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Un caso esemplare per l'ex dg di Bene Banca Silvano Trucco: Bankitalia la commissaria “preventivamente”. La seconda puntata con BPVi e Veneto Banca in filigrana

Di Silvano Trucco, ex dg Bene Banca Sabato 19 Agosto 2017 alle 03:00 | 0 commenti

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Pubblicato il 18 agosto alle 21.59, aggiornato il 19 alle 3.00. Dopo la prima puntata su Bene Banca, Bankitalia e certe similitudini e, di converso, contrasti con le vicende che hanno portato la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca a incrociare l'Istituto centrale di Via Nazionale («"Tu non obbedisci e io ti commissario, ma anche... no": la storia che ha opposto Bankitalia a Bene Banca. L'ex dg Silvano Trucco la ricostruisce a puntate e la incrocia con quella di BPVi e Veneto Banca»), proseguiamo con la seconda di 8 puntate di ricostruzione dei fatti secondo l'ex dg della piccola BCC cuneese, commissariata nonostante stesse... bene (non vi dice nulla l'accanimento terapeutico di Bankitalia contro Veneto Banca?) e siamo pronti a riferire di eventuali repliche o di diverse versioni che ci pervenissero dal sistema. Grazie. Il direttore

Estratto dal Testo Unico Bancario vigente nel 2013

Amministrazione straordinaria 


Il 26 aprile 2013 il MEF (Ministero Economia e Finanze), a firma dell’allora Ministro Vittorio Grilli (dal 2014 Presidente del Corporate & Investment Bank per l’Europa di JPMorgan), decreta il commissariamento della Bene Banca Credito Cooperativo di Bene Vagienna, ai sensi dell’Art.70 lettera a del Testo Unico Bancario allora vigente, ossia per gravi irregolarità e violazioni normative.

Un commissariamento, come si vedrà in seguito,  molto singolare, di una banca locale operante nelle province di Cuneo e Torino, con i conti in ordine, ampiamente rispettosa dei requisiti patrimoniali e con una ottima dotazione di liquidità, una bcc ben radicata sul territorio che aveva registrato nell’ultimo esercizio risultati reddituali record della propria storia pluricentenaria.

La prima banca in Piemonte ad essere commissariata da Banca d’Italia, ma anche il caso di amministrazione straordinaria più breve della storia italiana, dal 1936 ad oggi. Poco più di 12 mesi di gestione commissariale, culminata con la restituzione in bonis ai soci, senza traumi quali cessioni di sportelli, contratti di solidarietà o licenziamenti collettivi, bensì con l’assunzione di 4 nuovi dipendenti.

Niente a che vedere quindi con i crac bancari che negli ultimi anni hanno monopolizzato l’attenzione dei media, complici gestioni disastrose non stoppate dalla Banca d’Italia che hanno comportato l’azzeramento dei risparmi di oltre 200.000 famiglie nel solo Veneto, bruciando decine di miliardi in termini di capitalizzazione, senza tuttavia registrare interventi  di rigore della Vigilanza, di portata pari al commissariamento della Bene Banca.

Già perché a Bene Vagienna non vi erano problematiche patrimoniali, quelle “gravi perdite del patrimonio” previste alla lettera b dell’Art. 70 del TUB allora vigente, fattispecie rimasta immutata nell’impianto normativo modificato con i Decreti Legislativi n. 180 e 181 del 16 novembre 2015, ossia i famosi DLgs che hanno approvato di corsa l’introduzione nell’Ordinamento Italiano della direttiva UE della B.R.R.D. (Bank Recovery and Resolution Directive, la n. 2014/59/EU che contempla sia il Bail-In che il Burden Sharing, termini ahimè diventati d’attualità nelle ultime crisi bancarie), ossia soltanto sei giorni prima del celeberrimo Decreto del 22 novembre 2015 che ha approvato la Risoluzione delle 4 banche del Centro Italia (B.Popolare Etruria, Banca Marche, Cassa di Risparmio di Chieti, Cassa di Risparmio di Ferrara), segnando di fatto il via alla crisi di fiducia nel sistema bancario ed al calvario di migliaia di risparmiatori beffati ed azzerati.

