Archivio per tag: immigrati

50.000 euro alla Caritas per immigrati

Mercoledi 29 Luglio 2009 alle 23:26
Comune di Vicenza. 29 luglio 2009   

 

Comune di Vicenza sempre in prima linea per individuare e promuovere misure a favore di chi soffre maggiormente per l'attuale crisi economica.
Questa mattina, su proposta dell'assessore alla famiglia e alla pace Giovanni Giuliari, la giunta ha formalizzato la destinazione dei 300 mila euro stanziati per sostenere i nuclei familiari più a rischio.
Nel dettaglio, come già annunciato, 50 mila euro sono stati stanziati per partecipare al progetto "Microcredito etico-sciale" della Caritas diocesana.
Altrettanti soldi sono stati affidati sempre alla Caritas per sostenere il rientro di immigrati nei propri paesi d'origine: "Si tratta di un'iniziativa - precisa Giuliari - che libera risorse, perché aiuta a tornare in Patria chi qui non ha nessuno e sarebbe soltanto un peso a carico dell'assessorato". Dal 2004 al 2008 la Caritas, che ha esplicitamente chiesto al Comune questo tipo di contributo, ha accompagnato 78 stranieri. Nei primi mesi del 2009 si è già dovuta occupare del rientro di 13 persone.
Altri 80 mila euro sono stati destinati dal Comune all'emergenza abitativa, a sostegno delle spese di affitto di chi si trova in questa particolare situazione, mentre 120 mila euro serviranno ad aiutare le famiglie colpite da disoccupazione, cassa integrazione, mobilità.

Continua a leggere

Immigrati: meglio a casa loro

Venerdi 24 Luglio 2009 alle 08:31

Coi soldi del Comune, la Caritas aiuta i rimpatri. Un principio da estendere a tutti i poveracci che emigrano. Vittime della nostra colonizzazione economica e culturale

Immigrati (Vito Manzari)Di recente se n'è occupato anche il Corrierone nazionale, sebbene buttandola un po' a sproposito in politica: l'amministrazione vicentina di centrosinistra dà soldi alla Caritas locale perché aiuti immigrati con particolari problemi a tornare nei paesi d'origine. Come dire: questi veneti, sottopelle, sono leghisti anche quando in tasca hanno la tessera del Pd. Per la verità, i 50 mila euro annui che il Comune gira all'organizzazione cattolica guidata a Vicenza da don Giovanni Sandonà sono frutto di una decisione presa dalla passata giunta di centrodestra nel 2004. Da allora ad oggi, sono stati 75 le persone (15 ogni anno) che hanno usufruito del programma di assistenza economica e logistica che li segue passo passo fino ad una nuova sistemazione in patria. Di varia nazionalità, sono tutti soggetti con difficoltà gravi: dall'alcolismo, alla droga, a turbe psichiche. Gente che non riusciva a procurarsi una vita decente, riducendosi all'accattonaggio e cercando rifugio nei ricoveri della Caritas.


Progresso?

