Che a Vicenza le anomalie, chiamiamole così, siano di casa per lo meno in ambito (ex) bancario è un dato di fatto dopo l'era fallimentare, in senso purtroppo letterale, contraddistinta da Gianni Zonin, che, dopo 36 anni nel cda della Banca Popolare di Vicenza di cui 20 da presidente, è convinto e vuol convincere dell'anomalia di non sapere nulla di quanto combinassero alle sue spalle, e purtroppo a carico di 118.000 risparmiatori soci, altri dirigenti e, nell'ultimo periodo, quell'intelligenza diabolica che risponde al nome di Samuele Sorato. Era caratterizzata, ecco la seconda stranezza dai (finti?) peones del presidente che in molti, tutti esimi e ben pagati membri del cda, si dichiarano inconsapevoli di quello che votavano per pura e fideistica fiducia nel presidente "maximo".
Pubblicato alle 15.32, agiornato alle 18.27. Il dato che subito salta all'occhio, durante la presentazione a Palazzo Chiericati dei dati del primo trimestre 2017 sui visitaori (per turismo o affari) a Vicenza e provincia (clicca qui per le slide) , è quel +70.08% di arrivi in città dalla Cina, di poco inferiore, col 64.55%, nel resto del Vicentino. Nel dato assoluto i cinesi hanno sfiorato i 5 mila "arrivi" (4.667 nel capoluogo, 6.277 in tutta la provincia) doppiando i circa 2.500 statunitensi (2.419 in città , 3.883 nel Vicentino), che, però, superano abbondantemente i cinesi in fatto di giorni di permanenza in città : 14.229 presenze Usa a Vicenza contro le 5.528 della nazione più popolata nel mondo.
Sul caso "caldissimo", e perciò evitato da chi "conta" a Vicenza, della Fondazione Roi ho "scambiato" in queste, per fortuna, non troppo torride ore di Ferragosto delle considerazioni con una persona la cui cultura, per altro anche accademica, è indiscutibile e la cui determinazione è altrettanto fuori discussione ma di cui tralascio il nome perchè, d'accordo con la stessa persona, non vorremmo che il suo nome distraesse l'attenzione dal focus dell'argomento dele nostre conversazioni. La mala gestio passata della Roi è aggravata, infatti, dalla mancanza di trasparenza complessiva che dimostra l'attuale cda, guidato mediaticamente, e al di là della formale presenza del terzo membro in quota stautaria BPVi, Giovanna Grossato, dal presidente Ilvo Diamanti ma il cui uomo forte è Andrea Valmarana.
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"L'Abc della Finanza (fonte Morningstar) insegna che per abbassare il rischio complessivo del proprio ‘portafoglio' bisogna diversificare gli investimenti. Questo significa, in sostanza, possedere strumenti che si muovano in maniera indipendente l'uno dall'altro". Lo afferma il consigliere regionale del Movimento 5 StelleManuel Brusco che spiega come "questa affermazione si può trovare in qualunque studio che approfondisca argomenti finanziari, ed è la regola base contenuta nei questionari MIFID, che valutano il rischio finanziario di un cliente e che ne possono limitare l'operatività ".
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In data 25/07/2017 in occasione del consiglio comunale e della discussione sul Torrione di Porta Castello avevo chiesto, scrive Liliana Zaltron capogruppo del Movimento 5 Stelle Vicenza nella nota che riportiamo, ripetutamente all'assessore Michela Cavalieri che mi fossero trasmesse urgentemente le visure della Osteon Technologies srl ed, essendo questa una holding, anche le visure delle partecipate... Ritenendo che detta documentazione fosse necessaria come base prima di qualsiasi altra analisi e che quindi sarebbe dovuta essere a disposizione dell'amministrazione mi aspettavo di riceverla, come peraltro richiesto, il giorno successivo.
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Alla domanda sulle azioni della BPVi da lui vendute come "banchiere" e da lui "comprate" come uomo di fiducia del marchese Giuseppe Roi, Gianni Zonin, ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, ora in liquidazione coatta amministrativa, e della Fondazione Roi, "demolita" dalla sua gestione (cfr "Roi. La Fondazione demolita"), risponde ai due pm che da due anni conducono le indagini sul crac della banca, Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, che la scelta dei titoli non l'ha fatta lui (oddio, che meraviglia!) ma Divo Gronchi, ovviamente anche lui nel cda di banca e fondazione, anche se giusto il tempo di fare da parafulmine postumo a Zonin sulla questione del conflitto di interessi (per non parlare dell'eccesso di investimento speculativo concentrato su un solo titolo da parte di una, ora ex, Onlus). Ma Zonin dice di più ai due pm.
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I verbali degli interrogatori di Gianni Zonin davanti a Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, i sostituti procuratori titolari dell'indagine sulla Banca Popolare di Vicenza e, sarebbe auspicabile, sulla Fondazione Roi sono stati pubblicati in tutto su VicenzaPiu.com o in parte su altri organi di stampa. Alcune parti riguardanti la Fondazione ci lasciano veramente sbalorditi. E' utile riprenderle in maniera fedele e commentarle brevemente ma con una certezza delle conclusioni che, per essere definitiva, richiederebbe che il Cda attuale facesse piena luce pubblica sul passato.
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Nell'interrogatorio del 22 marzo 2017 la Guardia di Finanza, davanti ai pm dell'indagine sul crac della ora fu Banca Popolare di Vicenza,Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, alla presenza del Col. Vincenzo Sciaraffa, Comandante Provinciale, e del Ten. Col. Fabio Dametto, Comandante del Nucleo di P.T., Gianni Zonin, in qualità di ex presidente della BPVi, viene sentito anche "in merito agli acquisti di azioni BPVi da parte della Fondazione Roi". Sulla vicenda complessiva della Roi questo mezzo, anche col libro dossier "Roi. La Fondazione demolita", sta fornendo da tempo molti altri elementi che meriterebbero attenzione non solo mediatica.
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Espongo qui, a cura di Ubaldo Alifuoco, da sempre studioso del caso oltre che storico “cultoreâ€, tecnico e non solo, della lettura di documenti intricati e intriganti, le prime considerazioni possibili sugli stringati bilanci della Fondazione Roi dal 2009, inizio della presidenza di Gianni Zonin, al 2016, ultimo delle sua gestione (cfr. l'inchiesta iniziale riportata in "Roi. La Fondazione demolita"), bilanci che ho ottenuto ufficialmente, insieme ad altri documenti che pubblicheremo, dalla Regione Veneto, ente preposto al controllo delle Fondazioni (ricordiamo che la Roi, come abbiamo anticipato sempre a firma Alifuoco e proprio grazie al primo esame degli atti che ci erano dovuti, ha perso nel 2016 la qualifica di Onlus evidentemente per mancato rispetto delle relative normative).
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