OdG: manifestazioni il 1° luglio per libertà di stampa
Mercoledi 30 Giugno 2010 alle 23:05Ordine dei Giornalisti del Veneto - Anche i giornalisti veneti scendono in piazza giovedì 1° luglio per la libertà di stampa, contro il Ddl Alfano che mira a limitare il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati.
La manifestazione principale è prevista a Roma, in piazza Navona, dalle 17 alle 21, promossa dalla Federazione nazionale della stampa, alla quale ha dato l'adesione anche l'Ordine dei giornalisti. "La democrazia vive di verità , non di censure - afferma il presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino - I giornalisti italiani hanno il dovere di essere il 1° luglio in piazza Navona alla manifestazione indetta dalla Fnsi contro il ddl Alfano".
Continua a leggere28 maggio giornalisti veneti: no a Ddl intercettazioni
Sabato 22 Maggio 2010 alle 01:05Ordine dei giornalisti del Veneto - Ordine dei giornalisti del Veneto, Sindacato e Unione Cronisti hanno organizzato per venerdì 28 maggio, nella sede di Venezia, San Polo 2162, un'assemblea pubblica per affrontare la questione del Disegno di legge Alfano, passato in Commissione giustizia del Senato, che richiamandosi in maniera strumentale ad una privacy fatta su misura solo per i potenti, di fatto sancisce la censura preventiva delle notizie, impedisce ai giornalisti di esercitare il diritto-dovere di cronaca e decreta la cancellazione del diritto costituzionale dei cittadini ad essere informati.
Continua a leggereUspi: aperte trattative per tariffe postali
Venerdi 9 Aprile 2010 alle 16:09Uspi    Â
Pubblichiamo di seguito il comunicato odierno dell'Uspi (Unione Stampa Periodica Italiana a cui aderisce anche il nostro periodico VicenzaPiù, n.d.r.) relativo al problema gravissimo per le testate dello stop alle agevolazioni postali per l'editoria
Avviati i tavoli tecnici con la presidenza del consiglio e poste italiane per le tariffe postali convenzionate
Tariffe convenzionate al posto delle tariffe agevolate: questa la proposta della P.C.M.
Ieri, 8 aprile, si è svolto il primo incontro tra le Associazioni di categoria del settore (USPI, FIEG, AIE, FNSI, FISC, FILE, MEDIACOOP, ANES) con il Governo (presenti i Sottosegretari Letta e Bonaiuti, il Ministro Scajola, il Vice Ministro Romani e il Capo Dipartimento editoria Elisa Grande) e Poste Italiane S.p.A. (nella persona dell'A.D. Sarmi).
Nella riunione, la Presidenza del Consiglio ha sottolineato la necessità di promuovere un Accordo-quadro pluriennale fra Associazioni di editori e Poste, per concordare tariffe postali, in convenzione, in linea con la normativa europea di liberalizzazione dei servizi postali (che, ricordiamo, entrerà in vigore dal 1° gennaio 2011) e possibilmente vicine a quelle praticate finora (o con probabilissimi aumenti, ma che dovrebbero essere calmierati dalla supervisione del Dipartimento Editoria della Presidenza del Consiglio).
Convenzioni Editori-Poste pluriennali, quindi, al posto delle agevolazioni postali compensate dallo Stato.
I tempi, ha annunciato la Presidenza del Consiglio, saranno brevissimi: già oggi la Presidenza incontrerà Poste Italiane e da lunedì inizieranno i Tavoli tecnici di confronto tra le Associazioni degli editori e Poste Italiane, per la sottoscrizione di Convenzioni per la spedizione di giornali quotidiani, periodici e libri, con tariffe commisurate al volume di traffico complessivo del settore rappresentato.
Le problematiche relative al settore del "no-profit" saranno risolte in maniera diversa.
L'A.D. di Poste Italiane, Massimo Sarmi, ha assicurato che, una volta concordate le Convenzioni con le Associazioni, le Poste riconosceranno un conguaglio agli editori che nel frattempo hanno spedito a "tariffa piena", in modo che le nuove tariffe (da concordare) saranno comunque applicate dal 1° aprile 2010.
Difficile, invece, per la Presidenza del Consiglio, che si possano reperire nuovi fondi per le agevolazioni tariffarie postali, la cui sospensione attuata dal decreto del Ministro Scajola del 30 marzo scorso resta quindi in vigore.
Numerose interrogazioni parlamentari sono state, nel frattempo, presentate in Parlamento da diversi partiti politici.
