La fretta fa i gattini ciechi, e i decreti "salva banche" disastrosi. E così con un blitz mattutino il governo ha tentato ieri un'impresa ardita in commissione Finanze alla Camera: modificare - riscrivendolo - il decreto che due settimane fa ha mandato in liquidazione le banche venete, e venire ancora in aiuto di Intesa Sanpaolo, che si è già presa la parte sana degli istituti con un contributo statale di 5 miliardi (e altri 12 di garanzie). Tutto con un maxi-emendamento che, insieme a quello del relatore (Giovanni Sanga, Pd), prevede decine di modifiche, dai rimborsi agli obbligazionisti subordinati fino alla nascita di un nuovo tipo di obbligazioni. Il gioco di prestigio non è riuscito, ma il tentativo è solo rimandato.
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'Governo e maggioranza stanno mettendo in atto una porcata procedurale di proporzioni mai viste. Hanno la fretta del maggiordomo zelante che serve il 'padrone' Banca Intesa, ma al tempo stesso devono modificare ampie parti del decreto. Dunque, invece di presentare normali emendamenti che poi andrebbero discussi e votati in corrispondenza di quel dato articolo, stanno aggiungendo alla parte iniziale del testo interi articoli ex novo che modificano quelli successivi e che saranno votati in quattro e quattr'otto senza entrare nel merito'. Lo affermano in una dichiarazione alle 12.03 i deputati M5S della commissione Finanze di Montecitorio Camera dove è in corso l'esame del Dl banche venete e di cui vi riassumiamo con Radiocor Il Sole 24 Ore la "web cronaca".
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Proposta shock di Claudio Cicero che vuole che vuole chiedere a Banca Intesa Sanpaolo, se ne ha la facoltà , di "risarcire il Comune di Vicenza donando la sede della ex Banca Popolare di Vicenza di via Battaglion Framarin che non è più così indispensabile per i loro uffici e potrebbe diventare la sede del nuovo municipio". Tutto questo, secondo il consigliere, al costo di un euro. E sulla possibile candidatura a sindaco Cicero risponde: "Io lavoro per la città , ho sempre fatto così".
Il Corriere del Veneto, scrive PerVicenza nell'articolo che riportiamo, in un testo di Gian Maria Collicelli pone l'interrogativo sul futuro della Fondazione Roi. Il sottotitolo recita "Liquida la banca che ha nominato i consiglieri, resta da chiarire il ruolo della Fondazione. Statuto da riscrivere, tra dodici giorni il Cda". Due righe che rappresentano un quadro complesso che necessiterebbe, a nostro parere, di una riflessione profonda da parte di tutti i componenti il CdA attualmente in carica. Quando il Marchese Boso Roi ha redatto lo Statuto per la "sua" Fondazione, il rapporto con la Banca Popolare di Vicenza era di assoluta fiducia, ma questo era un sentimento che avevano tantissimi soci.
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Una mancata conversione in legge del decreto con cui il governo è intervenuto sulle banchevenete «avrebbe conseguenze moltogravi per l'economia della regione Veneto e dell'Italia, ma sarebbe soprattutto un brutto segno, un segno molto preoccupante dell'impossibilità in Italia di trovare soluzioni ai nostri problemi». Lo ha detto il presidente emerito di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, a margine della presentazione della XIII edizione di The future of science. Intesa Sanpaolo acquisterà alcune attività della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca con un contributo pubblico e garanzie sugli impatti della acquisizione. II contrattosiglato da Intesa per l'acquisto dei due istituti contiene una clausola risolutiva che annulla l'operazione in caso di mancata conversione in legge dei decreto o anche in caso di modifiche allo stesso sfavorevoli per Intesa.
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A un certo punto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan sbotta: "Qualcuno mi dimostri che nel caso delle Venete potevano essere trovate soluzioni migliori sotto tutti i punti di vista". Lo fa parlando a una conferenza convocata per illustrare la soluzione, decisamente migliore, ottenuta per il Monte dei Paschi di Siena, dove lo Stato entrerà spendendo 5,4 miliardi per possederne il 70%. Ieri è arrivato il via libera della Commissione europea agli aiuti di Stato. Il nervosismo di Padoan nasce dagli strali del governatore pugliese Michele Emiliano contro il decreto che la scorsa settimana ha mandato in liquidazione coatta Popolare di Vicenza e Veneto Banca regalando a Intesa Sanpaolo gli asset di valore più un assegno statale da 5 miliardi e garanzie per altri 12 (il conto lo pagano anche azionisti e obbligazionisti subordinati).
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Per anni Il Giornale di Vicenza, quotidiano di Confindustria Vicenza, dove allignava Giuseppe Zigliotto fedele "servitore" in Cda del presidente della Banca Popolare di VicenzaGianni Zonin, ha esaltato le imprese eroiche e i rendimenti sicuri delle azioni della BPVi anche quando segnali contrari, fin dal 13 agosto 2010 (cfr. "Vicenza. La città sbancata"), venivano colti e segnalati come warning non solo dai maggiori quotidiani nazionali ma anche dall'umile VicenzaPiù. Ma se allora il GdV pubbicava foto epiche, al limite della pubblicità , poco, occulta, come quella in copertina, ora il foglio di Luca Ancetti rincorre le copie e la fiducia perdute dei lettori pubblicando per primo (o giù di lì) la foto di Gianni Zonin in Via Montenapoleone, la strada dei Vip a Milano, a fare shopping con la moglie, dice il giornale riportando il biasimo del lettore causuale fotografo.
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Arriva in Parlamento il decreto sulle banche venete. Il calendario è rigidissimo ed è stato imposto dal governo per evitare assalti o intoppi. Entro il 10 luglio il testo sarà votato dall'aula della Camera, probabilmente senza alcuna modifica. Una, invece, sarebbe indispensabile. Lo stesso premier Paolo Gentiloni, che nei giorni scorsi ha promesso la massima trasparenza sulla vendita di PopVicenza e Veneto Banca a Intesa Sanpaolo, dovrebbe proporre una misura volta a fare chiarezza sulle cause del sacco bancario del Nord Est.
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