Un sindacalista dei bancari BPVi scredita i suoi colleghi con sciocchi timori e assurde minacce a un nostro collaboratore
Giovedi 19 Novembre 2015 alle 23:02 | 0 commenti
Ieri, 18 novembre, una delle inevitatabili iniziali fumate nere ha accompagnato il secondo incontro dei sindacati dei bancari (le sigle sono quelle di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Unisin) con il management della Banca Popolare di Vicenza e noi abbiamo titolato un semplice pezzo di sintesi con «Esuberi Popolare di Vicenza, i sindacati incontrano la Banca ma la trattativa slitta: “Abbiamo chiesto quali filiali hanno intenzione di chiudere, ma non ci hanno dato rispostaâ€Â». L'attacco della nota ne sintetizzzava il tutt'altro che originale e segreto contenuto così: «Dopo l'incontro dell'11 novembre scorso, seconda fumata nera oggi nelle trattative fra BPVi e sindacati sui 300 esuberi previsti nel 2016 dal piano industriale che il direttore generale Francesco Iorio sta portando avanti. Un piano che prevede, oltre il taglio del personale, anche la chiusura di 150 filiali».
Come è usuale le informazioni nascevano, da noi come in qualunque altro mezzo, dal normale lavoro di ricerca e riscontro delle eventuali informazioni con alcuni partecipanti all'incontro ma stamattina cosa succede?
Uno dei, molti, possibili interlocutori di ieri del nostro Pietro Rossi, colto evidentemente da raptus mattiniero ed egocentrico da "unico e ultimo sindacalista sulla terra vicentina", afferrava il suo cellulare e alle 8, sì alle 8, lo scagliava con una mitragliata di parole (che neanche i Kalasnikov di Parigi...) contro il nostro povero cronista: «vaffa..., mi hanno mandato il suo articolo e con il link che rimanda al mio nome ha tradito la fiducia che le avevo concesso, ha chiuso con me e, lo sappia, ha chiuso con tutta la struttura territoriale del mio sindacato!...».
Voglio provare a raccontare perchè l'episodio e le minacce sono gravi per giunta se riferiamo il tutto a un sindacalista che dovrebbe essere abituato a utilizzare la calma per rappresentare i suoi iscritti dopo averne raccolto e valutato le istanze.
È grave perchè, a parte il fatto che abbiamo premesso ("nessuna novità è uscita dall'incontro di ieri che richiedesse di essere secretata o riferita da delatore"), nessun link era presente a nulla e (rivelare eventuali fonti sarebbe da deficienti oltre che da scorretti, e Pietro Rossi è un giornalista professionista, ndr) tanto meno al nome del sindacalista colto da sindrome di unicità o cascato da re degli sciocchi nel tranello di un collega (o di un cronistuccio geloso di eventuali, ma ieri inesistenti, esclusive?) che lo ha provocato dicendogli di un link fantasma al suo innominato nome e cognome per fargli implicitamente ammettere, senza ulteriori torture, che sì, era lui il nostro grande confidente.
Pietro mi chiama subito, non essendo riuscito a replicare alla scarica di proiettili parolai (anche perchè Pietro oggi merita i nostri auguri per un malessere che lo accompagna da tempo e lo priva di una parte dell'energia che in altre occasioni avrebbe provato a usare come scudo contro le false accuse e le minacce del novello difensore della privacy disvelata), mi racconta il fattaccio, ci confermiamo lo stupoe per l'assurdità e per i toni delel accuse e gli dico di lasciare a me il compito di contattare il sindacalista atterrito per aver svelato il quarto segreto di Fatima...
Per scrupolo (noi giornalisti di VicenzaPiù, forse diversamente da certi sindacalisti, lo facciamo sempre) controllo, vedo, come ben ricordavo con Rossi, tutto quello che vi ho raccontato (non c'era neanche il millesimo segreto di Fatima, ma, soprattutto, neanche un'ombra di link, a meno che l'ombra non fosse quella da uva liquida mattutina del nostro fustigatore) e telefono al sindacalista per spiegare a lui e, soprattutto, per capire da lui.
Mi risponde svogliato con una bella notizia per lo standard dei sindacalisti attuali ("sto lavorando"), poi alla mia richiesta di spiegazioni sulle false accuse e sulle ignobili minacce fatte a nome di tutto il suo sindacato (non metterò link, ma, questo ve lo dìsvelo, lui non è nè Camusso della Cgil, nè Furlan della Cisl, nè Barbagallo della Uil, nè Sileoni di Fabi, nè Contrasto di Unisin) confessa che sì lui non aveva visto il pezzo col link, ma glielo avevavo mandato e glielo avevano detto (il sindacalista furbo o il cronistuccio geloso di cui sopra).
Provo ad avere la promessa di verificare per tranquilizzarsi, per rendersi conto della sua gaffe minacciosa e per ristabilire raoporti sereni e mutuamente rispettosi ma ne ottengo solo una sequela di frasi che sono, se non sorelle, almeno cugine strette di quelle da "ombra" mattutina.
Visto che non volevo sottrarre altro tempo al suo prezioso lavoro boicottando gli sforzi di Iacopo De Francisco (che io ieri intervistavo mentre le delegazioni erano riunite a poca distanza e, quindi, mi potrei sentire tirato in ballo da Pietro Rossi per mie eventuali indiscrezioni carpite nei piani alti di Via Btg Framarin...), per chiarezza gli inviavo questo messaggio, che non avendo ricevuto dopo 13 ore risposta rendo pubblico: «La correttezza mi sembra che ti sia estranea. Se non verifichi le tue false accuse e non ritiri le tue minacce farò un esposto all'Ordine dei giornalisti e chiederò ufficialmente con un articolo un intervento del tuo sindacato. Se chiedi scusa anche perché sei tu ad aver paura della tua ombra farò finta di nulla. Non sono minacce, sono due promesse. Direttore responsabile di VicenzaPiù».
Ma stavolta , non dico la prima volta, perchè non vorrei esagerare anche io come il sindacalista che è capace di zittire tutto il suo sindacato nei confronti altrui, non manterrò la promessa perchè non c'è modo migliore di zittire uno sciocco presuntuso che renderne semplcemnte pubblcihe le schiocchezze ele esaltazioni.
Ma a questo punto se lui non rivela chi (lui e non il link da ombra) questo signore (si fa per dire) fa cadere su tutti i suoi colleghi, che partecipa no alle co mplesse tratattive con la BPVi) il sospetto non di essere delatori ma sciocchi come lui.
E, questo lo chiediamo noi ai tesserati del suo sindacato (dica lui quale è, per non coinvolgere gli altri), come fa un sindacalista sciocco a tutelare gli interessi dei possibili 300 dipendenti a rischio esubero?
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