Non voto più, me ne vado è il titolo della serata di approfondimento sociopolitico che si terrà giovedì 23 novembre al Centro Culturale San Paolo di Vicenza (Viale Ferrarin 30) alle ore 20.30. Interverranno Vincenzo Scotti (già parlamentare e ministro degli interni), Marco Almagisti (docente di scienze politiche all'Università di Padova) e alcune classi di studenti del Liceo Quadri di Vicenza. La serata sarà introdotta da Raffaele Consiglio (segretario generale CISL Vicenza) e sarà moderata da Andrea Frison, giornalista del settimanale diocesano La Voce dei Berici. La disaffezione al voto, soprattutto da parte dei giovani, provoca seri interrogativi sul futuro della nostra democrazia.
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Il referendum sull'autonomia del Veneto previsto per il prossimo 22 ottobre sta suscitando un certo dibattito anche all'interno della chiesa vicentina. Per questo motivo il settimanale diocesano La Voce dei Berici in collaborazione con il Centro Culturale San Paolo, il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale di Vicenza, il Laboratorio Cittadinanza Attiva dell'Azione Cattolica diocesana e l'Associazione Non Dalla Guerra propone una serata di dibattito pubblico sul tema "Votare o non votare? Per quale autonomia?".
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"Sorprendono sempre di più le periodiche e sterili polemiche da parte delle associazioni disarmiste, animaliste e della Curia di Vicenza, che ormai ogni anno accompagnano la manifestazione HIT Show di Vicenza, la quale al contrario riscuote sempre più successo con un pubblico in continua crescita", scrive il Comitato Direttiva 477, associazione per la tutela dei diritti e dei legittimi interessi dei detentori legali di armi, in un comunicato, che di seguito pubblichiamo, a firma di Giulio Magnani e relativo alle polemiche sulla manifestazione HIT Show 2017. Quest'anno, come già l'anno scorso - prosegue la nota -, la scusa è stata la presenza dei bambini e la possibilità che essi possano maneggiare armi. Nulla di strano per chi, al contrario, frequenta o conosce l'ambiente: già dai dieci anni è possibile iscriversi ad una sezione del TSN, non si capisce come mai non si potrebbe visitare una fiera in cui sono esposti gli strumenti che già si possono utilizzare nelle strutture dello Stato.
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A Vicenza, dall’11 al 13 febbraio, si svolge l’unica fiera dell’Unione Europea in cui i ragazzini possono entrare e ammirare le novità in fatto di armi e munizioni, con tanto di «spazio esperienziale». A nulla sono valse le proteste della Diocesi, delle associazioni pacifiste e del mondo cattolico (dall’Azione Cattolica alle Acli, da Pax Christi all’Associazione Papa Giovanni XXII). È il mercato, bellezza! Sì, infatti la città veneta incassa ospitando «i top brand del settore armi e munizioni», mirando «a diventare l’appuntamento di riferimento in Italia e in Europa per il comparto armiero made in Italy».
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Facendo zapping sulle varie reti nazionali siamo incorsi in una selezione di fattacci raccontati da Piazza Pulita, tra cui gli immancabili dipendenti pubblici, questa volta del Comune di Roma, che vanno a fare spesa durante l'orario di lavoro, i presidenti di coop di accoglienza di Benevento che fanno soldi con l'accoglienza e prelati del Vaticano con i super appartamenti che non fanno neanxeh l'elemosina ai poveracci che si proteggono sotto gli scaloni delle loro ricche residenze? "Che vergogna!" direbbe l'assessora vicentina che l'altro giorno, spalleggita da un consiglieer ex assessore, ha risposto al nostro invito a lottare contro la corruzione che fa sempre di più da cupola a Vicenza e a prendere, quindi, posizione netta contro la vergogna della BPVi di Gianni Zonin con questa frase: "ma pensi alla corruzione di Roma!".
