Finita la festa, non resta che portare a casa una proprietà , quella "nuda" del Torrione di Porta Castello, che non potrà essere usata, ma solo iscritta nel libro del patrimonio del Comune di Vicenza a riempire qualche casella vuota dopo le cessioni compiute e da compiere di veri e produttivi patrimoni. Sarà come nelle famiglie di un tempo che conservavano gelosamente un patrimonio, gioielli ecc., che non rendeva nulla, ma faceva fiera la famiglia stessa. A differenza,però, il Comune non potrà , come ha fatto per le Quote autostrade, disfarsene, per far cassa. Ben difficilmente il proprietario attuale sarò disponibile a ricomprarsi il bene.
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Pubblicato il 28 luglio 2017, integrato col testo mancante per un problema tecnico, di cui ci scusiamo, il 29 alle 12.08. Il direttore di VicenzaPiù, Giovanni Coviello, dopo tre richieste alla Fondazione Roi senza esito (anzi, peggio, senza risposta alcuna) prima al cda presieduto da Gianni Zonin, poi a quello con Ilvo Diamanti e Andrea Valmarana sulla tolda di comando, si è rivolto alla Regione Veneto a cui le Fondazioni “rispondono†sulla base del suo interesse diretto ad avere gli atti dell'ente voluto dal marchese Giuseppe Roi. Oltre che come giornalista, soprattutto come direttore denunciato, a spese della Fondazione, per almeno un milione di euro di danni dall’ex presidente per aver rivelato e denunciato gran parte dei fatt(acc)i che mano a mano ora diventano noti ai più.
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Si è chiusa ieri sera, 25 luglio, come ci si aspettava la votazione (20 favorevoli, tre contrari con Tosetto, Zaltron e Dovigo, due astenuti con Rucco e Zoppello) sul discusso accordo del Comune di Vicenza con la società del "mecenate" avellinese Antonio Coppola, che tramite la sua finanziaria Osteon Technologies srl ha acquistato per 310.000 euro il Torrione di Porta Castello che gli verrà concesso in usufrutto esclusivo d'uso per 30 anni (con vincolo a non cambiarn la destinazione d'uso per altri 60 anni) per mostre di arte moderna a partire da quella con la sua collezione privata in cambio della "cessione" della nuda proprietà del monumento storico al Comune stesso, che non eserciterà , quindi, il suo diritto di opzione che scade proprio oggi, 26 luglio.
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Dopo l'interrogazione "bomba" del consigliere regionale Sergio Berlato, che fa seguito alle denunce e agli atti formali compiuti dal suo collega di M5S Manuel Brusco e dalla capogruppo del Movivento 5 Stelle Vicenza, Liliana Zaltron, e rinviando a domani e non solo altre, gravi e documentate rivelazioni sul... gravissimo caso della Fondazione Roi, vi ricordiamo che avevamo anticipato sul nostro TgPiù del 13 luglio (dal minuto 24.24) la nostra denuncia ai lettori e ai teleweb spettatori, ai cittadini e a Ilvo Diamanti, il "povero presidente" della Fondazione Roi, delle gaffe e/o delle bugie di Jacopo Bulgarini d'Elci e/o di Andrea Valmarana col contorno di consiglieri di maggioranza e qualche "pentito" della minoranza che, pensando che la Roi fosse d'accordo (che squallore!), avevano scritto una lettera di suggerimenti interessati alla Fondazione su imbeccata di Bulgarini.
Abbiamo atteso quanto ci è parso giusto per rivelare il contenuto della "pesante" interrogazione che il consigliere Sergio Berlato, già noto per la determinazione delle sue battaglie contro il "sistema Galan", ha presentato il 27 giugno scorso affiancando e "indurendo" giuridicamente la richiesta già fatta dal suo collega di M5S, Manuel Brusco, e solo parzialmente accolta di accesso agli atti sul caso della mala gestio della Fondazione Roi da parte del suo ex presidente Gianni Zonin e dei consiglieri dei suoi Cda che ne hanno accompagnato, in maniera attiva o passiva ma, comunque, responsabile,il cammino su cui da anni sta "indagando" VicenzaPiù (cfr. "Roi. La Fondazione sbancata").
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"Ho accettato questo incarico sapendo da chi era composto questo consiglio e mi assumo le mie responsabilità , mi fido di tutti i membri ed in particolare ho imparato a conoscere e stimare il dottor Valmarana. Non posso, infatti, occuparmi in prima persona di tutti gli aspetti che riguardano la gestione del lascito del marchese Roi". Queste le parole di Ilvo Diamanti, neopresidente della Fondazione Roi, al termine della concitata conferenza stampa in cui il nuovo consiglio, per la prima volta, presentava il bilancio della Fondazione in modo pubblico. Un attestato di stima giunto appena prima di una promessa: "Alla fine del mio mandato farò, da solo, un'altra conferenza stampa e allora risponderò di quanto fatto per rimediare agli errori del passato". I legami con la vecchia gestione, quella dell'ex padrone di tutto Gianni Zonin sono però ancora tanti, come le questioni irrisolte.
Pubblicato l'11 luglio alle 22.18, aggiornato il 12 alle 9.04, alle 12.19, alle 13.30 e alle 17.12 e oggi 19 luglio alle 15.10 con video completo della prima parte. A breve pubblicheremo la seconda parte ancor più significativa della situazione attuale in relazione a quella passata che non cede il passo...
Mentre ancora scriviamo delle brevi note, che arricchiremo da domani, mostriamo subito a chi fosse interessato al passato, presente e futuro della Fondazione Roi la prima parte della conferenza stampa odierna curata amichevolmente, dalla società che da sempre segue Roberto Zuccato presidente di Confindustria Vicenza, prima, e poi di Confindustria Veneto, e tenuta dal presidente Ilvo Diamanti.
Traggo da un articolo di Cesare Galla, attento osservatore e acuto commentatore delle vicende vicentine, e non solo di quelle relative alla musica, pubblicato su VVOX il 23 luglio 2015 questo capoverso: "Marchingegno: "ordigno ingegnoso, congegno complicato; in senso figurato, espediente abile e astuto, trucco ingegnoso" (Vocabolario Treccani online). Il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci usa questa parola, "marchingegno", per definire con manifesta soddisfazione la complessa operazione che ha portato ad avere dopo due anni di "vacanza" un direttore scientifico per il Museo Chiericati. Complessa cioè complicata: probabilmente astuta, di certo ingegnosa."
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