Archivio per tag: Adico

Categorie: Fisco

Lotta all'evasione: + 32% nel 2009

Giovedi 4 Marzo 2010 alle 05:27

Adico   

"Nel 2009 la lotta all'evasione ha fruttato all'erario 9,1 miliardi di euro" fanno sapere dalla segreteria dell'ADICO.
Un piccolo tesoretto che fa superare il primato dell'anno precedente, quando nelle casse dell'erario tornarono 7 miliardi di euro.

"Si tratta di un record, questo 32% in più, che porta a 16 miliardi di euro il totale delle somme incassate, grazie all'attività di contrasto del sommerso" annuncia il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
"Stiamo percorrendo la strada giusta. I risultati ci danno ragione e sono risultati concreti e tangibili", ha spiegato il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei risultati della lotta all'evasione nel 2009.
"Si parla - ha aggiunto Befera - di euro realmente entrati nelle casse dello Stato, che hanno migliorato la percentuale di rendimento dell'Agenzia delle Entrate. Con questi risultati si rafforza ulteriormente l' impegno a ridurre i danni provocati dall'evasione fiscale, a difesa della collettività e delle imprese sane. Sono convinto che i buoni risultati si raggiungono non soltanto con l'impegno e la dedizione. È necessario mettere in campo strategie, come questa Agenzia ha fatto e continuerà a fare, per colpire in modo mirato, scientifico e soprattutto efficace gli evasori".
In particolare, nel mirino dell'Agenzia delle Entrate sono finiti i soggetti di piccole dimensioni su cui si sono concentrati 6.132 controlli. A seguire le imprese di medie dimensioni con 2.692 verifiche, mentre sui grandi contribuenti sono stati effettuati 601 controlli mirati. Fra quest'ultimi, è stata accertata maggiore Iva evasa per 158 milioni di euro, 295 milioni di euro nelle imprese di medie dimensioni e 220 milioni di euro nei soggetti di piccole dimensioni.
Intanto sul fronte dello scudo fiscale, per Befera la riapertura fino al 30 aprile dei termini permetterà di condonare principalmente case e grandi patrimoni. "Le nuove operazioni non riguarderanno regolarizzazioni, ma soprattutto rimpatri giuridici e fisici", ha aggiunto.

 

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Categorie: Sanità

Alcol, l'allarme comincia a 12 anni

Mercoledi 3 Marzo 2010 alle 21:22

Adico   

Alcol, un italiano su dieci ne abusa. L'allarme comincia a 12 anni
Una persona su dieci beve quotidianamente in quantità non moderate e il 15,9% non rispetta le indicazioni di consumo proposte dagli organi di tutela della salute.

E per i più giovani arriva intorno ai 12 anni il momento del primo bicchiere, un'età che è la più bassa in Europa. Un consumo a rischio, perché prevalentemente fuori pasto. I dati della relazione al Parlamento del ministero della Salute.
Bevono perché è l'ora dell'aperitivo, perché sono in giro con gli amici, perché così si sentono più grandi. Aumenta di anno in anno il consumo di bevande alcoliche tra i giovani italiani. E arriva intorno ai 12 anni il momento del primo bicchiere, un'età che è la più bassa in Europa e per la quale il consumo consigliato è pari a zero. Basti pensare che nel 2008, tra gli 11 e 15 anni, il 17,6% dei ragazzi ha consumato 'drink'. È un dato che preoccupa quello che emerge dalla relazione al Parlamento sugli interventi realizzati da ministero della Salute e Regioni in materia di alcol e problemi alcolcorrelati, anni 2007-2008.
Non solo giovani. Anche tra gli adulti le cose non vanno meglio. Pur registrando percentuali più basse rispetto a altre nazioni europee, c'è comunque un consumo sostenuto, tanto che una persona su dieci beve quotidianamente in quantità non moderate e il 15,9% non rispetta le indicazioni di consumo proposte dagli organi di tutela della salute. Rispetto all'Europa, l'Italia presenta una minore prevalenza di consumatori di bevande alcoliche e una ridotta diffusione della mania di bere fino a stare male rispetto agli altri Paesi. Tuttavia, fra coloro che consumano alcol, ben il 26% lo fa quotidianamente (il doppio della media europea), il 14% lo fa da 4 a 5 volte a settimana (valore più alto in Europa) e il 34% pratica il binge drinking almeno una volta a settimana (contro il 28% della media europea).
Bere per ubriacarsi. Un quadro epidemiologico, quello tracciato dal Ministero, da cui emerge la diffusione di comportamenti a rischio lontani dalla tradizione nazionale. Primo tra tutti il binge drinking, le cosiddette 'abbuffate' d'alcol fino all'ubriacatura, diffuse soprattutto nella popolazione maschile di 18-24 anni (22,1%) e di 25-44 (16,9%).