Unione Stampa Periodica Italiana
Email [email protected]
sito http://www.uspi.it
Continua a leggere
Giulio Antonacci eletto presidente dell'Avs
Mercoledi 20 Gennaio 2010 alle 12:41Redazione di VicenzaPiù  Â
In occasione dell'assemblea dei giornalisti convocata per eleggere i delegati all'assemblea regionale del sindacato Fnsi, l'Associazione vicentina della stampa (Avs), emanazione provinciale del sindacato giornalisti, ha rinnovato ieri i suoi vertici eleggendo a suo presidente Giulio Antonacci, l'ex direttore de Il Giornale di Vicenza, sostituito il 22 dicembre da Ario Gervasutti.
Il direttivo è formato dai giornalisti Andrea Libondi, Elisa Santucci, Stefano Girlanda, Alessandra Ortolan, Paola Masera e Gian Maria Maselli, dai Revisori dei conti Marino Smiderle, Gianfranco Candiollo e Luigi Centomo e dai Probiviri Tiziano Bullato (presidente uscente dell'Avs), Marco Sessa e Gilberto Padovan.
L'assemblea sindacale ha avuto come ospite il segretario veneto del sindacato giornalisti Daniele Carlon e ha espresso solidarietà ai collaboratori vicentini del quotidiano "Il Gazzettino", in sciopero in questi giorni per i compensi ridottissimi a causa delle ristrutturazioni in corso, che hanno visto chiudere anche la redazione cittadina.
Continua a leggereGiornalisti veneti: "Libertà di stampa a rischio"
Sabato 26 Dicembre 2009 alle 18:38
Care colleghe, cari colleghi,
bisognerà prima mettersi d'accordo su cosa augurarsi per il 2010.
Augurarci prima di tutto di poter continuare la professione in maniera dignitosa: al cronista non assunto che è stato pagato 99 cent (0,99 euro avete letto bene) per due pezzi d'apertura e al cronista assunto che rischia il posto.
Poi dobbiamo augurarci di poter comunque continuare la professione: se passa il disegno di legge Alfano (quello che viene chiamato "anti intercettazioni" ma che ci impedirà di scrivere qualsiasi evento di cronaca, sia essa nera, giudiziaria, bianca e financo sport, in cui non ci sia stata una conferenza stampa o sia stato diramato un comunicato stampa) sicuramente lavoreremo di meno, ma la professione che abbiamo conosciuto sarà morta e sepolta.
Libertà di ipocrisia
Giovedi 17 Settembre 2009 alle 18:48
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il sindacato dei giornalisti, aveva indetto per sabato 19 settembre a Roma una manifestazione per la libertà di stampa contro il governo Berlusconi (poi sospesa in seguito all'attentato militare in Afghanistan, ndr). Il pericolo, ha chiarito il segretario Franco Siddi, è che il Presidente del Consiglio «si prepari all'affondo finale per abbattere, eliminare, comprimere con leggi bavaglio, il giornalismo che vuole raccontare i fatti approfondire, fornire ai cittadini un'informazione completa». Ora, che Silvio Berlusconi sia refrattario alla stampa come potere di controllo della politica è un fatto acclarato che dovrebbe allarmare tutti coloro che hanno a cuore la democrazia, al di là delle appartenenze di partito. Il premier è rimasto sempre quello che è: un capo-azienda dalle manie di grandezza e con l'allergia alla critiche, sentite come inaccettabili disfattismi lungo la via del (suo) successo.
