BPVi, Matteo Marzotto ascoltato per 2 ore in procura a Vicenza
Venerdi 12 Agosto 2016 alle 10:39 | 0 commenti
Niente pausa di Ferragosto in Procura a Vicenza per l'inchiesta, con nove indagati, su Popolare di Vicenza. Dopo i primi interrogatori, a luglio, di alcuni di loro - tra cui l'ex direttore generale Samuele Sorato e l'ex presidente di Confindustria Vicenza, Giuseppe Zigliotto, che hanno fatto scena muta, e il presidente di Confindustria Veneto, Roberto Zuccato, presentatosi sua sponte - ora a sfilare non sono gli altri indagati (con cui si riprenderà probabilmente a fine mese), ma le persone informate sui fatti. Ad oggi ne sarebbero state sentite circa 2.500.
Ieri è toccato a Matteo Marzotto, entrato per coopotazione nel cda della banca il 2 dicembre 2014, rimanendovi fino al recente avvicendamento con il board indicato dal fondo Atlante. La presenza del presidente di Fiera Vicenza davanti all'ufficio del sostituto procuratore Luigi Salvadori non è passata inosservata. A tu per tu con il magistrato contitolare (assieme al collega Gianni Pipeschi) dell'indagine per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, Marzotto, valigetta al seguito, è rimasto per due ore e mezza. Avrebbe riferito delle dinamiche interne al cda della banca, dalla sua nomina all'aprile 2015, quando venne fissato il primo taglio di prezzo delle azioni, da 62,5 a 48 euro. Ricostruzione, quella di Marzotto, fatta da chi era arrivato quando il grosso erà già stato fatto. «Non posso dire nulla», si è limitato a dire all'uscita.
Intanto, sul fronte dell'inchiesta della Procura di Roma su Veneto Banca, dopo lo scossone della scorsa settimana, con l'arresto dell'ex manager Vincenzo Consoli, ai domiciliari nella sua villa di Vicenza, va registrata la presa di posizione di Pietro D'Aguì, il finanziere piemontese ex Ad di Banca Intermobiliare, indagato per una presunta operazione di portage su un bond di Veneto Banca. D'Aguì si è detto «fiducioso che l'indagine contribuisca a chiarire la sua totale estraneità agli illeciti di Veneto Banca e a far luce sulle gravissime inadempienze contrattuali, i torti e gli illeciti subiti da Veneto Banca a partire dall'acquisizione di Bim». L'inchiesta riguarda la vendita di 7,5 milioni di obbligazioni Tier 1 a Veneto Banca nel luglio 2013. E fa riferimento «ad un'operazione - sostiene D'Aguì - di acquisto a fine 2008». Transazione che, conclude il finanziere, «non ha prodotto nemmeno un centesimo di guadagno».
di Benedetta Centin, dal Corriere del Veneto
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