincenzo non sono rimasti neppure i soldi per comprarsi il latte». La battuta è di un amico della famiglia Consoli ma rende l'idea. Il messaggio che viene fatto filtrare dalla villa di Vicenza - dove da martedì l'ex direttore generale di
Veneto Banca è rinchiuso ai domiciliari - con il passare dei giorni si fa sempre più chiaro: dopo la caduta, il re è stato spogliato di tutto, non resta più nulla da sequestrare.
L'hanno chiarito, in serata, anche i suoi avvocati con una breve nota: «Il ragionier Consoli comunica di avere due soli conti correnti e deposito titoli: uno in Veneto Banca e un secondo in Banco Popolare entrambi oggetto di sequestro. Egli quindi non possiede alcun altro conto corrente o deposito titoli in altre banche italiane o estere, e sfida chiunque a provare il contrario».
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Categorie: Banche, Economia&Aziende
Venerdi 5 Agosto 2016 alle 10:10
Potrebbe rivelarsi come la classica pietra che, una volta tolta, rischia di far crollare tutto il castello. La pietra d'inciampo sulla costruzione dell'inchiesta della
Procura di Roma su
Veneto Banca, per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, che ha condotto agli arresti domiciliari lo storico manager di Montebelluna
Vincenzo Consoli, riguarda ancora una volta le «baciate». In termine tecnico, il capitale finanziato, ovvero i prestiti che la banca ha concesso per comprare, in tutto o in parte, le proprie azioni. Fatto in partenza vietato dal codice civile, secondo la linea della Procura di Roma; che invalida i prestiti e il capitale costituito a quel modo, e regge quindi a cascata i dati gonfiati che costituiscono la base dell'aggiotaggio e dell'ostacolo alla vigilanza.
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Categorie: Banche, Economia&Aziende
Venerdi 5 Agosto 2016 alle 09:53
Finanziamenti di
Veneto Banca come «contropartita» e, sullo sfondo, l'operazione che portò
Banca Intermobiliare nell'alveo di Veneto Banca. Eccolo, il famoso «piacerino» che, secondo la
procura di Roma, avrebbe permesso a
Vincenzo Consoli di parcheggiare qualcosa come 15 milioni di euro in bond, attraverso una cessione fasulla. Ma l’ex Ad dell’istituto di Montebelluna, l’operazione è un ricordo quantomeno confuso. L’ha spiegato lui stesso ai magistrati che lo hanno interrogato il 29 settembre dello scorso anno. Il pm
Francesca Loy lo incalza sui finanziamenti-fotocopia concessi a
Pietro d’Aguì e a un altro socio di Bim,
Gianclaudio Giovannone. «Il piacerino le dice niente?», chiede il magistrato.
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Categorie: Fatti, Economia&Aziende, Giudiziaria
Martedi 2 Agosto 2016 alle 15:30
Da quando sono cominciati ad emergere i problemi di
Veneto Banca e, poi, quelli della
Banca Popolare di Vicenza è indubbio che siano apparsi chiari i pesi diversi, giudiziari e mediatici (almeno per quanto riguarda il "giornale unico" confindustriale di Vicenza), applicati in maniera decisamente punitiva ma corretta, visto il flop finale da 5 miliardi per 90.000 soci più l'indotto per il territorio, con l'istituto montebellunese guidato da
Vincenzo Consoli e con toni soft ma decisamete inadeguati con la
BPVi, il cui disastro è costato oltre sei miliardi a oltre 118.000 soci più, sempre, l'indotto per le aree interessate. Eppure i fatti della Popolare di Vicenza, che abbiamo raccontato con una serie di articoli dal 13 agosto 2010 sulle crepe crescenti della Popolare vicentina e una cui selezione è ora raccolta nel nostro libro di successo "
Vicenza. La città sbancata", sembrano una copia carbone di quelli di Veneto Banca.
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Categorie: Politica
Sabato 11 Dicembre 2010 alle 02:00
Rassegna.it -
La procura di Roma apre due fascicoli a carico di ignoti. La decisione dopo l'esposto dell'Idv. Fini commenta lo "shopping" dei deputati in vista del 14 dicembre: "E' iniziato il calciomercato". Famiglia cristiana: "Peggio di Tangentopoli" La procura di Roma ha aperto un fascicolo processuale sulla vicenda della presunta compravendita di parlamentari. Lo riferiscono fonti di agenzia. L'iniziativa nasce ad un esposto fatto oggi (10 dicembre) da Antonio Di Pietro.
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