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Un Centro polifunzionale di protezione civile a Vicenza nell'area Parco della Pace

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 19 Dicembre 2010 alle 23:53 | 0 commenti

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Chiara Garbin, Associazione Popolari Europei - Convegno: Intelligenza ambientale, Pianificazione del territorio, organizzazione delle risorse e intervento efficace, svoltosi Sabato18

Quest'anno abbiamo dovuto affrontare un'emergenza alla quale forse non eravamo del tutto preparati. Questo ha portato un gruppo di persone, che ha operato o vissuto l'emergenza, a riflettere su come possa essere accaduto e a chiedersi se in futuro sia possibile fronteggiare tali calamità in maniera più organizzata.
Da tale riflessione si è arrivati alla conclusione che il nostro territorio Vicentino e Veneto, molto fragile e molto eterogeneo, esige maggiore salvaguardia e progettazione territoriale.
Tale necessità sta alla base di qualsiasi intervento operativo emergenziale.

L'ambito in cui opera il Sistema di Protezione Civile è costituito dalla concertazione di una pluralità di componenti e strutture con competenze diverse, ne consegue la necessità di rafforzare il raccordo tra questi soggetti. La condivisione di procedure, linguaggi e tecnologie rappresenta lo strumento per rendere il Sistema di Protezione Civile sempre più funzionale alle necessità di tutela delle persone, dell'ambiente e degli insediamenti.
Da qui l'idea di proporre un centro polifunzionale che comprenda le componenti del SISTEMA di Protezione Civile, con lo scopo di essere una sede logistica, operativa e formativa, che punti molto alla pianificazione territoriale e alla prevenzione, anche con percorsi studio per giovani studenti o creando un'università di ricerca ed innovazione nel settore geoambientale o geofisico.
Questo edificio, oltre ad essere operativo tutto l'anno sia per la presenza di realtà come i VVF o il Suem 118, diventa funzionale per esercitazioni o per la formazione di volontari sia generici, che specializzati quali Antincendio Boschivo, Cinofili, Radioamatori, Sanitari, Soccorso in acqua ecc.
L'area in questione è uno spazio demaniale che potrebbe essere utilizzato anche per il trasporto organi con piccoli velivoli o elicotteri o per intervenire per incendi boschivi o per sorvolare zone a rischio (come avvenuto durante l'alluvione).
La proposta è di realizzarlo nella zona est del Dal Molin, occupandone una porzione, con una progettazione rispettosa dell'ambiente e con l'impiego di fonti d'energia rinnovabili.
Tale struttura ha l'ambizione di diventare un centro polivalente necessario per il territorio vicentino e quello veneto, visto che Vicenza si trova in zona strategica e centrale rispetto alle altre Province.
Per proporre tale idea si è organizzato un convegno per ieri 18 dicembre, con l'intento di mettere in discussione le esigenze e le proposte di chi è direttamente interessato e coinvolto nella gestione del Sistema di Protezione Civile .
Ecco alcune prime schematiche riflessioni.
- Quanto ci è costata questa emergenza in termini economici diretti e indiretti?
- Quanto si poteva prevedere e cosa si poteva fare?
- Cosa ha messo in evidenza l'emergenza?
1 - Fragilità e vulnerabilità del territorio - Veneto molto eterogeneo.
2 - Necessità di investimenti tipo la realizzazione di casse di espansione, il rafforzamento degli argini delle aste fluviali, la verifica di stabilità dei pendii.
3 - Necessità di interventi preventivi per la riduzione dei rischi ambientali, quali il monitoraggio dei fiumi o il monitoraggio dei dissesti.
4 - Predisposizione di un modello d'intervento di emergenza.
5 - Necessità di coordinamento tra le varie componenti operative del sistema di protezione civile.