"Sono anni che vediamo diminuire l'età in cui i ragazzi cominciano a bere - commenta il professor Emanuele Scafato, direttore del centro dell'Oms di ricerca sull'alcol e direttore dell'Osservatorio Nazionale Alcol dell'Istituto Superiore di Sanità - e sempre più spesso ci troviamo di fronte a cui un fenomeno che dimostra la voglia dei più piccoli di provocare, di apparire grandi e emancipati, disinibiti agli occhi degli altri: il binge drinking". Ciò significa che ormai i ragazzi bevono per ubriacarsi e non solo il sabato sera.
Il consumo fuori pasto. Altra tipologia di consumo a rischio prevalente tra i giovani è, inoltre, il consumo fuori pasto, che ha riguardato nel 2008 il 31,7% dei maschi e il 21,3% delle femmine di età compresa fra gli 11 e i 24 anni. Nella stessa fascia di età, il 13,2% dei maschi e il 4,4% delle femmine ha praticato il binge drinking nel corso dell'anno.
I rischi della dipendenza. Secondo l'Istituto superiore di sanità l'alcol sarà la terza causa di disabilità, mortalità e morbilità nei prossimi anni. L'alcol è oggi all'origine del 25% della mortalità giovanile dei ragazzi e del 10% di quella delle ragazze. Senza parlare delle morti sulle strade, correlate al consumo di alcolici: si stima che siano il 30% e il 50% del totale di tutti gli incidenti.

 

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Limite massimo di spesa per Internet

Mercoledi 3 Marzo 2010 alle 02:33

Adico   

Nuove tutele per chi naviga in internet: introdotto il limite massimo di spesa

"Finalmente l'Unione Europea ha introdotto un tetto massimo ai costi di navigazione su Internet per chi viaggia" si legge nell'ultima nota diffusa dall'ADICO "evitando cosi salassi per i consumatori".
La nuova direttiva dell'Ue, spiegail presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini prevede che sul traffico dati scaricato nei periodi di permanenza all'estero, le compagnie telefoniche sono infatti obbligate a fissare un limite di euro mensili, quando il consumatore utilizza il cellulare e il computer portatile per navigare su Internet all'estero".
Il cliente, fanno sapere dall'ADICO deve prima essere avvisato se raggiunge l'80% del plafond e poi, se continua a rimanere collegato, al raggiungimento del massimale previsto la connessione a Internet verrà bloccata automaticamente.
Per quanto riguarda questo tetto, "chi non fa una scelta entro il 1° luglio 2010 avrà un limite imposto di 50 euro. Ma se per esigenze lavorative o personali si è consapevoli di superarlo, allora si potrà scegliere un diverso ammontare massimale personalizzato che si è disposti a spendere. Resta comunque anche in questo caso l'invio dell'avviso raggiunto l'80% dell'importo".
L'obiettivo di Bruxelles è evidente: tutelare gli internauti che navigano in rete con i propri cellulari e, allo stesso tempo, invogliare i gestori di telefonia mobile a ridurre le tariffe per la connessione a Internet.
Il Commissario europeo responsabile della concorrenza Neelie Kroes, ha infatti spiegato che "la protezione contro le bollette choc per lo scambio di dati in roaming è un utile passo in avanti nella costruzione della fiducia dei consumatori nell'uso della telefonia mobile per navigare su internet quando viaggiano in Europa".
Mentre per il portavoce della Commissione Europea, Jonathan Todd, questa normative dovrebbe spingere gli operatori europei a ridurre le tariffe di connessione a internet in roaming. "Quando gli utenti si accorgeranno di consumare i loro crediti troppo velocemente - ha spiegato - cercheranno di trovare dei sistemi alternativi per accedere alla rete. Di conseguenza, per evitare di perdere clienti le compagnie dovranno applicare tariffe più competitive".
Infine, grazie alle nuove norme europee, il prezzo che gli operatori di telefonia mobile pagano tra di loro per lo scambio di un megabyte di dati è stato limitato ad 1 euro, e sarà ulteriormente diminuito nell'arco dei prossimi due anni.
La Commissione è anche intervenuta per calmierare i costi che gli operatori si praticano l'un l'altro all'ingrosso, fissando un tetto di 1 euro a MB, che dovrebbe scendere ulteriormente nei prossimi due anni.

