USB indice uno sciopero per il 12 maggio contro l'Invalsi e la "Buona Scuola"
Martedi 10 Maggio 2016 alle 17:19 | 0 commenti
Riceviamo da Germano Raniero, USB, e pubblichiamo
Contro l'Invalsi e la "Buona scuola" è stato indetto uno sciopero generale nazionale da Cobas, Unicobas, Gilda, USB. Si ripete nelle scuole l’assurdo rito Invalsi. Dopo lo sciopero del 4 e 5 maggio dei docenti delle elementari per boicottare i quiz, si attende il 12 maggio dalle ore 10 davanti al provveditorato di Vicenza lo sciopero generale della scuola di ogni ordine e grado, contro la legge 107, i quiz Invalsi e in difesa dei precari, contro il potere discrezionale dei dirigenti scolastici, contro la divisione fra sommersi e salvati, per la scuola della cooperazione e della collegialità , per forti aumenti contrattuali.
Riteniamo che l'annuncio dello sciopero indetto dai confederali per il 20 maggio sia l'ennesimo tentativo di oscurare e boicottare le mobilitazioni contro gli Invalsi. È ora che i lavoratori aprano gli occhi su questi tentativi che, ancora una volta a fine anno scolastico, testimoniano solo le vere intenzioni di CGIL, CISL, UIL e SNALS: creare una opposizione di facciata e distrarre i lavoratori tenuti all'oscuro di quel che si concerta nelle stanze del MIUR in merito alla composizione degli organici e dei criteri sulla chiamata diretta.
L'unica risposta possibile è lo sciopero del 12 maggio: lottiamo contro la valutazione e gli odiosi test Invalsi boicottando nei giorni a seguire anche le correzioni dei test.
Come USB siamo impegnati nella raccolta firme per i referendum contro la Buona scuola, quindi non possiamo non evidenziare l'enorme contraddizione della Cgil che da un lato si affianca ai comitati referendari nella raccolta firme contro l'alternanza scuola-lavoro, lo school bonus, la chiamata diretta e i comitati di valutazione per poi dall'altro lato sottoscrivere accordi capestro sulla mobilità del personale docente e sul taglio degli organici ATA e partecipare a una sessione "straordinaria" contrattuale al MIUR in cui si discutono i criteri di quella chiamata diretta contro la quale la Flc Cgil chiede a cittadini e lavoratori la firma nei banchetti referendari.
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