Vogliamo confermare al presidente Luca Zaia che Miteni, come dice la nota che qui pubblichiamo, continuerà a collaborare con le istituzioni per ogni approfondimento o accertamento riguardante la caratterizzazione dei terreni. Dal 2014 l'azienda ha realizzato, sotto al supervisione e indicazione di Arpa Veneto, oltre 70 carotaggi per analizzare il terreno dello stabilimento e altri 16 carotaggi all'esterno dell'impianto secondo un piano di valutazione condiviso con l'agenzia regionale. Siamo a completa disposizione degli organi ambientali e di controllo per un pieno accesso ai nostri terreni nello spirito di collaborazione che ribadiamo.
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In relazione alla problematica dell'inquinamento da sostanze perfluoro-alchiliche (Pfas), la giunta regionale ha appena adottato un provvedimento con cui dà incarico ad ARPAV di approfondire, in tempi rapidi, con una indagine di massimo dettaglio, lo stato della contaminazione di tutte le matrici ambientali coinvolte nell'area in cui insiste l'azienda Miteni a Trissino (Vicenza). Lo ha reso noto oggi il presidente della Regione Luca Zaia in occasione del sopralluogo al cantiere per la realizzazione del bacino di laminazione nel territorio del comune vicentino.
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La Regione Veneto annuncia un simposio scientifico internazionale il 22 e 23 febbraio a Venezia, "due giornate importanti per la determinazione, sul piano esclusivamente e rigorosamente scientifico - scrive la regione in un comunicato che pubblichiamo a seguire -, di molti aspetti della dibattutissima vicenda dell'inquinamento da Pfas, che ha interessato una vasta area del Veneto, e in particolare gli oltre 80 mila abitanti residenti in 23 Comuni delle Province di Vicenza, Verona e Padova". Nel frattempo non si sopiscono le reazioni alla relazione del prof. Angelo Moretto a Montecchio Maggiore che, per conto della Miteni, il 15 febbraio scorso ha esposto le sue valutazioni a una platea purtroppo caratterizzata da molte assenze degli amnmistratori locali (qui i nostri due video mentre la versione integrale è anche visibile su VicenzaPiu.Tv o dall'omomina App). Continua a leggere
Sul caso Pfas un fatto, che nessuno sottolinea perchè tragicamente tipico in questa Italia in dissoluzione se non nei proclami che ci dispensano "ogni altro giorno" i premier rottamandi e post Dalema alla Matteo Renzi, i governatori di regione scivolosi e post Galan alla Luca Zaia e i sindaci e presidenti di provincia "ignoranti" (del flop BPVi, del fumo di Matteo Quero e dei silenzi omertosi di Antonio Bortoli) e post Hüllweck e Schneck alla Achille Variati, è l'assenza di una voce forte e attendibile, quella delle Istituzioni, che dicono, blaterano e si rimbalzano le responsabilità , se ne hanno, o amplificano i timori della gente, se ce ne fosse motivo. Premier, governatori e presidenti di provincia non fanno nulla o non fanno abbastanza in base a dati scientifici e a leggi certe per evitare o gestire i problemi, se ci sono, per smentirli, se non ci sono, per zittire, se sbagliano, o dar voce, se hanno ragione, ai loro colleghi politici, esperti in tutto, dalla finanza all'inquinamento, ma, comunque, sempre in ritardo sui fatti e sempre all'inseguimento della pancia della gente.
Eliminare o, comunque spostare dalle zone di ricarica della falda, le «fonti» di inquinamento dell’acqua potabile: la Regione approva la nuova norma tecnica. La modifica al Piano Tutela Acque è stata confermata dalla Commissione ambiente regionale e per la consigliera veneta Cristina Guarda potrebbe riguardare strettamente il Vicentino: «Il riferimento è abbastanza esplicito, per Pfas e Miteni» dichiara l’esponente della Lista Moretti. Mentre l’assessore veneto all’Ambiente, Giampaolo Bottacin, ribadisce che si tratta di un provvedimento generale: «Non riguarda casi specifici, inoltre la Regione non ha poteri di spostare o far chiudere attività ».