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Il vescovo di Vicenza, Monsignor Beniamino Pizziol, venerdì scorso, 8 apprile, riferendosi alla "crisi" della banca Popoalre di Vicenza ha dichiarato "i responsabili devono porre rimedio a tale dissesto e restituire il denaro!". Sappiamo tutti, o quasi, che la Chiesa è attraversato anch'essa sa sussulti di speculazioni e da conati di ricchezza contro cui papa Ratzinger si è dimesso per lanciare un messaggio di una forza sovrumana che ha raccolto con altrettanta determinaziona Papa Francesco. Ma evidentemente non deve pensarla così Giuseppe Sartori, un lettore della stampa amica, della Banca Popolare di Vicenza dal 1867 ci dicono, che ha inviato una lettera pubblicata lì sabato a tutta pagina (e per giunta di fronte alla rubrica più letta, quella degli annunci funebri) e che qui riprendiamo per proporla anche ai nsotri lettori.
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Mario Gerevini su Il Corriere della Sera ("Popolare Vicenza, maxi bonus al vertice. A Iorio «una tantum all'ingresso». I soldi persi dall'ex calciatore Guidolin e dalla Diocesi, la mappa dei soci") dà man forte alle nostre rivelazioni sui soci top 999 della BPVi
L'allenatore ed ex calciatore Francesco Guidolin, oggi in Premier League alla guida del Swansea; l'ente ecclesiastico Provincia Veneta dell'Ordine dei Servi di Maria»; l'imprenditore montenegrino Franjo Ljuljdjuraj, patron di Valtur; la Diocesi di Vicenza; l'imprenditore dell'arredamento Piergiorgio Cattelan; le misteriose finanziarie lussemburghesi Makalu, Broom e Jupiter. Diversi tra loro ma tutti legati dalla sfortuna di essere azionisti, chi più chi meno, della Banca Popolare di Vicenza. Alziamo il velo sul libro soci, mentre la relazione sulle remunerazioni 2015 conferma il maxi stipendio da un milione all'ex presidente Giovanni Zonin. Il nuovo amministratore delegato Francesco Iorio, in carica dal primo giugno, ha ricevuto 878mila euro di fisso e una «una tantum all'ingresso» (in pratica una «buonaentrata») di 1,8 milioni. Il licenziato ex ad Samuele Sorato ha preso 600mila euro più 2 milioni per la «risoluzione del rapporto».
Tra "le più truffate" tra le istituzioni che hanno scopi statutari genericamente "a fin di bene" e perciò dovrebbero essere state "clienti" trattati almeno con un minimo di "decenza" da chi ha invece piazzato nei loro portafogli azioni a estremo rischio come quelle della Banca Popolare di Vicenza apparivano finora, mediaticamente, la Fondazione Roi, che ha visto di fatto azzerarsi il controvalore di oltre 510.201 azioni che a 62,50 euro fanno 31.887.562 euro, la più piccola Fondazione Mioni (1.437.780 euro per 23.190 titoli) e la "familiare" Fondazione Emanuela, Luigi e Maria Dalla Vecchia (in pancia 15.695 azioni peri 979.750 euro svaniti). Ma dai "cattivi consigli" e dal flop della azioni della BPVi, oltre ai circa 117.000 piccoli risparmiatori che hanno visto diventare di fatto carta straccia le azioni emesse da un istituto che loro ora chiamano spesso "Banda Popolare di Vicenza", non si è salvata neanche la Diocesi di Vicenza.
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Oggi presso la sede de La Voce dei Berici il direttore Lauro Paoletto, il suo editore, il vescovo di Vicenza Mons. Beniamino Pizziol, e Tommaso Carrieri del progetto "Non dalla Guerra†sui profughi siriani hanno presentato le iniziative con cui verranno festeggiati venerdì 2 ottobre al Palazzo delle Opere Sociali i primi 70 anni del settimanale cattolico di Vicenza, nato nel 1945 come La Verità per poi dopo due anni prendere il nome attuale.