Iniziativa benemerita, perché porta in germe il principio di fondo che dovrebbe ispirare una sana gestione dell'immigrazione: il rimpatrio. Sgombriamo subito il campo da equivoci: non ce l'abbiamo con gli stranieri, il razzismo non è nel nostro dna. Ce l'abbiamo con lo sradicamento, l'impoverimento e la distruzione di società, costumi e modi di vita che la globalizzazione ha prodotto nel cosiddetto Terzo Mondo. L'Occidente, che tutto vuole omologare a sé allo scopo di razziare risorse naturali e assicurarsi sempre nuovi mercati di consumo, è la causa prima dell'epocale esodo di masse di diseredati abbagliati dal miraggio del nostro benessere materiale. Il vecchio colonialismo, praticato sulla punta delle baionette, si limitava al saccheggio di materie prime. Per il resto, in Africa e Asia le potenze coloniali europee lasciavano intatto l'habitat umano, sociale ed economico delle popolazioni assogettate, considerate "primitive". A parte i soliti preti col vangelo in mano, esse continuavano a vivere in santa pace secondo ritmi millenari, campando benissimo grazie ad un'economia di autoproduzione e autoconsumo, mantenendo i propri usi e le proprie tradizioni. Non erano "poveri", primo perché vivevano del loro e sul loro e di bambini denutriti con le mosche sulla faccia non ce n'era l'ombra. E poi perché la povertà è un concetto introdotto da noi occidentali nel Novecento, quando siamo passati al nuovo colonialismo. Il quale, invece di restare politico e militare, ha concesso l'indipendenza agli Stati da loro stessi creati con riga e compasso, sostituendo l'occupazione classica con quella, più subdola e devastante, dell'invasione dei nostri prodotti e dei nostri consumi. In una parola, del nostro sistema di vita. Col bel risultato che ora si sentono le pestifere Ong sostenere la necessità che anche un bravo Boscimano debba possedere un computer e l'allacciamento a internet per non restare tagliato fuori dal "progresso". Non gli passa neanche per l'anticamera del cervello, a questi missionari rompiscatole, laici o no che siano, che quelle poche comunità native non ancora spazzate via dalla loro invadente carità stavano sicuramente meglio quando stavano "peggio".


Incubo


Ma ormai la frittata è fatta. E le dimensioni del disastro sono tali da non permettere un dietrofront pianificato a tavolino. Le politiche per l'immigrazione messa in campo da noi ricchi sono deboli argini che crollano inesorabilmente all'urto di centinaia di migliaia di poveracci che ogni anno si ammassano ai nostri confini. Le quote, i controlli costieri, i protocolli internazionali: tutti palliativi e mezze misure, il trend è inarrestabile. E così dev'essere, perché fa gioco all'industria che può calmierare i salari, alla politica che può lucrarci consensi giocando a chi fa il duro o chi fa il buono, e soprattutto conviene alla logica del mercato globale perché interconnette sempre più le aree del pianeta, con un immigrato di qua e la famiglia di là. E' il sogno del melting pot universale, dove tutti gli uomini sono cittadini del mondo, ma di un mondo in cui le differenze sono abolite e siamo tutti uguali di fronte alla Virgin o alla Coca Cola. Un'ammucchiata da incubo che fa sfregare le mani alle multinazionali. Ma fa pagare un prezzo altissimo all'umanità, livellata a target unico mondiale senza storia, senza passato, senza cultura: un nulla indistinto in cui per esistere devi arrivare ad ottenere, a tutti i costi, il tenore di vita dei più ricchi. Un obbiettivo che se fosse raggiunto, con sei miliardi di individui presenti sulla Terra, farebbe precipitare il collasso ecologico a cui siamo già avviati.
 

I colpevoli


I colpevoli a monte siamo noi, noi colonizzatori che poi raccogliamo fondi per combattere la fame dei "meno fortunati". Siamo stati noi a volerli convertire, a corrompere col nostro stile di vita e la nostra mentalità da predoni le classi dirigenti locali. Siamo noi che infestiamo i loro paesi coi nostri cellulari, i nostri hamburger, i nostri elettrodomestici, i nostri vestiti e tutta la paccottiglia usa e getta che svetta in imponenti discariche in mezzo a cui grufolano quei poveri bambini che in tv ci fanno tanta pena. Siamo noi i responsabili di quel genocidio culturale che accomuna la corporation che saccheggia e schiavizza al volontario che fonda scuole e ospedali per diffondere il nostro credo e combattere le nostre malattie (l'Aids, che miete milioni di vittime in Africa, lo abbiamo importato noi). Perciò non dobbiamo scandalizzarci se poi vengono a bussare alla nostra porta per chiederci il conto. Ce lo meritiamo, ed è sommamente ipocrita e vile farne dei capri espiatori per difendere quel poco di presunto benessere a cui siamo attaccati come donnette isteriche. Tanto più che siamo riusciti a far divenire tali anche uomini tutti d'un pezzo come gli africani dalla pelle d'ebano o gli indiani dalla mistica saggezza. Popoli che fino a mezzo secolo fa erano ancora liberi e ancorati alla propria identità. Quella che gli immigrati di oggi, che non vedono l'ora di essere come noi, hanno perduto. Ecco perché va visto con favore ogni residua resistenza, da parte loro, di conservare almeno la propria fede religiosa, come l'Islam, ultimo retaggio che li differenzia dal vuoto occidentale.
L'immigrazione è figlia della globalizzazione, a sua volta prodotta dal sistema industriale e finanziario occidentale che deve continuamente espandersi e crescere se non vuole crollare su sé stesso. La vera svolta al "problema immigrazione" verrà soltanto quando la bolla mondiale della crescita economica imploderà una volta per tutte vanificando il mito della ricchezza a qualsiasi costo. Forse la prossima crisi globale, che avendo accumulato i debiti dell'ultima sarà ancora più grossa e distruttiva, sarà quella decisiva. Quella che ci salverà.

