Vicenza, nodo dell'Alta Capacità? Il dibattito prosegue. Di meno sul "se", di più sul "come"
Sabato 15 Agosto 2015 alle 12:00 | 0 commenti
«Egregio Direttore, scricchiola, vacilla la posizione del Sindaco e dell'Amministrazione comunale relativamente al passaggio dell'Alta Velocità (diremmo Alta capacità , ndr) in territorio vicentino. Di ritorno di Roma pochi giorni dopo il voto in Consiglio comunale (13 Gennaio 2015), che avallava lo studio di fattibilità , il primo cittadino dichiarava che "o si fa così, o non si fa niente"». Esordisce così in una lettera Luigi Damian su una questione, quella dell'Alta Capacità , che siamo sicuri terrà viva l'attenzione di Vicenza ancora per molto.
Sull'argomento, non esaurito certo dal voto in Consiglio Comunale, voluto strategicamente da Achille Variati, è la nostra convinzione, non per "congelare" una soluzione, ma per mettere nel cassetto un finanziamento altrimenti non più riproponibile, faremo molte osservazioni, dopo quelle iniziali legate alla esatta denominazione del tipo di collegamento: Alta Capacità e non, al... momento, Alta Velocità . Tac, quindi, e non Tav, che noi, nel caso, preferiremmo, lo abbiamo detto subito, per ricollegare Vicenza all'Italia del centro sud e al resto d'Europa, nord Italia incuso, sulla direttrice ovest - est - nord (nella foto Achille Variati con Graziano Delrio, nuovo ministro alle infrastrutture al posto del dimissionato Maurizio Lupi, ndr).
Ci saranno tempo e modi per approfondire quello che "ha in testa" Variati, non solo per Vicenza ma per tutto il suo ben più vasto bacino che nel tempo, però ed è stato un problema, mai si è riconosciuto nel capoluogo per fare massa critica, politicamente e sinergicamente.
Quello che è certo è che Achille Variati oggi ha l'occasione, storica e irripetibile, di far valere a livello nazionale tutto il peso politico e strategico che da sindaco di Vicenza, presidente della Provincia, o Area Vasta che dir si voglia, e presidente dell'UPI può mettere sul tavolo delle trattative considerando adeguatamente anche il numero e l'importanza delle aziende da lui gestite dai vertici dei vari enti presieduti o in cui ha voce e il credito politico maturato in casa PD da, rimpianto, escluso alle Regionali lasciate improvvidamente scorrere verso il flop di lady Moretti.
Nell'attesa... attiva del prossimo futuro "ferroviario" pubbichiamo, intanto, come ulteriore spunto di riflessione, l'opinione pervenutaci da Luigi Damian.
Egregio Direttore, scricchiola, vacilla la posizione del Sindaco e dell'Amministrazione comunale relativamente al passaggio dell'Alta Velocità (diremmo Alta capacità , ndr) in territorio vicentino. Di ritorno di Roma pochi giorni dopo il voto in Consiglio comunale (13 Gennaio 2015), che avallava lo studio di fattibilità , il primo cittadino dichiarava che "o si fa così, o non si fa niente"
Successivamente, abbiamo registrato una prima retromarcia relativa al doppio tunnel (stradale-fluviale) a causa delle veementi proteste arrivate da più parti: rimane la parte fluviale e il collegamento stradale viene eliminato. Per sopperire a ciò, si è pensato alla copertura di Viale del Risorgimento (ovviamente proposta bocciata da RFI).
Altre proteste sono poi arrivate anche in riferimento al tunnel fluviale sotto Monte Berico, Monastero Carmelitano, Villa Valmarana ai Nani e vicinanze della Rotonda, al punto che, altra retromarcia, si è pensato ad un canale scolmatore che, da Ponte del Quareo, passando sotto i Colli Berici, si sarebbe immesso nel Bacchiglione all'altezza di Via Sardegna- Cà Tosate. Idea, questa, presente da vent'anni, accantonata all'epoca dato l'insorgere di vari gruppi ambientalisti, che oggi invece rimangono in silenzio (?).
Due cose, relativamente all'acqua, mi sono state insegnate fin da piccolo: che non bisogna mai modificare l'alveo naturale dei fiumi (prima o poi se lo riprendono, ed il Teatro Olimpico, canale scolmatore o no senza altri interventi, rischierà comunque) e che l'acqua non ha "mal di schiena" (e, a tal proposito, quale soluzione peggiore di indirizzare direttamente l'acqua a Cà Tosate, dove il rischio alluvione è già estremo?).
Infine, ci tengo a soffermarmi brevemente su un recente aspetto economico: i 750.000 euro stanziati per il restyling della stazione, che fanno ben sperare riguardo al salvataggio della stessa, ma che fanno sorgere dubbi sull'effettivo passaggio dell'AV a Vicenza; ed allora riflettiamo, torniamo alla ragione.
Il progetto alternativo esiste da tempo: la linea AV, provenendo da Verona, si staccherebbe dalla
linea storica dopo Montebello (passaggio a sud dei Berici) per riavvicinarsi prima di Grisignano.
Solo i treni AV che fermassero nella città di Vicenza percorrerebbero la linea storica e farebbero servizio viaggiatori nell'attuale stazione.
Si eviterebbe, in questo modo, l'abbattimento di più di 80 case, varie fabbriche, svariate infrastrutture ferroviarie e stradali. Certo ci sarebbero da "forare" i Colli Berici, ma problemi non dovrebbero essercene vista la sicurezza con cui è stato deciso e praticamente avallato da tutti l'eventuale tunnel fluviale per lo scolmatore.
Il foro andrebbe fatto più stretto ma un po' più alto ed anziché l'acqua si farebbero passare i treni garantendo tranquillità a tutti, sindaco compreso (il quale dichiarava di non voler passare notti insonni, cosa che invece succede da tempo al sottoscritto quando penso ad uno "studio di fattibilità " tanto frettolosamente quanto incompetentemente votato).
Cordiali saluti,
Luigi Damian
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