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"Secondo gli studi, i Pfas a catena lunga non provocano danni all'uomo, per quelli a catena corta non ci sono dati sufficienti, ma tendo ad escluderlo". La rassicurazione arriva dopo circa un'ora dall'inizio dell'incontro dedicato agli amministratori dell'ovest vicentino, organizzato dalla Miteni a tenutasi nella sede della Confindustria di Montecchio e che verrà proposto in versione integrale (e trasparentemente) su questo sito. A parlare è il professore Angelo Moretto, esperto di fama internazionale di cui presentiamo il curriculum in fondo* e su cui si sono abbattute polemiche da parte di "esperti"... politici, tutte da verificare, per la "colpa", secondo loro e secondo i media che acriticamente le hanno riprese, di aver presentato studi sul complesso caso dell'Ilva. Anche il caso Pfas è complesso e delicato per le implicazioni sanitarie e lavorative per cui riportiamo i contenuti dell'incontro di ieri cercando di attenerci alal cronaca, pubblicando più tardi il video completo, dando spazio, come sempre, a chi volesse confermare o obiettare ma inviando a quell'equilibrio che è indispensabile in questi casi per trovare e percorrere starde risolutive di un problema che, comunque, esiste.
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Cento persone fuori a contestare, solo undici amministratori (fra cui i sindaci di Zermeghedo, Sovizzo e Montorso) dentro la sede di Confindustria di Montecchio Maggiore. Il seminario organizzato ieri sera dalla Miteni, l’azienda di Trissino con 9 dirigenti indagati per l’inquinamento delle falde da Pfas, si risolve in un mezzo flop. Dentro, Angelo Moretto, professore associato di diritto del lavoro all’Università di Milano e già in passato consulente della Miteni, relaziona sulle sostanze perfluoro alchiliche , sostenendo che «la loro tossicità non è provata».
"Si monitora solo la Miteni o vengono monitorate anche le altre realtà inquinanti? Vengono controllati anche altri inquinanti come il cromo esavalente?". A domandarlo, con un'interrogazione a risposta scritta presentata oggi alla Giunta Regionale, sono i consiglieri tosiani Giovanna Negro, Stefano Casali, Andrea Bassi e Maurizio Conte. "Da mesi la problematica dell'inquinamento derivante dai Pfas è all'attenzione della pubblica amministrazione - scrivono i tosiani - e preoccupa i veneti, dal momento che ad oggi ancora non ci sono precise indicazioni sulle conseguenze per la salute derivanti da questa forma di inquinamento. Documenti pubblicati da Arpav, ma anche da soggetti terzi, indicano che non c'è solo la Miteni spa con lo scarico del collettore Arca al depuratore di Trissino ad aver negli anni scaricato Pfas, ma ‘contributi minori' vengono dagli scarichi dei depuratori di Arzignano, Montebello Vicentino e Lonigo, più in generale del Bacino del Brenta".Continua a leggere
Stiamo approfondendo i contenuti della relazione della commissione parlamentare ma già dalla prima lettura appare evidente che si tratta di un documento incompleto, privo di rigore scientifico che porta ad evidenti contraddizioni e a una approssimazione inaccettabile quando si affronta un tema così complesso e rilevante. Nel documento viene ad esempio contestato a Miteni di non avere fornito i dati personali degli esami dei lavoratori nello studio del Prof. Costa. Il motivo è semplice, si legge in una nota: la commissione non ha mai chiesto i dati all'azienda e nemmeno l'ha mai convocata. Dati che sono stati sempre forniti alle ULSS locali. Se la commissione li avesse richiesti, secondo le norme previste, li avrebbe ottenuti immediatamente visto peraltro che gli enti preposti già ne sono in possesso.
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