 

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Disoccupazione record all'8,6% a gennaio

Martedi 2 Marzo 2010 alle 06:52

Adico     

"Continua senza sosta l'emorragia dei posti di lavoro prodotta dalla crisi economica" denuncia il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
Il tasso di disoccupazione continua a salire e a gennaio si posiziona all' 8,6%, dall'8,5% di dicembre 2009.

Lo comunica l'Istat, sottolineando che e' il dato peggiore da gennaio 2004, inizio delle serie storiche. Il tasso di disoccupazione giovanile, fa inoltre sapere l'Istat, è pari al 26,8%, con una crescita di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,6 punti percentuali rispetto a gennaio 2009. La disoccupazione maschile raggiunge a gennaio un livello pari a 1 milione 147 mila unità, in aumento del 2,1% (+23.000 unità) rispetto al mese precedente e del 27,2% (+245.000 unità) rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Il numero di donne disoccupate è invece pari a 997.000 unità con una riduzione dell'1,9% rispetto a dicembre (-19.000 unità), a fronte di un aumento del 9,8% rispetto a gennaio 2009 (+89.000 unità). Il tasso di disoccupazione maschile risulta uguale al 7,7%, in crescita sia rispetto a dicembre (+0,2 punti percentuali) sia rispetto a gennaio 2009 (+1,7%). Il tasso di disoccupazione femminile è pari al 9,8%, in diminuzione rispetto a dicembre (-0,2 punti percentuali) ma in aumento rispetto al mese di gennaio 2009 (+0,8 punti percentuali).
L'occupazione a gennaio è rimasta sostanzialmente invariata rispetto a dicembre, mentre ha perso l'1,3% rispetto a gennaio 2009, pari a 307mila unità in meno. Lo comunica l'Istat, sulla base dei dati provvisori e destagionalizzati.
L'occupazione maschile, sempre a gennaio, risulta pari a 13 milioni 677 mila, più bassa dello 0,1% rispetto al mese precedente (-18 mila unità) e dell'1,9% (-260 mila unità) rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. L'occupazione femminile, invece, è pari a nove milioni 228 mila unità, con un aumento rispetto a dicembre dello 0,1% (più 8 mila unità) e una riduzione dello 0,5% (-47 mila unità) rispetto a gennaio 2009. Guardando al numero degli inattivi di età compresa tra i 15 e i 64 anni, esso risulta pari a 14 milioni 871 mila unità, con un aumento dello 0,2% (+28 mila unità) rispetto a dicembre 2009 e dell'1,2% (+172 mila unità) rispetto a gennaio 2009.
Il numero delle persone in cerca di occupazione a gennaio risulta pari a 2.144.000, in crescita dello 0,2% (+5mila) rispetto al mese precedente e del 18,5% (+334mila) rispetto a gennaio 2009. Lo comunica l'Istat, sottolineando che si tratta dell'ottavo incremento su base mensile consecutivo.
"Un dato destinato sicuramente a peggiorare quando migliaia di persone si troveranno senza sussidi di disoccupazione e di tutele previdenziali", fanno sapere dall'ADICO.

