Gli anziani dell'Ipab incontrano i robot del Rossi
Martedi 5 Febbraio 2013 alle 17:19Efficienza energetica, venerdì workshop all'Itis Rossi
Lunedi 23 Aprile 2012 alle 14:04Organizzato in collaborazione con il Comune di Vicenza, il seminario intende fare chiarezza sui nuovi regolamenti in discussione tra Commissione Europea e Paesi membri, che introdurranno nuovi obblighi, necessità ed opportunità per tutti gli attori coinvolti: produttori, installatori, grossisti, professionisti del settore, ma anche sistema educativo e consumatori. Continua a leggere
Antonio Giuriolo nel centenario della nascita
Lunedi 5 Marzo 2012 alle 23:05Il 12 febbraio 2012 è stato il centenario della nascita di Antonio Giuriolo, rara, limpida figura di uomo di cultura e di azione, antifascista e maestro della schiera dei "piccoli maestri", esponente del partito d'azione e combattente partigiano nel Bellunese e sull'Altopiano di Asiago, morto in battaglia sull'Appennino emiliano nel dicembre 1944 e insignito della medaglia d'oro al valor militare. Continua a leggere
Fondazione ITS Meccatronico, assemblea ordinaria lunedì all'Itis Rossi
Sabato 28 Gennaio 2012 alle 09:51IlRossiperVicenza: gli studenti del Rossi incontrano il mondo del volontariato
Mercoledi 26 Ottobre 2011 alle 19:31Shell Eco Marathon: pochi giorni alla finale europea, c'è anche l'Itis Rossi di Vicenza
Giovedi 19 Maggio 2011 alle 16:34
Shell Eco Marathon - Debutta la classe E-mobility alla Shell Eco-marathon Europe. Mancano pochi giorni alla finale di Lausitz, in Germania
C’è grande entusiasmo tra i 212 team di studenti che parteciperanno alla finale della Shell Eco-marathon Europe, in programma sul circuito EuroSpeedway di Lausitz, in Germania, dal 26 al 28 maggio 2011. Tutti i veicoli in gara hanno un unico obiettivo: percorrere la maggior distanza possibile con la minore quantità di carburante.
Continua a leggereRoboCup Junior Italia in Fiera col Rossi
Domenica 7 Febbraio 2010 alle 23:48Redazione di VicenzaPiù  Â
Sarà Vicenza, in Fiera e con la collaborazione dell'Istituto Rossi, ad ospitare la seconda edizione del campionato italiano di robotica, la "RoboCup Junior Italia 2010", con sfide tra quasi tutte le regioni nel calcio, nella danza e in operazioni di salvataggio.
Il preside dell'Itis Rossi, Gianni Zen, ha incontrato il prof. Marcianò, presidente della Rete, di cui il Rossi fa parte e che organizza l'evento anche quest'anno, dopo averlo fatto al Lingotto di Torino lo scorso anno, e ha dichiarato: "Ho aderito con entusiasmo alla proposta dei miei professori Stefano Andriolo e Donato Vodola ed il fatto che il Comune di Vicenza, la Provincia e la Regione Veneto abbiano dato il loro patrocinio e che la Fiera ci abbia messo a disposizione tremila metri quadrati significa che siamo riconosciuti come un interlocutore credibile anche dal territorio".
L'evento avrà luogo dal 15 al 17 aprile e vedrà la presenza di almeno 100 squadre, già iscritte in rappresentanza di 48 scuole, e composte da un docente e 5 allievi, per cui Vicenza accoglierà almeno 800 partecipanti al campionato, i cui vincitori, alla guida dei loro robot, rappresenteranno l'Italia a Singapore nel giugno 2010.
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I "prof" del Rossi scrivono alla Donazzan
Giovedi 19 Novembre 2009 alle 09:55Docenti di storia dell'ITIS Rossi
LETTERA APERTA ALL'ASSESSORE VENETO ALLE POLITICHE DELL'ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO, ELENA DONAZZAN
Gentile Assessore Donazzan,
noi sottoscritti, insegnanti di storia dell'Itis "A. Rossi" di Vicenza, desideriamo esprimere il disagio e lo sconcerto che abbiamo provato nel prendere visione dell'opuscolo Europa: unita, libera, forte. 1989/2009. 20 anni dalla caduta del muro, da Lei fatto giungere alle scuole superiori della provincia per essere distribuito agli studenti delle classi IV e V.
