Sei anni e 4 mesi di carcere. È la richesta del pm di Milano Isidoro Palma per Paolo Scaroni (nella foto), ex numero uno di Eni (in città è presidente dell'Istituto di Storia di Vicenza, ndr), tra gli imputati per corruzione internazionale al processo in corso a Milano con al centro le presunte tangenti pagate in Algeria in cambio di appalti. Chiesti anche 900 mila euro di sanzione per la stessa Eni e per Saipem, alla sbarra in qualità di enti, e 8 anni per Farid Noureddine Bedjaoui, fiduciario dell'allora ministro algerino dell'energia, ritenuto con il suo entourage il destinatario delle mazzette.
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L'anno di attività 2018 della Fondazione di Storia di Vicenza sarà ufficialmente aperto venerdì prossimo, 26 gennaio, alle ore 16,00, dal presidente Paolo Scaroni e da Marcello Verga, presidente del Comitato Scientifico. La prolusione, che avrà luogo nella sede della Fondazione, a palazzo Giustiniani Baggio, in contrà S. Francesco, 41, sarà tenuta quest'anno da Guglielmo Barone dell'Ufficio Studi di Banca d'Italia. Decisamente d'attualità il tema al centro del dibattito: "L'Italia è mobile? Ricambio intergenerazionale e società nel Belpaese".
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Dopo lo scontro troppo aspro (mah?) tra Jacopo Bulgarini d'Elci e Otello Dalla Rosa, con Giacomo Possamai vero gentleman distaccato, al pre lancio e al lancio delle primarie della coalizione di centro sinistra, scontro verbale così feroce e rumoroso che neanche le bombe dell'Isis..., è arrivato giorni fa, il 6 5 ottobre, il "sedativo" di Tommaso Ruggeri, come ha ha raccontato al GdV in esclusiva proprio lui, neo presidente della comitato di garanzia delle primarie. Leggiamo sul GdV del 6 ottobre cosa ha detto il presidente e lo sintetizziamo : "non volevo che uscisse la notizia del mio incontro con i candidati ma qualche spione, uno dei tre candidati, lo ha avvisato, sono stato chiamato di sera e allora gliel'ho detto al suo collega che quei cattivoni di Bulgarini e Dalla Rosa li ho scudisciati a dovere...".Â
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Ieri le dimissioni improvvise dal Cda della Popolare vicentina di un consigliere di peso e esperienza come Francesco Micheli (la risposta pervenutaci in tarda mattinata di ieri della BPVi ha solo confermato quanto da noi scritto e non ha fatto chiarezza su nulla), domani, sabato 18 marzo, ancora "porte aperte" nelle filiali della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca sotto il mirino delle associazioni di Don Torta (stalking?) ma pronte all'ultima caccia al socio aderente nell'operazione "perdita sicura" (l'85% del valore dei titoli e la contestuale rinuncia a perseguire i colpevoli se si aderisce all'Offerta Pubblica di Transazione, Opt) per la quale, lo ha appena comunicato, la banca, «alla data odierna si sono registrate 65.505 Manifestazioni di Interesse, pari al 68,8% delle azioni oggetto del perimetro, a fronte delle quali sono stati già sottoscritti 52.865 accordi transattivi, pari al 49,6% delle azioni in perimetro».
Opl 245 è la sigla di un immenso campo d’esplorazione petrolifera in terra nigeriana. I diritti di cercare lì il petrolio sono stati acquisiti nel 2011 dall’italiana Eni e dalla olandese Shell. Ma Opl 245 è anche l’incubo che da qualche anno tormenta i sonni dei manager ai vertici dell’Eni, indagati per corruzione internazionale, che ora tremano pensando alla prossima primavera, quando il governo dovrà riconfermarli oppure mandarli a casa. Ieri la Procura di Milano, a poco più di un mese dalla chiusura delle indagini, ha chiesto il rinvio a giudizio: siano mandati a processo l’amministratore delegato Claudio Descalzi, il suo predecessore Paolo Scaroni e altre nove persone, manager della compagnia petrolifera come Roberto Casula e Vincenzo Armanna e mediatori dell’affare, come Luigi Bisignani, Gialuca Di Nardo, Gianfranco Falcioni e Ednan Agaev.
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Prima pubblicazione ore 16.30. Aggiornamento alle 18.00 con il comunicato di Poste Italiane che pubblichiamo a seguire*sulla questione del Fondo Immobiliare IRS
Dopo l'analisi sulla situazione post offerta di transazione della Banca Popolare di Vicenza, l'intervista di VicenzaPiùTv a Franco Conte, presidente di Codacons Veneto, affronta anche lo scandalo del buco di circa 850 milioni nei confronti dei risparmiatori postali che hanno acquistato quote di fondi immobiliari. Una vicenda con un risvolto locale anche a Vicenza e che potrebbe rivelarsi un'altra valanga bancaria in arrivo, con sportellisti divenuti psedo esperti finanziari: un altro caposaldo, quello degli uffici Postali, che rischia di crollare. Dopo i crac bancari dei mesi scorsi, sullo scandalo delle Poste inizialmente ne hanno parlato tutti i media, ma poi è calato il silenzio, come per il caso del presunto miliardo di tangenti pagate dall'Eni, un'inchiesta della magistratura seguita in questi giorni solo da Il Fatto Quotidiano, nella quale è coinvolto anche il vicentino Paolo Scaroni.
Claudio Descalzi aveva capito che dietro il giro di intermediari intorno al grande affare del giacimento nigeriano Opl 245 acquistato nel 2011 per 1,3 miliardi c'era odore di tangenti, ma non sapeva come arginare il suo capo di allora, Paolo Scaroni (notissimo manager vicentino già coinvolto in altre vicende e dal 10 ottobre nominato presidente dell'Istituto per le ricerche di storia sociale e religiosa di Vicenzasoprattutto, come scriveva la nota ufficiale, per "la necessità di ricercare un'adeguata continuità di sovvenzioni economiche"..., ndr), e il mediatoreLuigi Bisignani.
«Il 2 febbraio a palazzo Trissino viene recapitata una lettera di Icomos, organizzazione non governativa che è il braccio operativo dell'Unesco e che alla luce di una serie di denunce partite da alcune associazioni del territorio, chiede lumi al Comune rispetto all'impatto di tre opere: la base Del Din, il complesso di Borgo Berga e il futuro passaggio dell'alta velocità », è così che sul GdV del 22 dicembre 2016 ci ricorda il "caso" della possibile "espulsione" di Vicenza dalla lista dei beni "Patrimonio dell'umanità " della stessa Unesco Nicola Negrin, che riferisce nello stesso giornoi della reazione virgolettata e, a dir poco, infastidita del vice sindaco "competente" al problema Jacopo Bulgarini d'Elci: «Taluni esponenti del comitati agiscono come dei menagramo. Alcuni si augurano apertamente che Vicenza finisca fuori dall'Unesco. Ecco, chi dice una cosa del genere ai miei occhi è un criminale».
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