 

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Da oggi tutele più ampie per i correntisti

Lunedi 1 Marzo 2010 alle 20:55

Adico     

"Da oggi entra in vigore il decreto che introduce forme più ampie di tutela per i correntisti" fanno sapere dall'ADICO.
Si tratta "di una piacevole sorpresa per chi allo sportello ha sempre lamentato scarsa trasparenza e soprusi da parte delle banche" commenta soddisfatto il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
Questo perché, spiega Carlo Garofolini, "la Banca d'Italia ha recependo la direttiva dell'Unione Europea 2007/64/CE-PSD che mira a prevedere regole uniformi che garantiscano livelli elevati di chiarezza, qualità e accessibilità sui servizi di pagamento".
Si tratta di due importanti provvedimenti, a detta dell'ADICO.
Il primo riguarda i bonifici; la banca dovrà accreditare l'importo dell'operazione di bonifico entro la fine della giornata lavorativa successiva sul conto del beneficiario ed anche la valuta dovrà essere calcolata sempre entro le 24 ore. Sul fronte degli assegni sarà invece ridotto e uniformato a 4 giorni il limite per l'accredito e le somme accreditate a favore dei correntisti saranno subito disponibili, senza attendere i giorni di valuta.
Le banche dovranno inoltre offrire maggiore protezione a chi utilizza l'home banking o una carta di pagamento; in caso di perdita o di furto di una carta di credito il massimo del danno che potra' essere addebitato al titolare sara' di 150 euro.
Il secondo invece e' la creazione degli istituti di pagamento. Potranno diventare tali, tutte quelle società dotate di una capillare rete distributiva - come la Gdo, i gestori utilities e i gestori mobili - a patto che possano vantare un capitale sociale compreso tra i 25mila e 125mila euro. A loro, infatti, si applicherà un regime di controlli basato su un'adeguata struttura organizzativa e su requisiti patrimoniali minimi di onorabilità e professionalità sia degli esponenti aziendali che dei partecipanti.
Cosi' al supermercato come alla pompa di benzina sara' possibile effettuare pagamenti, farsi accreditare lo stipendio e aprire un conto corrente. Il principio e' chiaro: i nuovi operatori potranno proporre ai clienti - per un vasto ventaglio di servizi di pagamento - offerte abbinate a un conto prepagato che sara' alimentao dallo stipendio, dalla pensione o dal versamento in contanti ma che dovra' essere utilizzato per i pagamenti via cellulare e Internet. Il conto non darà interessi sul denaro depositato perché il servizio e' stato concepito come strumento di pagamento in grado di incentivare sempre più cittadini ad utilizzare sempre meno i contanti.
Gli operatori potranno cosi' fare credito per operazioni finalizzate agli acquisti, nel rispetto dei limiti fissati da Bankitalia. In particolare, la direttiva fissa in 150 euro il tetto di spesa che può essere effettuato per ogni pagamento mediante il telefonino, con la concessione di piccoli prestiti per massimo 12 mesi.
Gli istituti di pagamento - che non potranno creare moneta elettronica - cominceranno ad operare solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione di Bankitalia. Un ok condizionato dall'adesione all'Arbitro bancario e finanziario (istituito lo scorso ottobre all'interno della Banca d'Italia per risolvere le controversie sui c/c o sui mutui che riguardano operazioni fino a 100.000 euro) e dal rispetto delle regole di trasparenza che consentono di estendere anche a questo settore le principali innovazioni della normativa in termini di confrontabilita' e chiarezza delle informazioni.

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Spesa di gruppo: costa meno cibo di qualità

Sabato 27 Febbraio 2010 alle 21:11

Adico   


In Italia continua a rafforzarsi la spesa di gruppo. Infatti, spiega il presidente dell' ADICO, Carlo Garofolini "è un metodo di acquisto che permette alle famiglie di spendere meno e garantirsi cibi di qualità".
Un fenomeno che "trova iniziativa nei posti di lavoro, nei centri sportivi e ricreativi,nei condomini" spiegano dalla segreteria dell'ADICO i quali mettendosi assieme "riescono a garantirsi un volume di acquisto sufficiente ad ottimizzare sia i costi di trasporto che di acquisto, oltre ad accedere a canali distributivi più vantaggiosi quali possono essere gli agricoltori, mercati rionali, fattorie".