Prima ancora di prendere visione del contenuto, il coordinatore del Dipartimento di lettere ha provveduto immediatamente ad avvisare gli insegnanti perché ritirassero e distribuissero l'opuscolo, pensando di avere a disposizione un utile strumento per trattare un argomento così importante come l'anniversario del 1989, che comunque - le assicuriamo - nessuno di noi ha trascurato. Questo per dimostrare che non vi era nessun atteggiamento pregiudiziale da parte nostra. Purtroppo, non appena presa visione del materiale, abbiamo dovuto rilevare una serie di gravi mancanze sia di metodo, sia di congruità didattico-scientifica, sia infine di merito. Procediamo per ordine.
Innanzitutto, ci pare del tutto inopportuno che la regione finanzi e distribuisca un testo prodotto da un'associazione (Strade d'Europa) la cui collocazione ideologico-politica (di destra) è nota, benché non esplicitata nell'opuscolo. Qualsiasi organizzazione ha il diritto di fare informazione e propaganda con i mezzi e strumenti che ritiene più adatti, ma ci sembra improprio e illegittimo, da parte delle istituzioni, finanziare e promuovere le iniziative di organizzazioni politiche. Sembra inoltre singolare che una Regione così ricca e importante, in cui hanno sede tre prestigiose università , intervenga su un argomento di tale portata affidandosi ad una semisconosciuta associazione.
Con ciò veniamo al valore didattico dell'iniziativa. L'assessore Donazzan non può non sapere, visto l'incarico che ricopre, che si sta rivolgendo ad una categoria di professionisti delle proprie discipline, che hanno alle spalle esperienze pluriennali di didattica, aggiornamento, spesso e volentieri corroborate da significative attività di ricerca. Troviamo perciò offensivo che ci si fornisca una testo redatto da un ventiduenne "laureando in Scienze politiche", ovvero privo di alcun titolo scientifico e della minima esperienza didattica. Parla da sé, del resto, l'organizzazione dei testi, una silloge priva dell'organicità che il titolo lascerebbe presupporre, e soprattutto non accompagnata da alcun apparato critico. Ci permettiamo di segnalare che anche la più modesta delle tesine dei nostri studenti non manca mai almeno di riferimenti bibliografici. Siccome non vogliamo credere che un laureando ignori i criteri di base della ricerca storica, la spiegazione di tanta sciatteria non può che trovarsi nella natura politica e non storiografico-didattica dell'operazione.
E qui arriviamo - last but not least - ai contenuti, limitandoci ad alcuni esempi. A pagina 12 si parla del comunismo come del "modello politico, sociale ed economico più aberrante del secolo scorso". Un'opinione più o meno condivisibile, ma anche gli storici (veri) che la sostengono (come Nolte, o Furet) non mancano mai di citare, accanto al comunismo, gli altri sistemi totalitari: si può parlare infatti del XX secolo senza riferirsi a nazismo e olocausto? L'opuscolo riesce a non nominare fascismo e nazismo nemmeno a proposito della seconda guerra mondiale, che viene così sintetizzata (sempre a p. 12): fu il primo conflitto della storia d'Europa da cui non uscì vincitore nessuno degli stati collegati con il sistema imperiale costruito da Carlomagno. A parte che la Francia è una delle quattro potenze vincitrici (e infatti siede nel consiglio di sicurezza dell'ONU), a noi pareva che l'esito fondamentale della seconda guerra mondiale fosse la sconfitta del nazifascismo, che per l'Italia significò la Repubblica, nata dalla liberazione compiuta dagli Angloamericani e dalla Resistenza. Macché: la conseguenza logica dell'alato discorso è che fino al 1989 siamo vissuti sotto il comunismo (senza nemmeno accorgercene), mentre Hitler e Mussolini erano i difensori dell'Europa carolingia: forse è per questo che il 10 giugno 1940 l'Italia attaccò una Francia già in ginocchio. Sarcasmo? Non tanto, visto che il Terzo Reich si definiva così proprio richiamandosi all'eredità carolingia (il primo Reich era l'impero romano di nazione tedesca che aveva ereditato la corona di Carlo Magno, il secondo era l'Impero degli Hoenzollern 1871-1918), e che il "Nuovo ordine europeo" era la definizione che i nazisti davano ai territori da loro sottomessi. Dobbiamo credere che al laureando manchi più di un esame, o è più lecito supporre che si vogliano surrettiziamente riesumare ideologie e genealogie che si supponevano sconfitte nel 1945?
