Quale futuro da adesso per la Fondazione Roi, PerVicenza: il Cda cancelli l'attacco a Ceschi e Coviello, si dimetta e si riscriva lo statuto
Giovedi 6 Luglio 2017 alle 09:26 | 0 commenti
Il Corriere del Veneto, scrive PerVicenza nell'articolo che riportiamo, in un testo di Gian Maria Collicelli pone l'interrogativo sul futuro della Fondazione Roi. Il sottotitolo recita "Liquida la banca che ha nominato i consiglieri, resta da chiarire il ruolo della Fondazione. Statuto da riscrivere, tra dodici giorni il Cda". Due righe che rappresentano un quadro complesso che necessiterebbe, a nostro parere, di una riflessione profonda da parte di tutti i componenti il CdA attualmente in carica. Quando il Marchese Boso Roi ha redatto lo Statuto per la "sua" Fondazione, il rapporto con la Banca Popolare di Vicenza era di assoluta fiducia, ma questo era un sentimento che avevano tantissimi soci.
Poi, evidentemente, ed è storia ormai nota, il clima attorno alla Banca Popolare è cambiato radicalmente, ma questo avvenne dopo la scomparsa del Marchese che non poteva averne alcun sentore.
Le vicissitudini della Popolare la condussero alla deflagrazione ma prima della recentissima totale scomparsa con l'acquisto del 99% abbondante da parte di Atlante, la banca non era più nemmeno l'ombra di quella che godeva l'assoluta fiducia del marchese Giuseppe Roi.
Crediamo che l'ex Presidente dott. Gianni Mion e quanti avevano titolo per consigliarlo non avrebbero dovuto, proprio per questo totale distacco dalla antica Banca Popolare, procedere alla indicazione dei tre componenti in consiglio, tra i quali il presidente e il vice presidente, degnissime persone ma indicate in nome di un qualche cosa che non esisteva più.
Sarebbe stato bene che, magari le stesse persone, fossero indicate da altre realtà , cercando di interpretare il pensiero, il sentimento, lo spirito di Boso Roi tramite coloro che l'avevano conosciuto e ne avevano riconosciuto le grandi qualità umane.
Il problema, perché è un problema e non di poco conto, deve essere affrontato ora, non può essere rimandato, proprio per rispetto alla memoria di Boso Roi.
Banca Intesa Sanpaolo non è certamente l'erede della Popolare. E' una grande banca che ci auguriamo riesca quanto prima a legarsi alla nostra realtà , il che sarà un bene per la banca ma anche per il territorio.
Ma non è l'erede morale del sogno di Boso Roi. Crediamo che questo processo dovrebbe partire dalle totali dimissioni dell'attuale CdA della Fondazione e che questo dovrebbe avvenire il più rapidamente possibile.
La Fondazione potrebbe per un tempo determinato essere retta da un Commissario nominato da un Ente terzo, ad esempio la Regione o il Ministro dei Beni e delle Attività culturali, e che una commissione di esperti e di saggi potrebbe procedere alla stesura di un nuovo statuto che rispetti in toto la missione originaria. Quella voluta espressamente dal Fondatore cancellando le modifiche avvenute dopo la sua scomparsa.
Una ultima considerazione. Riteniamo che un gesto importante e significativo proprio per iniziare a ricostruire la necessaria serenità nell'operare in futuro della Fondazione, questo CdA , magari come ultimo gesto, dovrebbe farlo cancellando le querele fatte dal precedente CdA, allora ancora retto dal Cav. del Lav. Dott. Gianni Zonin nei riguardi del giornale on line VicenzaPiù e del suo direttore, ing. Giovanni Coviello, e della signora Barbara Ceschi a Santa Croce.
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