Il funzionamento del gruppo d'acquisto di solito prevede la definizione di una lista di prodotti che trasmessa al produttore al momento della consegna si effettua il pagamento.

''La vendita diretta e' un' opportunità per il Paese, con un aumento della concorrenza che va a beneficio delle imprese agricole e dei consumatori - rileva il presidente di Coldiretti Sergio Marini - Ed e' anche una occasione far conoscere e divulgare i veri sapori della tradizione italiana''.

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Categorie: Fisco

No a ipoteche Equitalia sotto 8.000 euro

Sabato 27 Febbraio 2010 alle 00:30

Adico       

Class action contro Equitalia: illegittime le ipoteche per debiti inferiori agli 8.000 euro

La Corte di Cassazione ha stabilito - con la sentenza n. 4077 del 22 febbraio 2010 - che sono illegittime le ipoteche iscritte sui beni immobili se il debito reclamato e' inferiore agli 8.000 euro e se non se ne da' preavviso al contribuente.
"Una sentenza che rasserenerà migliaia di italiani alle prese ogni mese con l'insopportabile peso delle rate del mutuo, dell'auto o del televisore e che rischiavano vedersi mettere un'ipoteca sulla casa per poche centinaia di euro non pagati" spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.

Una decisone che, tuttavia, non ha affatto convinto Equitalia che si e' rivolta alla Cassazione. La societa' incaricata proprio per la riscossione coatta dei tributi ha, infatti, ritenuto incompetente il giudice di Pace, essendo intervenuta la giurisdizione esclusiva delle commissioni tributarie dl 223/2006 e spiegando che il limite di valore interessa unicamente l'espropriazione immobiliare e non anche l'iscrizione di ipoteca.
Per la suprema Corte e', infatti, nulla l'iscrizione ipotecaria sui debiti di modico valore. Deve sempre superare gli 8 mila euro l'importo della cartella esattoriale sulla base della quale viene esercitata la formalità-ipotecaria prevista dall'art. 77 del dpr a. 602/1973. Ciò in virtù del fatto che "l'iscrizione di ipoteca - si legge nella sentenza - e' un atto preordinato e strumentale all'espropriazione immobiliare e in quanto tale ne eredita le regole operative".
In conseguenza del rigetto del ricorso l'Equitalia e' stata anche condannata al pagamento delle spese del giudizio liquidate.
"Una sentenza clamorosa che ora apre le porte per una class action storica contro Equitalia per la revoca di un milione di ipoteche e il risarcimento danni ad un milione di contribuenti" conclude il presidente dell'ADICO.

 

