Dalla parte degli immigrati: "Noi, cittadini e clandestini"
Mercoledi 15 Luglio 2009 alle 08:12 | 0 commenti
Il nuovo pacchetto sicurezza sta seminando paure tra le migliaia di immigrati presenti nel vicentino. E, alla faccia dei proclami ufficiali, rischia di alimentare nuovi circuiti illegali
"Guarda qua: queste sono le carte di un ragazzo del Burkina Faso. Ha lavorato per cinque anni in una ditta, e l'hanno tenuto sempre come apprendista: adesso, con il fatto che c'è la crisi, non gli hanno rinnovato il contratto, e l'Inps non gli dà il sussidio di disoccupazione. In più c'è il problema del permesso di soggiorno. È disperato". Ousmane Condé, il presidente dell'unione degli immigrati, il tavolo che riunisce molte delle associazioni di migranti presenti nel vicentino, è un punto di riferimento per moltissimi stranieri venuti a vivere e a lavorare dalle nostre parti. E in questi giorni sta seguendo da vicino la preoccupazione e la paura provocate dall'approvazione del nuovo pacchetto sicurezza. L'introduzione del reato di clandestinità , il permesso di soggiorno a punti, le norme più restrittive per il riconoscimento dei minori stanno mettendo in crisi migliaia di persone già toccate duramente dalla frenata dell'economia, con effetti che saranno tutti da valutare.
"Stiamo mettendo i poveri gli uni contro gli altri e questo, come dice il Papa, porterà solo molto dolore", riprende Condé, centrando perfettamente il problema. Perché il fattore che rende più difficile sopportare le nuove normative, e molto più esplosiva la situazione, è proprio la crisi economica.
La crisi selettiva
Un'analisi condivisa anche da Fabiola Carletto, che per la Cgil segue da vicino tutti i problemi che riguardano il mondo dell'immigrazione, e che in queste settimane sta passando da un incontro all'altro, registrando ovunque timori, esasperazione e anche, e non è difficile da capire, rabbia. "Il problema di fondo è la crisi, che rende tutto il resto più difficile - spiega -. E attenzione, la cosa non riguarda solo le badanti: sono tantissimi i lavoratori a trovarsi in questa situazione. Ci sono alcuni settori in cui la presenza di immigrati è molto forte, penso alla concia o all'edilizia, dove ci sono anche molti imprenditori immigrati, e sono settori che stanno soffrendo particolarmente. E nel momento di crisi le persone straniere sono le prime a risentirne, anche solo perché non hanno una rete familiare a cui appoggiarsi. Qua ci si dimentica che dietro i numeri ci sono persone che non possono essere trattate così".
Insomma: la Bossi Fini lega il permesso di soggiorno al lavoro, e quando il lavoro salta, come sta avvenendo ora, si mette a rischio anche il permesso di soggiorno. Con tutti i drammi che questo può causare: le difficoltà nel pagamento del mutuo ("le banche dovrebbero concedere di posticipare alcune rate, ma sono tanti i casi in cui questo non avviene"), la famiglia da rimandare al paese d'origine, la casa su cui si sono investiti tanti soldi che viene pignorata. Non solo: le tante persone - badanti in testa - che sono già qui e lavorano senza un permesso di soggiorno ("Perché il meccanismo dei flussi non funziona, e la gente continua ad arrivare: una badante su due è clandestina, non facciamo finta di non vederle queste cose", osserva ancora la Carletto) e che magari speravano in una regolarizzazione, adesso si trovano di fronte la prospettiva di essere considerati più o meno come criminali. O di essere costretti ad un rimpatrio forzato. "Ma come fa uno che è già qui sul territorio a diventare un criminale senza aver fatto niente - riprende Condé -. E non tutti possono tornare a casa: molti non hanno i soldi, molti non possono perché sono fuggiti da guerre e persecuzioni, molti hanno ormai radici qua, hanno i bambini nati qua e che vogliono stare qua. Come si fa?".
Insicurezza e paura
Così, non ci vuole molto a capire lo stato d'animo che serpeggia tra le migliaia di migranti che vivono nel vicentino. "Sono spaventatissimi - racconta la sindacalista della Cgil -. E, se guardiamo all'esempio delle badanti, anche le famiglie sono molto preoccupate: un po' perché non capiscono bene qual è la loro posizione, un po' perché sono tante le signore che per evitare guai stanno pensando di tornare a casa. E questo sarebbe un disastro, visto che il nostro sistema non aiuta certo le famiglie con anziani o con disabili. E in giro c'è anche molta amarezza. In tanti dicono: ma come, siamo qui da anni, contribuiamo anche alla vostra ricchezza e al vostro benessere, e alla prima difficoltà ci rimandate a casa in questo modo? Sono preoccupata, perché stiamo seminando odio: c'è un lavorio costante, e molto efficace, per far passare l'idea che chi viene qui per lavorare è solo un problema. Io vorrei che si facessero sentire anche gli industriali, perché ce ne sono che sono amareggiati e preoccupati per i loro dipendenti: ma nessuno si espone".
"C'è quest'idea - aggiunge Condé - che noi immigrati dovremmo lavorare in fabbrica e poi sparire, rimanercene rinchiusi in casa. Ma non è possibile: noi dobbiamo partecipare anche alla vita sociale e culturale di questo paese, non solo a quella economica. Invece qui ci sfruttano economicamente, e ci spingono verso l'illegalità . Tutto questo non c'entra niente con la sicurezza, anzi. Se uno vuole preoccuparsi della sicurezza non fa distinzioni tra italiani e non italiani: viviamo qua, lavoriamo qua, paghiamo le tasse qui, i nostri figli crescono qui, siamo cittadini anche noi. E siamo pronti a fare la nostra parte e a prenderci le nostre responsabilità . No, questo è solo un modo per raccogliere soldi e per fare demagogia. Non aiuta certo a risolvere i problemi".
Un circolo perverso
In effetti, le nuove norme rischiano di far scattare delle spirali dagli esiti imprevedibili, come spiega bene il presidente dell'Unione degli immigrati: se si continua a complicare la vita a chi è qui regolarmente e lavora, ad esempio con tempi eterni per il rinnovo del permesso di soggiorno (che spesso arriva già scaduto nelle mani dell'immigrato) oppure con nuove tasse da pagare, si finisce solo per alimentare il circuito del lavoro nero e dell'illegalità . "Ti faccio il mio esempio: io pago oltre 600 euro d'affitto, che sono buona parte del mio stipendio. Se poi mi chiedono anche 200 euro per il permesso di soggiorno, oltre a tutto il resto, come faccio? E come fa chi perde il lavoro e non riceve niente dall'inps, nonostante i contributi versati? Oppure chi lavora già qui ma non è mai stato messo in regola? E guarda che sono in tanti, perché il lavoro nero fa comodo a molti. Tutte queste persone si trovano davanti a difficoltà enormi: invece chi fa il furbo e delinque non ha mai di questi problemi: trova le scorciatoie per il permesso di soggiorno, riesce a pagare tutto senza problemi. È così: si punisce chi è qui per lavorare e si premi chi delinque". Risultato: chi adesso fa i salti mortali per mantenersi nel rispetto delle regole, potrebbe essere costretto a scivolare verso l'illegalità , a finire nei meccanismi della malavita. "È inevitabile", conclude Condé. Non c'è che dire, un bel risultato per il pacchetto sicurezza.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.