La scandalosa legge che limita la pubblicazione delle intercettazioni e la proposta, ereditata da Franco Levi braccio destro di Prodi, di ingabbiare la controinformazione su internet, dimostrano un'inusitata volontà di normalizzare, schedare, mettere a tacere le voci scomode. Ma i recenti casi di scontro fra Palazzo Chigi e mondo giornalistico svelano l'altra faccia della medaglia. Quella che può disorientare gli antiberlusconiani dalle granitiche certezze, e che conferma invece quanto il gioco politico in Italia sia una lotta fra bande della stessa risma. La campagna intimidatoria dello scherano Feltri contro l'ex direttore di Avvenire Dino Boffo ha visto la Chiesa nella parte del complice che finge di fare la vittima, poiché invece di difenderlo gli hanno dato il benservito, lasciando a qualche isolato prelato una flebile indignazione. In realtà , papa Ratzinger ha sfruttato l'occasione per rimettere in riga la Cei di cui Boffo era un'emanazione, e trattare direttamente col governo di Roma in questa fase di transizione verso il dopo-Berlusconi. La levata di scudi per la querele di quest'ultimo a Repubblica e l'Espresso per le domande e i servizi sui suoi discutibili costumi sessuali è ipocrisia allo stato puro. Benchè mostri ancora una volta quale padronale concezione dell'informazione abbia il Papi, querelare un giornale non rappresenta di per sé un attentato alla libertà di stampa (semmai un'intimidazione, pratica molto diffusa fra i politici di ogni fazione). La sinistra giornalistica italiana dovrebbe chiedersi, invece, se rappresenti davvero una prova di vero giornalismo quello di dedicare mesi di paginate sui fatti privati di un politico che, finchè non costituiscono reato, rimangono esclusivamente fatti suoi. D'accordo, stiamo parlando del capo del governo in carica, di un uomo pubblico da cui dipendono le sorti del Paese. Ma ben altre sono le questioni che incidono sulla vita della gente: la crisi economica, la disoccupazione, l'avvelenamento ambientale, le istituzioni sequestrate dai partiti e dai potentati economici, la finanza bancaria che continua a dettar legge e, certamente, l'incostituzionale lodo Alfano. Temi su cui le ricette della sinistra fiancheggiata dagli Ezio Mauro e dai Giuseppe D'Avanzo divergono da quelle della destra solo sulle sfumature, quando di fatto non li eludono. Il can can sull'estromissione dal video di Ballarò per far posto ad una serata di Porta a Porta, poi, è degno dei peggiori spettacoli di regime. La banda di sinistra strilla e strepita per l'offesa fatta al suo beniamino, il vespino Floris. Mentre Santoro reciterà come al solito la sceneggiata del censurato causa problemi di rinnovo al contratto di Marco Travaglio, giornalista fra i migliori sulla piazza ma che certo spazi dove lavorare ne ha avuti e ne avrà (a proposito, il 23 settembre esce il nuovo quotidiano Il Fatto, una bella novità nel plumbeo panorama editoriale italiano).
La stretta alla libertà di informare in Italia non è nata con Berlusconi, né si risolverà con la sua uscita di scena. Perché l'editoria di questo Paese è in mano a pochi grandi gruppi, di cui quello berlusconiano con le sue televisioni è il maggiore ma non l'unico. A libro paga di una manciata di industriali, banchieri, finanzieri, palazzinari e concessionari pubblici, i giornalisti italiani della stampa d'establishment sono già privi di libertà . Per obbligo, per vocazione o per necessità , il servilismo è, salvo rare eccezioni, il loro marchio di fabbrica. Che il padrone sia Berlusconi, De Benedetti, gli Agnelli, Mediobanca o Soru, la differenza sta solo nell'interesse, diverso per ciascuno e uguale per tutti. Pecunia non olet.
Alessio Mannino
Continua a leggere
CGIL aderisce alla proposta della FNSI
Lunedi 14 Settembre 2009 alle 16:05CGIL Vicenza
Libertà di stampa ed espressione: Cgil Vicenza aderisce a proposta della FNSI
La decisione della Federazione Nazionale della stampa di indire una manifestazione il 19 settembre prossimo in difesa della libertà di stampa e di espressione è pienamente condivisa dalla Cgil.
L'impressionante escalation di questi mesi e di queste ore contro il ruolo di un'informazione libera e plurale richiede una risposta immediata, urgente e ad essa sono chiamati i singoli cittadini ma anche le associazioni che hanno a cuore libertà e democrazia: ecco perché ci sentiamo interpellati e ci uniamo a chi chiede che si abbandonino pigrizie, indifferenze e sottovalutazioni.
Ricordiamo che nella classifica annuale di Freedon House (organizzazione indipendente fondata negli USA nel 1941 per la difesa della democrazia e la libertà nel mondo, la cui prima presidente fu la first lady Eleanor Roosevelt), l''Italia è l'unico Paese europeo a essere retrocesso dalla categoria dei «Paesi con stampa libera» a quella dei Paesi dove la libertà di stampa è «parziale». La causa: la "situazione anomala a livello mondiale di un premier che controlla tutti i media, pubblici e privati" . Su un punteggio che va da 0 (i Paesi più liberi) a 100 (i meno liberi), l'Italia ottiene 32 voti: unico Paese occidentale con una pagella così bassa.
Ci appelliamo - peraltro - alla stampa stessa, affinchè i temi del lavoro, della crisi e dei disagi che ne stanno derivando per le persone più deboli abbiano la dovuta attenzione.
La nostra Organizzazione organizza pullman con partenza dalla città nella prima mattina di sabato. Per informazioni e prenotazioni telefonare in Cgil allo 0444/564844.