Queste riflessioni ci hanno portato a considerare che non è sufficiente la semplice gestione del dopo emergenza.
Come prevede espressamente la legge 225/92 che le competenze della Protezione Civile si articolino in maniera complessa:
in una serie integrata di attività che coprono tutte le fasi del "prima e del dopo", secondo i quattro versanti della Previsione - Prevenzione - Soccorso - Ripristino.
Da questo presupposto siamo arrivati a considerare necessario la costruzione di un Centro polifunzionale di protezione civile che comprenda parte delle "Strutture operative" di cui si avvale il Sistema di protezione civile, come i VVF, la CRI, il SSN, le organizzazioni di volontariato e l'Università Geofisica es. Pisa università geofisica di esplorazione ed applicata).

Centro polifunzionale di emergenza
Dovrà comprendere tutte le componenti elencate che saranno attive non solo in caso di emergenza.
Le attività per taluni saranno costanti tipo il SUEM e i VVF ma anche per il volontariato in termini di:
- esercitazione,
- formazione dei volontari o di formazione rivolta al mondo scolastico prevenzione con il supporto di altri istituzioni o enti (vedi genio civile o consorzio bonifica)
- previsione con l'università geofisica.
- ottimizzazione delle risorse ora molto carenti tra le varie strutture.

La struttura sarà rispettosa dell'ambiente e saranno impegnate energie alternative.
Dal Molin

Quel famoso 26/10/2006 nell'odg erano elencate alcune inderogabili garanzie chieste da Vicenza.
Tra queste, la garanzia di esonero dell'amministrazione da qualsiasi onere per la realizzazione delle opere viabilistiche. E, soprattutto, "la garanzia di assenza di impatti negativi sull'attività dell'aeroporto civile Dal Molin, con totale mantenimento delle sue potenzialità di utilizzo turistico-commerciale".

Ora:
CIPE prevede 11,5 milioni per aeroporto e 5 milioni per la tangenziale.
Al momento ci sono 4 compensazioni richieste
- Tangenziale
- Parco della Pace
- Meccatronica
- Tram elettrico (costo totale previsto 48 milioni euro)

Il Centro Polifunzionale di Emergenza sarebbe coerente con la vocazione dell'area e darebbe una risposta ambientale e sociale al territorio.
Ha lo spazio necessario per la realizzazione del centro. Esiste altro sito più idoneo?
IL Pat del comune di Vicenza accenna ad un polo della prevenzione dove attualmente c'è uno stabile dell'Ulss zona Laghetto,
1 - sarebbe limitato come area rispetto alle strutture da inserire, 2

2 - si dovrebbe abbattere uno stabile per ricostruirlo uno nuovo (è sicuramente più economico agire su un'area licera come quella del Dal Molin)
3 - in quell'idea del pat si intendono portare all'interno degli uffici...perdendo parte della sua valenza operativa
4 - il progetto e la struttura dovrebbe essere come minimo a risposta provinciale se non regionale ecc. e non come risposta alla città.
5 - Se vicenza vuole essere capoluogo deve saper cogliere queste opportunità a risposta di tutta la provincia
6 - C'è lo spazio a laghetto per far atterrare gli elicotteri per le emergenze ed eventualmente fare un piccolo scalo sociale per trasporto organi ecc.?
7 - Chi paga questa struttura a laghetto?

Verrà fatta tangenziale. Le vie di accesso risultano fondamentali in emergenza.
Parco della pace
Nessuno mette in discussione il Parco visto che verrebbe utilizzata una parte dell'area. Anche perché il parco da una parte comporta oneri annuali di manutenzione e rischi per questione di sicurezza e dall'altra lascia aperto altre prospettive e negli anni se non si da una vera destinazione.
La richiesta unanime da parte del sistema di protezione civile trovata ieri al convegno e quello di poter ottenere questa polo di emergenza.
Dovrebbe essere inserito come punto aggiuntivo rispetto alle compensazioni e potrebbe venire interamente finanziato dallo stato o in piccola parte con la partecipazione dei vari enti e istituzioni tipo regione, provincia e comune.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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