Vittorelli (Sel) entra nel dibattito Pd sulle coppie di fatto: "Parolin guardi gli altri paesi"
Martedi 16 Agosto 2011 alle 20:05 | 0 commenti
Davide Vittorelli Coordinamento provinciale di Sinistra Ecologia Libertà - Non è mia intenzione praticare ingerenze nei dibattiti interni ad un partito nel quale non milito, ma col quale, tuttavia, Sinistra Ecologia Libertà conta di affrontare le future scadenze elettorali ed insieme al quale prevede di redigere il prossimo programma di coalizione e di governo. Precisato questo, non nego di aver nutrito un certo malessere nel leggere, in questi giorni, le dichiarazioni di alcuni dirigenti del Partito Democratico vicentino in ordine al tema dei diritti civili e delle coppie di fatto.
Argomento che torna oggi alla ribalta a seguito del matrimonio, svoltosi a Francoforte, tra l’on. Concia e la propria compagna, Ricarda. Leggo, perplesso, di fantomatiche “Lobby gay da fermare†e di “senso di disgusto per le unioni tra due persone dello stesso sessoâ€; non so se a far parlare sia il caldo estivo od una, finora sopita, effervescenza omofoba, tuttavia vorrei svolgere un duplice ragionamento.
Ci tengo a ricordare, in primis, che Germania, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi, Paesi scandinavi, Spagna, Portogallo, USA, Canada, Ungheria, Croazia, Sud Africa e molte altre nazioni, prevedono normative che equiparano i diritti delle coppie eterosessuali a quelle omosessuali e che, in nessuno di questi ordinamenti giuridici, a tale parificazione dei diritti, è corrisposta una consequenziale diminuzione della tutela e della garanzia della famiglia tradizionale. Quando pertanto Parolin, rivolgendosi alle coppie di fatto, si chiede, “se siano queste le famiglie da sostenersiâ€, sbaglia a priori l’interrogativo, dovendo invece chiedersi “se anche quelle famiglie vadano tutelate, se anche quelle famiglie abbisognino delle medesime tutele e garanzie, se anche quelle famiglie possano, nella nostra società , godere di pari dignità , uguaglianza, diritti e consequenziali doveri come le altreâ€.
L’amore non ha bandiere, non ha colori, non ha genere e ciò è dimostrato dal fatto che nel mondo, sia governi di centrodestra che di centrosinistra hanno posto in essere, pacificamente, queste normative paritarie. In secundis, mi permetto di rilevare che forse, prima di muovere dichiarazioni di pancia o di preconcetto, bisognerebbe ritrovare il gusto del confronto civile, del rispetto dei sentimenti personali ed intimi, e guardare ai bravi maestri del nostro passato, poiché solo così potremo tutti insieme porre le basi per una società più giusta ed equa. I padri costituenti, nella redazione della Carta, lavorarono in prospettiva, con uno sguardo lanciato oltre l’orizzonte del loro presente e con una capacità ineluttabile di leggere tra le pieghe della società italiana. Mi permetto di ricordare che quel monumento giuridico che è la nostra Carta Costituzionale, troppo spesso inattuata e vilipesa, stabilisce, all’art. 2, che: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità , e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e socialeâ€. L’art. 3, poi, afferma che: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali di fronte alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e socialiâ€. E continua sostenendo che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza, ed impediscono il pieno sviluppo della persona umanaâ€. Si soffermi Parolin su questi articoli e si chieda se le leggi italiane, oggi in vigore, siano rispettose di questi dettami, si chieda se non è forse l’ora che l’Italia attui una seria regolamentazione delle coppie di fatto come in tutti i paesi giuridicamente più avanzati, si chieda se è “normaleâ€, nel 2011, avere famiglie di serie A e di serie B.
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