Alessio Mannino

Continua a leggere
Categorie: Politica

Dalla parte degli immigrati: "Noi, cittadini e clandestini"

Mercoledi 15 Luglio 2009 alle 08:12

Il nuovo pacchetto sicurezza sta seminando paure tra le migliaia di immigrati presenti nel vicentino. E, alla faccia dei proclami ufficiali, rischia di alimentare nuovi circuiti illegali


Badanti (foto da flickr.com/the bbp)"Guarda qua: queste sono le carte di un ragazzo del Burkina Faso. Ha lavorato per cinque anni in una ditta, e l'hanno tenuto sempre come apprendista: adesso, con il fatto che c'è la crisi, non gli hanno rinnovato il contratto, e l'Inps non gli dà il sussidio di disoccupazione. In più c'è il problema del permesso di soggiorno. È disperato". Ousmane Condé, il presidente dell'unione degli immigrati, il tavolo che riunisce molte delle associazioni di migranti presenti nel vicentino, è un punto di riferimento per moltissimi stranieri venuti a vivere e a lavorare dalle nostre parti. E in questi giorni sta seguendo da vicino la preoccupazione e la paura provocate dall'approvazione del nuovo pacchetto sicurezza. L'introduzione del reato di clandestinità, il permesso di soggiorno a punti, le norme più restrittive per il riconoscimento dei minori stanno mettendo in crisi migliaia di persone già toccate duramente dalla frenata dell'economia, con effetti che saranno tutti da valutare.

Continua a leggere
Categorie: Politica

Odissea per un permesso

Lunedi 26 Gennaio 2009 alle 16:08

immigrati in protesta (fonte: Rete degli Studenti di Massa)

Per rinnovare il permesso di soggiorno ci vuole oltre un anno, con disagi a non finire. Ecco i problemi con cui devono quotidianamente fare i conti gli oltre 70 mila stranieri residenti nel vicentino

 

Emmanuel Maffi, uno dei responsabili dell'ufficio immigrati della Cgil, prende una pratica a caso tra quelle ordinatamente impilate sulla sua scrivania. È la domanda di rinnovo del permesso di soggiorno di una signora straniera, ed è datata 31 maggio 2007. "Guardi qua - spiega -. Il kit con la domanda è stato spedito a fine maggio del 2007. L'appuntamento per la verifica e per la rilevazione delle impronte digitale è stato fatto il 27 maggio 2008. E il permesso sarà rilasciato il 2 febbraio 2009". Cioè venti mesi dopo la richiesta iniziale. E probabilmente sarà già scaduto, visto che la durata massima è di due anni e che la validità scatta nel momento in cui è stata presentata la richiesta. Basta la storia di questa anonima signora straniera per capire le difficoltà con cui quotidianamente devono fare i conti le decine di migliaia di migranti che vivono nel vicentino.

 

Continua a leggere
<| |>





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network