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Categorie: Famiglia

Consigli sul trilocale, immobile ideale

Venerdi 26 Febbraio 2010 alle 20:42

Adico   

L'immobile ideale è il trilocale: alcuni consigli per valutarlo meglio

"La tipologia immobiliare più ricercata dagli italiani in cerca di casa è il trilocale", si legge nell'ultima nota diffusa dall'ADICO.
Un dato che trova conferma dall'indagine condotta da Tecnocasa secondo cui il trilocale raccoglie il 35,9% delle preferenze nelle grandi città ed 49,3% nei capoluoghi di provincia, soggiorno con angolo cottura, due camere, servizi.
Per il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini "sono le nuove costruzioni a destare il maggiore interesse, anche grazie ai sempre più elevati standard qualitativi che gli immobili dispongono che permettono all'inquilino poter risparmiare sulle bollette".
Per coloro che non riescono ad aggiudicarsi un trilocale, sempre secondo l'indagine condotta daTecnocasa, il 29% degli italiani optano per il bilocale; il 21,7% per il quattro locali; l' 8,4% opta invece per il cinque locali.
Nelle grandi città ci sono comunque delle eccezioni. Milano, Roma e Napoli segnalano infatti come sempre una maggiore richiesta per il bilocale.
A Firenze si nota, invece, un'equiparazione della domanda di trilocali e quattro locali che raccolgono entrambi il 30,4% delle richieste. A Torino è molto simile la concentrazione di richieste di bilocali (32,5%) e di trilocali (32,9%).
A Firenze, Genova, Palermo e Verona la domanda si indirizza prevalentemente sui trilocali e quattro locali.
Capitolo a parte per la disponibilità di spesa. Secondo Tecnocasa nelle grandi città si ha un budget più ampio che oscilla tra i 170 mila euro e 249 mila euro. Importo messo in conto dal 24,4% dei clienti per aggiudicarsi il taglio composto da tre stanze. Ma c'è anche un 21,5% di italiani in grado di sborsare tra i 250 a 349mila per comprare casa.
La crisi si è comunque fatta sentire: dallo scorso luglio, infatti, si è registrato un aumento delle richieste nella fascia di spesa fino a 119.000 euro.
Dall'ADICO ricordano avvertono che "quando si decide comprare casa è molto importante riuscire a valutare se il prezzo proposto dall' agenzia immobiliare, dal costruttore o dal privato è congruo". Infatti, fanno presente dall'associazione che "i fattori per cui il prezzo di un immobile possono dipendere da diversi fattori, quali ad esempio: tipologia dell' immobile, qualità dell' edificio, esposizione, rumore, se l' edificio è a più piani se è presente o meno l' ascensore, manutenzione interna, riscaldamento, parcheggio in strada, parcheggio di proprietà, vicinanza ai servizi pubblici..".
Infine è buona norma, conclude Carlo Garofolini "ricordarsi di valutare se appartamento si trova vicino al posto di lavoro, vicino alla casa del genitore anziano, ai servizi pubblici".

 

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Categorie: Politica

Veneto: che buonuscita ai non rieletti!

Venerdi 26 Febbraio 2010 alle 05:50

Adico   

Veneto. Quasi 47mila euro di buonuscita ai consiglieri non rieletti, 93mila a Galan

Nel 2010 l'assemblea regionale di Palazzo Ferro Fini costerà ai veneti 60 milioni di euro. E di questi 60 milioni, oltre 24 - 3,2 in più rispetto al 2009 - serviranno per pagare le indennità dei consiglieri e le pensioni degli ex. "Colpa" delle elezioni: a marzo si vota e la stima è che l'assemblea si rinnovi per il 50 per cento. A chi se ne andrà perché non più ricandidato o comunque non più rieletto, la Regione dovrà pagare il Tfr, il trattamento di fine rapporto ("assegno di fine mandato"). E poi ci saranno le pensioni, il cosiddetto "assegno vitalizio". Ma a testa quando prenderanno i consiglieri che non torneranno al Ferro Fini?

I conti vanno fatti sulla base della legge regionale 9/1973, quella che lega gli stipendi alle indennità dei parlamentari. Degli stipendi si sa: sono pari all'80% delle indennità dei parlamentari. Ossia: a Montecitorio i deputati prendono 11.703,64 euro al mese, al Ferro Fini i consiglieri regionali hanno una paga base di 9.362,91 euro lordi (senza contare le indennità aggiuntive). Quanto al Tfr, la legge del '73 stabilisce che a chi finisce il mandato vada un assegno pari a una mensilità dell'indennità base lorda per ogni anno di effettivo esercizio, con un massimo di dieci mensilità. Con gli esempi si capisce meglio.

