Il 21 marzo scorso titolavamo "BPVi, sequestrati a Gianni Zonin beni per 19 mln: quadri, tappeti, mobili e preziosi nella villa di Montebello del figlio Michele, ora custode giudiziario. Ma pendono indagini su "origine beni" da Fondazione Roi e BPVi" e tra le varie cose affermavamo che "su alcuni beni sarebbero tuttora non chiuse le indagini su possibili sottrazioni con varie modalità alla Fondazione Roi, di cui abbiamo scritto e di cui manca l'inventario, e alla BPVi stessa, su cui scriveremo". A breve, un pizzico di pazienza, manterremo il nostro, documentato, impegno, ma...
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"Abbiamo deciso di venire a Roma davanti al Parlamento ieri, 22 marzo, a mezzanotte" ci racconta mentre il suo cellulare sta esaurendo la carica Patrizio Miatello presidente di Ezzelino III da Onara e animatore dell'unione delle associazioni che sono riuscite ad ottenere l'istituzione del Fondo di ristoro per le vittime di reati finanziari che oggi ammonta a 100 milioni di euro in 4 anni, una miseria, ma che per legge può finanziarsi con i miliardi dei "fondi dormienti", una ricchezza!. "Sembrava, infatti - aggiunge Miatello che nel video a Roma "immortala" il suo appello -, che girasse l'idea di fare saltare la legge e che qualcuno volesse farla rifare e sarebbe stata la fine!".
Beni per oltre 19 milioni di euro sono stati sequestrati a titolo conservativo su ordine del tribunale di Vicenza nella villa palladiana di proprietà della famiglia Zonin(n.b. su alcuni beni sarebbero tuttora non chiuse le indagini su possibili sottrazioni con varie modalità alla Fondazione Roi, di cui abbiamo scritto e di cui manca l'inventario, e alla BPVi stessa, su cui scriveremo, ndr). Si tratta di quadri antichi, tappeti, mobili e oggetti preziosi su cui sono stati apposti i sigilli dagli ufficiali giudiziari, accompagnati da due legali che rappresentano circa 300 ex soci ed ex risparmiatori della Banca Popolare di Vicenza di cui era presidente Gianni Zonin.
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Crac BPVi, scattano i primissimi sequestri conservativi a carico degli imputati. Ad un mese (ieri 19 marzo) dal via libera del giudice che ha autorizzato i sigilli sono state depositate in Conservatoria a Vicenza le trascrizioni dell'ordinanza. Il che significa rendere effettivi i sequestri, i primi di una serie. Si parte con terreni e immobili nel Vicentino dell'ex presidente Gianni Zonin e dell'ex consigliere del cda ed ex presidente di Confindustria Vicenza Giuseppe Zigliotto (nel video Claudio Gatti del Sole 24 Ore ricostruisce le "bolle" di Zonin con i servizi soprattutto di VicenzaPiu.Tv, ndr).
Da ieri la Commissione regionale d'inchiesta sul crac di BPVi e Veneto Banca ha in mano tutta la documentazione relativa agli «scavalcati». Parliamo di tutti gli ex azionisti che fecero richiesta di vendita delle azioni ma i cui ordini rimasero inevasi. Da ieri, la Commissione, non solo sa nomi e cognomi di chi è rimasto a bocca asciutta (oltre 10 mila) ma sa anche chi è riuscito a vendere, facendo richiesta nello stesso tempo. I documenti sono stati inviati dal Movimento Difesa del cittadino, in prima linea per la difesa dei risparmiatori.
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Domani 20 marzo è fissata l'udienza della Corte Costituzionale in merito ad alcune contestazioni alla riforma, varata dal Governo Renzi, che prevede la trasformazione delle banche popolari in spa. Secondo le ultime indiscrezioni, la sentenza da parte della Consulta arriverà entro metà aprile. Successivamente, il Consiglio di Stato dovrà recepirne le osservazioni prima di emettere la sentenza definitiva. Uno dei punti principali riguarda la possibilità per le banche (previo ok di Bankitalia) di limitare/eliminare il diritto di recesso per i soci dissenzienti, qualora il pagamento indebolisse i ratio patrimoniali (gli effetti potrebbero riguardare i soci di BPVi e Veneto Banca che tale diritto non hanno potuto esercitarlo, ndr).
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Dopo il tentativo fallito di alimentare il Fondo di ristoro per le Vittime di Reati Finanziari con gli NPL (Non performing loans), crediti deteriorati ovvero i debiti delle famiglie e imprese, della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, dalla padella si è caduti nella brace: è la SGA spa (Società Gestione Attività ) con sede a Napoli, di proprietà al 100% dello Stato, che l'ha rilevata da... Intesa Sanpaolo, ad avere in gestione la riscossione dei 50 mila crediti in sofferenza delle due banche venete per un controvalore di qualcosa come 18 miliardi di euro e con 300.000 ipoteche (200.000 per ex Bpvi e 100.000 per ex Veneto Banca)
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Che la strategia di Intesa Sanpaolo fosse inflessibile, spregiudicata, spietata nella tutela integrale dei propri interessi, sorda ad ogni altra ragione e che essa si avvalesse di un armamentario impressionante di munizioni e truppe sul campo appare ovvio fin da quella domenica di giugno scorso in cui il Consiglio dei ministri, in due minuti e senza una parola di dibattito, approvò il famigerato decreto legge 99, poi convertito nella legge 131 del 21 luglio successivo.
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Durante il Consiglio Comunale del 15/03/2018 il Sindaco Achille Variati ha risposto ad una mia interrogazione datata 19/09/2017 definita da lui stesso "piuttosto antica" relativa alle azioni intraprese dall'amministrazione comunale per tutelare il patrimonio comunale e della Fondazione Roi costituito dalle quote BPVI. Chissà come definirà , quando e se risponderà , le interrogazioni alle quali ad oggi non ho ancora avuto risposta presentate in data 08/11/2015 e 01/05/2017.
Va verso l'unificazione in un solo maxi-processo l'inchiesta sul crac della Banca Popolare di Vicenza, che ha visto ieri un altro passo avanti della Procura, con il deposito di nuove richieste di rinvio a giudizio. Si tratta di un secondo capitolo di indagine: quello per l'ostacolo alla vigilanza nei confronti di Consob, che i vertici dell'istituto avrebbero compiuto all'atto dell'aumento di capitale nel 2014. È per quell'episodio - oggetto anche di un conflitto di competenza territoriale Milano-Vicenza, che la Procura berica aveva ottenuto a inizio febbraio il sequestro preventivo di 106 milioni di euro: ovvero il profitto stesso dell'aumento di capitale, realizzato da BpVi schermando i controlli di Consob. Quei soldi, all'esito del processo, potrebbero andare a risarcire in toto i risparmiatori ingannati.
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