I presupposti del commissariamento di cui alla lettera a) del previgente Art. 70 del TUB, ossia le gravi irregolarità e violazioni normative, sono stati in parte mutuati nel nuovo articolo 69-octiesdecies post adozione della normativa BRRD, inserito ex novo nell’impianto normativo italiano nella Sezione “MISURE DI INTERVENTO PRECOCE”.

Disciplina della crisi

Testo unico bancario 

Si noti bene, misure di Intervento Precoce.

Il termine PRECOCE sarà da mettere in relazione con l’aggettivo “preventivo”, ossia proprio come verrà definito il commissariamento di Bene Banca dagli Organi Giudiziari Amministrativi aditi dagli ex amministratori della bcc benese nel ricorso contro l’intervento a gamba tesa di Banca d’Italia.

Ma andiamo con ordine.

In seguito proprio alla Risoluzione delle “fantastiche 4” come qualche giornalista le ha definite, Banca d’Italia e la Consob sono state oggetto di una pioggia di critiche anche pesanti piovute da ogni dove, complice una attività di vigilanza che ai più è apparsa lacunosa, distratta ma senza dubbio non efficace ai fini della tutela del risparmio, violentato nel novembre 2015 come mai prima era capitato in Italia.

Estratto dal Comunicato Stampa della Banca d’Italia del 30.01.2016 (fonte: www.bancaditalia.it)

1. Ci sono stati ritardi nel porre le banche in amministrazione straordinaria?

La Banca d’Italia esercita l’azione di vigilanza nel continuo, sulla base dei poteri che l’ordinamento le conferisce. I presupposti per porre una banca in amministrazione straordinaria sono fissati nel Testo Unico Bancario (TUB), che fa riferimento a gravi perdite patrimoniali e/o a gravi irregolarità: solo in presenza di tali presupposti la Banca d’Italia può sottoporre le banche ad amministrazione straordinaria. Il margine di discrezionalità di tale decisione è assai ristretto. Un’azione troppo tempestiva potrebbe indurre a commissariare un istituto ancora in grado di proseguire la propria attività. Se lo facesse, la Banca d’Italia opererebbe al di fuori dei poteri previsti dall’ordinamento.

 

Il 30 gennaio 2016 la Banca d’Italia ha diramato un comunicato stampa con cui ha tentato di dare delle risposte alle pressanti domande ed interrogativi dei risparmiatori sotto shoc dopo il caso delle 4 banche del Centro Italia finite in risoluzione; in particolare con la risposta alla prima domanda -“Ci sono stati ritardi nel porre le banche in amministrazione straordinaria?” – Palazzo Koch rivendica un “margine di discrezionalità assai ristretto”, tanto da non poter ricorrere ad “un’azione troppo tempestiva” perché se “lo facesse la Banca d’Italia opererebbe al di fuori dei poteri previsti dall’ordinamento”. E questo perché “un’azione troppo tempestiva potrebbe indurre a commissariare un istituto ancora in grado di proseguire la propria attività”.

Trattasi di spiegazioni e di risposte che ai cittadini potevano apparire plausibili, ma non è così, di sicuro non per il sottoscritto che ha ahimè vissuto sulla propria pelle una esperienza devastante,  che gli ha rovinato l’esistenza e la salute, propria e dei familiari, come quella del commissariamento PREVENTIVO della Bene Banca.

