Vicenza e la libertà di informazione
Lunedi 5 Ottobre 2009 alle 15:19 | 0 commenti
Libertà di informazione. Cos'è?
Sabato 3 ottobre si è svolta a Roma una manifestazione nazionale per la Libertà di Informazione. Noi vorremmo fare alcune considerazioni.
Ogni giorno vediamo discussioni su cosa sia diventata l'informazione in Italia. Dal mondo democratico, la libertà di informazione italiana è considerata a rischio. Veniamo paragonati a paesi dove, normalmente, non esistono libertà e pochi sono i diritti. In Italia troppi organi di informazione sono di proprietà di pochissime persone. Televisioni e giornali vengono controllati in maniera ferrea dagli editori che devono compiacere i potenti di riferimento (quando non sono gli stessi "potenti" ad essere, allo stesso tempo, editori). Troppe notizie vengono distorte e travisate, nascoste, occultate, taciute. Si fa sempre meno indagine e sempre più cronaca. Non si deve "disturbare". Spesso si agisce per distogliere l'attenzione della pubblica opinione dai problemi reali creando ad arte confusione, gridando, smentendo, minacciando la chiusura dei programmi televisivi e dei giornali "diversi", quelli che dissentono, quelli che sono contro il "potere voluto dal popolo". Viviamo in un sistema nel quale il primo ministro è anche il vero proprietario di canali televisivi nazionali, di giornali quotidiani e periodici, di case editrici ...
Ma vorremmo che si facesse anche attenzione ad un altro aspetto che è legato alla reale libertà che hanno i singoli giornalisti. A quelle forme di censura subdola indotte dalla precarietà del lavoro, dal futuro incerto nel quale vivono quei giornalisti che non godono di emolumenti milionari, che non compaiono i televisione a pontificare su tutto. Una domanda dovrebbe essere normale: quale libertà di informazione quando chi scrive articoli viene sfruttato in maniera indegna? Quale libertà di espressione può esserci se si può essere ricattati in ogni momento, se non si può avere un futuro sereno? Un sistema che non tutela il lavoro di chi scrive, interpreta e approfondisce le notizie, che vuole fare inchieste anche scomode è un sistema poco libero, asservito al potere.
Vogliamo fare un esempio concreto. Recentemente abbiamo letto un tipico contratto di collaborazione a firma "IL GAZZETTINO spa". Le condizioni proposte (o imposte?) sono, a dir poco, imbarazzanti (forse non per chi le propone, certamente per chi le "deve" accettare). Precarietà assoluta. Di assunzione, di lavoro subordinato, di collaborazione fissa non se ne parla (anzi si scrive che è il collaboratore che "non intende assumere vincoli di dipendenza"). L'accordo può essere chiuso in qualsiasi momento con 15 giorni di preavviso. Il compenso è misero. Si va da 4 a 19 euro lordi (comprensivi di tasse e di qualsiasi spesa che resta a carico del "collaboratore") per articolo (il compenso dipende dal numero di caratteri che lo compongono, non certo dai contenuti). Mediamente un articolo medio viene pagato 15 euro lordi. Con questi compensi il "collaboratore" potrà raggiungere una retribuzione mensile che raramente supererà i 400 euro (lordi). La retribuzione sarà comunque variabile in base a cosa, quando e quanto l'editore vorrà pubblicare. Una miseria, appunto. Ci chiediamo, e vogliamo porre la questione anche ai diretti interessati, se la situazione de "IL GAZZETTINO spa" è unica o se è generalizzata e viene proposta in forme analoghe anche dagli altri organi di informazione provinciali e nazionali. Un fatto è, per noi, certo: mantenere l'instabilità economica e la precarietà di lavoro del lavoratore-giornalista è una scelta ben precisa. Vuol mantenere il controllo di chi scrive, creargli insicurezza, inculcargli forme subdole di autocensura. Anche queste situazioni concorrono a fare in modo che l'informazione italiana sia poco libera, imbavagliata, incerta, timida. In questa carenza di autonomia dei giornalisti siamo tutti coinvolti (anche se non vogliamo rendercene conto). Dobbiamo concorrere tutti a cambiare questo stato di cose, denunciare questa maniera, poco trasparente, di "fare informazione".
L'informazione e la conoscenza, il sapere sono diritti fondamentali e inalienabili di ogni cittadino. Noi crediamo che, oggi in Italia, tali diritti non siano garantiti.
Federazione della Sinistra - coordinamento PdCI-PRC Vicenza
A proposito della manifestazione vicentina a difesa della libertÃ
d'informazione, a cui non abbiamo partecipato perchè «giornalisti che
manifestano per la libertà di stampa... fanno pensare a una puttana che
cerca di tornare vergine» (Beppe Grillo, Il Fatto Quotidiano, 3 ottobre),
sul Giornale di Vicenza di ieri leggiamo una dichiarazione del presidente di
Assostampa Vicenza, il cronista di TvA Tiziano Bullato: «...i giornali
locali sono rimasti i soli a rappresentare la libertà di stampa. Lo ha
dimostrato il "Giornale di Vicenza" con la vicenda Dal Molin. Un comitato
insisteva che il quotidiano andava boicottato, invece i colleghi sono andati
avanti dando ogni giorno tutte le informazioni possibili». Personalmente,
gradiremmo che il rappresentante della categoria spendesse qualche parola
anche per le testate estranee ai salotti buoni e per i giornalisti
indipendenti che faticano a stare sul mercato, invece di andare in soccorso
della gazzetta che di fatto ne ha il monopolio. Caro Bullato, si dovrebbero
difendere i deboli, non i forti.
Alessio Mannino
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