E che dire della didascalia che accompagna l'immagine della croce celtica (pagina 33)? La croce simbolo della spiritualità irlandese; spesso le omissioni sono peggiori delle menzogne. Dire questo infatti, senza ricordare come nel XX secolo (e anche nel XXI, si vedano gli striscioni di tanti ultras negli stadi) quella croce sia stata un simbolo del neofascismo (a cominciare da Ordine Nuovo, organizzatore della strage di Piazza Fontana, che annoverava tra i suoi membri personaggi del calibro di Freda, Maggi, Zorzi, pluricondannati per atti terroristici), equivale a descrivere la svastica come "simbolo di spiritualità indiana", omettendo il nazismo.
Ultimo esempio: la dichiarazione a favore della "risposta identitaria" (pag. 34, molto vicino alla foto di cui sopra), non solo svela di nuovo il carattere di manifesto politico del testo, ma entra in un viluppo di ambiguità e "non detti" molto inquietanti. Che vuole dire, infatti? Quali sono i criteri dell'identità ? Sono soggetti alla scelta individuale o si originano da caratteri "oggettivi" o ereditari? Supponiamo (vista la croce di cui sopra), ad esempio, che la fede cristiana sia un carattere costitutivo dell'identità nazionale italiana. Domandiamo: Rita Levi Montalcini o Primo Levi rientrerebbero o meno nella identità italiana? Non vede l'assessore un qualche rischio in una così netta dichiarazione? Quando noi spieghiamo la costituzione repubblicana ai nostri studenti, chiariamo per esempio che la cittadinanza (con i diritti e doveri che essa comporta) è sottoposta a precisi criteri giuridici, quali la nascita, la residenza, il matrimonio, chiaramente riconoscibili ed esigibili, mentre nessun peso vi hanno caratteristiche somatiche, religiose, sessuali. L'identitarismo condivide questi presupposti? Perché altrimenti emergono discriminazione, gerarchia dei diritti, persecuzione, come la storia ricordata nell'opuscolo (quella del comunismo), e quella da esso dimenticata (il nazifascismo o il franchismo, tanto per restare in Europa), dimostra.
In conclusione, crediamo che una simile impostazione e simili contenuti non solo siano poco rispettosi della nostra professionalità di insegnanti, ma non aiutino a far crescere nei nostri studenti quella consapevolezza storica e quel senso critico che sono alla base dell'attaccamento ai valori di libertà ed unità europea che pure si afferma di voler promuovere.
Cordialmente
I sottoscritti docenti di storia dell'Itis "A. Rossi"
P.S. En passant, gentile Assessore, le ricordiamo che - in rispetto della morfologia che governa la nostra lingua - "questo" al plurale, al plurale, non può subire elisione (Cfr. i Suoi "Saluti iniziali"). Queste ultime, dunque, e non quest'ultime, per amore del comune, illustre nostro idioma.
Roberto Monicchia (coordinatore Dipartimento di Lettere)
Marco Appoggi
Elisabetta Bazzocchi
Liana Bruschi
Maria Calcaterra
Marilisa Cirella
Maria Luisa Conterno
Roberto De Poli
Gemma Lorenzi
Patrizia Mirri
Maria Luisa Pavan
Alessandra Volpato