 

Sì, proprio “preventivo” e non “troppo tempestivo” come riportato dal comunicato di Palazzo Koch di gennaio 2016. Ed a definirlo “preventivo” sono stati direttamente gli Organi Giudiziari Amministrativi aditi (Tar del Lazio e Consiglio di Stato) nelle sentenze che hanno respinto i ricorsi contro il commissariamento (compensando però le spese di lite data “la peculiarità della vicenda”, quando normalmente seguono la soccombenza)  e la stessa difesa di Bankitalia, che hanno testualmente “sottolineato l’indispensabilità del proprio intervento proprio in funzione di prevenzione di una grave compromissione della solidità economica dell’Istituto”.

E non solo.

Gli stessi Organi della Amministrazione Straordinaria hanno dichiarato alla stampa come il caso bene banca  “è stato un esempio di commissariamento in via preventiva, prima che si potessero creare problematiche ad una realtà economica e sociale ancora sana e solida” (Articolo settimanale LA GUIDA 24.01.2014).

Estratto dell’intervista ad Avv. Martorelli, componente del Comitato di Sorveglianza di Bene Banca, nominato da Bankitalia
 

 

In tema poi di "margine di discrezionalità" la risposta di Banca d'Italia nel proprio comunicato del 30/1/2016 è alquanto stupefacente, in quanto  disancorata completamente dalla realtà: la consolidata giurisprudenza  riconosce infatti una AMPIA DISCREZIONALITA' alla Vigilanza di Palazzo Koch, tanto da essere sempre richiamata dagli Organi della Giustizia Amministrativa nei ricorsi intentati contro via Nazionale dagli amministratori deposti delle banche commissariate.
Anche nel caso Bene Banca  così è stato, tanto che nella propria sentenza di rigetto del ricorso, il TAR del Lazio ha infatti testualmente sancito che "l'ampia discrezionalità di cui dispone la Banca d'Italia nella valutazione dei presupposti legittimanti il commissariamento degli istituti di credito induce ad escludere ogni sindacato giurisdizionale sulle valutazioni di merito da essa compiute in ordine ad essi, con esclusione dei soli casi di manifesta erroneità o irragionevolezza (Cons.Stato Sez.IV, 11 novembre 2010, n. 8016)"
Pur avendo contestato punto per punto ogni addebito della vigilanza,  sottolineando svariati errori ed imprecisioni, la difesa degli ex amministratori di Bene Banca si è vista così rispondere dal Tar del Lazio: "non si rinvengono pertanto evidenti e macroscopici vizi idonei ad autorizzare il sindacato giurisdizionale sul provvedimento impugnato in base al noto principio (..)" sopra descritto.
Quindi gli errori per cui può essere messa in discussione la AMPIA DISCREZIONALITA' di Banca d'Italia sulle valutazione dei presupposti legittimanti il commissariamento delle banche devono essere MACROSCOPICI!
Altro che "il margine di discrezionalità è assai ristretto" , come ha cercato di giustificarsi davanti all'opinione pubblica Palazzo Koch!
La Vigilanza parla poi di operatività "al di fuori dei poteri previsti dall'ordinamento" in caso di "azione troppo tempestiva che potrebbe indurre a commissariare un istituto ancora in grado di proseguire la propria attività".
Ma allora chi ha redatto tale comunicato stampa evidentemente non conosceva o peggio si è dimenticato del "caso Bene Banca" ...
Una banca in salute, con i conti in ordine che poteva tranquillamente "proseguire la propria attività" per usare le stesse parole della vigilanza ..
E' stata infatti restituita in bonis al territorio in tempi record (12,5 mesi), con addirittura gli Organi della Procedura che dopo neanche sei mesi di lavoro già annunciavano alla stampa  un imminente ritorno alla gestione ordinaria ..
Una banca che ha chiuso un commissariamento lampo con un bilancio di fine procedura che evidenzia un patrimonio in crescita ed un conto economico chiuso volutamente in perdita di 7,8 mln, per la mancata valutazione del portafoglio di proprietà a prezzi correnti. Era sufficiente infatti la sola valutazione dei titoli utilizzando un quotidiano finanziario del 31/5/2014 per conteggiare plusvalenze maturate ed oggettive di oltre 11,4 milioni lorde, e nette per 8,324 milioni, ed avere così un risultato positivo di oltre 500.000 euro!
E tutti i rilievi e contestazioni mosse dagli ex amministratori alle valutazioni ispettive della Banca d'Italia nel ricorso contro la sentenza del Tar del Lazio avanti il Consiglio di Stato sono state respinte da quest'ultimo Tribunale Amministrativo che così ha testualmente ribadito: "con giudizio ancora una volta immune da critiche di macroscopica erroneità o irragionevolezza, si è concluso che la situazione non fosse significativamente migliorata".
 