Giancarlo Galan, che in Regione non tornerà, avrà il massimo di Tfr: 93.629,10 euro, pari a dieci mensilità, anche se il suo mandato è durato quindici anni. Nel caso non fosse rieletto, Nicola Atalmi avrà un Tfr di 46.814,55 euro, somma che si ottiene moltiplicando l'indennità di 9.352,91 euro per i cinque anni del mandato. Il consigliere del Pdci, in realtà, al Ferro Fini c'è dalla fine del 2004, ma per far scattare l'anno intero servono almeno 6 mesi e un giorno di effettiva permanenza. Motivo per cui il leghista Claudio Meggiolaro non avrà un euro: entrato al Ferro Fini il 2 settembre scorso, maturerebbe il Tfr il prossimo 3 marzo, solo che la legislatura scade il 10 febbraio. Una manciata di giorni.
Sul calcolo del Tfr al Ferro Fini si sono sprecate congetture e illazioni, arrivando a sostenere che molti consiglieri prima di dimettersi anticipatamente si attaccavano al pallottoliere. O forse erano solo casualità. La leghista Mara Bizzotto, prima di lasciare la scorsa estate il Ferro Fini (scranno liberatosi appunto per Meggiolaro) per andare all'europarlamento, ha atteso il 3 agosto, raggiungendo i tre anni pieni, oltre al mandato dal 2000 al 2005. L'elenco (ufficioso) completo di tutti i consiglieri passati e rimasti in Regione dal 2005 è nella tabella nella pagina a fianco. È indicata anche la futura pensione: per averla è necessario aver compiuto i 60 anni e versato i contributi per un intero mandato, cioè almeno cinque anni. Tra l'altro è una pensione cumulabile con quella di parlamentare (per chi l'ha già fatto o lo farà).

Mai pensato di rivedere il meccanismo? Ci aveva provato invano proprio Atalmi, alcune settimane fa, proponendo di "slegare" le indennità dai parlamentari. Ma il consiglio regionale ha silenziosamente bocciato anche l'emendamento alla Finanziaria presentato da Franco Frigo (Pd) per contenere i costi della politica. «Il Tfr - dice Frigo - aveva un senso per il reinserimento lavorativo, andrebbe semmai aumentato per un giovane che sta in consiglio un solo mandato e modificato per gli altri che sono qui da tempo e magari pronti per la pensione. La Lombardia su questo tema è già intervenuta».
Frigo - che abbasserebbe del 40% le indennità base facendo una media con le altre regioni di paesi europei, tipo Spagna e Germania - chiedeva di eliminare anche le indennità aggiuntive, ad esempio quelle per i vicepresidenti di gruppo o i segretari di commissione: oggi riguardano 24 consiglieri, togliendole si sarebbero risparmiati 600mila euro. Proposta bocciata. Nessuno è insorto.

 

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Categorie: Fisco

In arrivo il "nuovo" Cud 2010

Giovedi 25 Febbraio 2010 alle 11:22

Adico   

"Tra pochi giorni dipendenti e pensionati riceveranno, in duplice copia dai sostituti d'imposta o degli enti pensionistici, la dichiarazione dei redditi erogati nel corso del 2009" avvertono dalla segreteria dell'ADICO.
Lunedi' 1° marzo è il termine ultimo per rilasciare il Cud attestante le somme erogate, le relative ritenute effettuate e versate all'Erario e i dati previdenziali ed assistenziali relativi ai contributi versati o dovuti all'Inps, all'Inpdap e all'Ipost.
In caso di cessazione del rapporto di lavoro, la certificazione va consegnata entro 12 giorni dalla richiesta del contribuente.
Quest'anno per semplificare le cose, speiga il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini, "il Cud, ha una veste grafica più snella non solo dal punto di vista del linguaggio, ma anche per quanto riguarda la compilazione con spazi idonei per indicare, ad esempio, l'ammontare del "bonus famiglia", i contributi versati dai dipendenti alla loro prima occupazione per le forme pensionistiche complementari o la detrazione Irpef sul trattamento economico accessorio del personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico".
Ma la novità principale, aggiunge nella nota Carlo Garofolini "e' rappresentata dall'obbligo di indicare tutti i dati dei familiari per i quali il lavoratore ha goduto durante il periodo di imposta delle detrazioni fiscali utilizzando il codice BO, cosi il lavoratore potrà avere immediata contezza di eventuali detrazioni usufruite in misura maggiore o non godute e procedere al recupero, o alla restituzione, mediante la presentazione del modello 730/2010 o Unico 2010. Nel Cud 2010 il campo "Eventi eccezionali", potrà essere utilizzato dai contribuenti residenti al 6 aprile 2009 nei comuni della provincia dell'Aquila colpiti dal sisma, per i quali sono stati sospesi, fino al 30 giugno 2010, i termini per gli adempimenti e i versamenti fiscali".

 

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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