Ma al 31/12/2012 Bene Banca evidenziava queste peculiarità, rispetto al 31.12.2011:
M.O.L. : 12, 6 mln (+ 237%)
R.O.E.: 16,03% (+ 139%)
R.O.I.: 1,23% (+ 188%)
Cost/Income: 56,63%  (- 30,49%)
Sofferenze/Tot.Crediti:  7%   (media sistema bancario in pari data 9,4%)
Tasso Ingresso Sofferenze: 2,28%  (media sistema bancario in pari data  3%)
 
Ma non sono forse dati "significativi" questi ?? Non sono indice di miglioramento ?? (Poche erano le banche italiane con indici ROE e ROI migliori della Bene Banca ...)

Eppure per Bankitalia non lo erano e nemmeno per la Giustizia Amministrativa, secondo cui gli errori od i vizi per i quali può essere messa in discussione la AMPIA DISCREZIONALITA' di Banca d'Italia sulle valutazione dei presupposti legittimanti il commissariamento delle banche devono essere MACROSCOPICI!
Altro che "il margine di discrezionalità è assai ristretto" , come ha cercato di giustificarsi il 30/1 scorso Palazzo Koch per la timida vigilanza adottata con le "fantastiche 4"!

E qui per oggi interrompo la descrizione del caso Bene Banca, rimandando alle prossime puntate l'analisi di altre peculiarità singolari e talvolta degne di un vero e proprio romanzo giallo.
Ma voglio terminare questa prima analisi con una riflessione.
Al di là dei poteri di intervento "precoce" introdotti nell'Ordinamento Italiano ed attribuiti alla Banca d'Italia solo a fine 2015, a ben vedere utilizzati comunque a singhiozzo, se la Vigilanza di Palazzo Koch, come riconosciuto dalla Giustizia Amministrativa, può legittimamente porre in essere il modus operandi proprio del commissariamento "preventivo", ossia l'intervento di massimo rigore prima che le criticità possano "creare problematiche ad una realtà ancora sana e solida", come rivendicato nel caso della bcc benese, perché non ha adottato un simile protocollo procedurale anche con riferimento tanto alla Banca Popolare di Vicenza quanto alla Veneto Banca?
Di certo avrebbe evitato un coro di critiche, una figura non edificante e soprattutto avrebbe salvato miliardi di risparmi dei cittadini italiani, nonchè rispettato la propria mission, ossia quella di perseguire la sana e prudente gestione degli intermediari e la stabilità del sistema finanziario.
Ma solo un mese fa, il 12 luglio, ancora una volta per difendere l'operato dei propri dipendenti addetti alla vigilanza, Palazzo Koch ha diramato pubblicamente una nota in cui per le 2 popolari venete "non ricorrevano i presupposti del commissariamento" in quanto "le maggiori perdite allora riscontrate non erano tali da compromettere il rispetto dei requisiti minimi patrimoniali".
Ma che fine ha fatto il potere del commissariamento preventivo, invocato per Bene Banca??
Delle 2 l'una: o a Bene Vagienna Banca d'Italia ha violato l'ordinamento, oppure in Veneto la propria attività di vigilanza è stata carente e parecchio distratta.

To be continued ...

Silvano Trucco
(ex D.G. Bene Banca)


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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