Rassegna stampa | Categorie: Infrastrutture

Tav, Rfi propone al Comune un mini-tunnel fra Ferrovieri e stazione Svt

Di Rassegna Stampa Martedi 22 Marzo 2016 alle 09:36 | 0 commenti

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Per il nodo vicentino spunta un mini-tunnel fra i Ferrovieri e la stazione Svt (ex Ftv) per collegare il casello di Vicenza Ovest con la stazione di viale Roma. È un’ipotesi che sta prendendo quota, contenuta in due dei tre scenari che Rfi (Rete ferroviaria italiana) ha presentato al comune di Vicenza. Addio alla maxi stazione in Fiera, e invece mantenimento di quella di viale Roma, potenziata per ospitare le fermate dei treni veloci, e collegata al casello di Vicenza Ovest attraverso una nuova strada.

È questa la principale novità del progetto: un bypass che da viale dell’Industria, passando per l’arsenale ferroviario e lambendo l’archeologia industriale dell’ex Lanerossi, superi i binari della linea Milano-Venezia (che saranno raddoppiati) con una galleria e si riconnetta con l’attuale stazione delle corriere Svt (ex Ftv). Lì, a pochi metri dalla stazione dei treni, verrebbe anche costruito un parcheggio-silos, mentre l’hub delle corriere verrebbe spostato altrove, come il Comune da tempo progetta di fare. È uno scenario, quello disegnato da Rfi, che a sua volta si biforca in due soluzioni parzialmente alternative.
La prima vede viale Roma come il nodo unico per le fermate dei treni – siano essi locali o ad alta capacità – abbandonando definitivamente l’impostazione della doppia stazione, al centro del dibattito cittadino da un anno e mezzo. Mentre la seconda soluzione disegna, in aggiunta, una fermata all’altezza della Fiera, comunque di rango inferiore rispetto allo snodo principale, che resterebbe quello tradizionale, in centro città.
C’è infine un terzo scenario, che i vicentini conoscono bene. Corrisponde allo studio di fattibilità firmato dall’ingegner Gianmaria De Stavola, presentato l’11 dicembre 2014 in consiglio comunale con l’appoggio della giunta Variati, di Confindustria e della Camera di commercio, con la soluzione delle due nuove stazioni – in Fiera per i treni veloci e a Borgo Berga per i locali –, l’abbattimento di quella storica e altre infrastrutture di corredo come un filobus per collegare le due fermate, l’interramento dei binari lungo la dorsale ovest della città e la costruzione, al di sopra, di una «gronda sud» a scorrimento veloce per le auto. Infine c’era il tunnel sotto Monte Berico che da viale Fusinato sbucava all’altezza di viale dello Stadio.
Le carte dettagliate dei diversi scenari alternativi stanno arrivando in questi giorni sul tavolo del sindaco Achille Variati, che si è preso un paio di mesi di tempo per valutare i pro e i contro.
Mentre intanto, non appena il quadro sarà completo, la società Polinomia srl Ingegneria varerà uno studio sull’impatto dei progetti sulla mobilità urbana. L’incarico è stato affidato dal Comune alla società milanese – la stessa che nel 2011 ha redatto il Pum, piano urbano della mobilità – lo scorso 11 febbraio, per un importo di 27mila 659 euro, entro 40 giorni dalla firma del contratto, che sarà siglato non appena tutte le carte di Rfi saranno arrivati a Palazzo Trissino. Proprio la mobilità è infatti uno dei nodi critici dei progetti per il nodo di Vicenza città dell’alta capacità.
Lo studio di fattibilità di De Stavola immaginava la nuova maxi-stazione in Fiera come una mossa per rendere i treni veloci facilmente raggiungibili in auto, vista la vicinanza con il casello della A4 e con le provinciali per Thiene e Schio. Un’idea che ha però sollevato numerose proteste in città, dall’Osservatorio urbano territoriale a Legambiente passando per i comitati No Tav dei Ferrovieri e di Vicenza Est, ostili all’impatto ambientale della proposta e alla perdita della stazione in centro, vista come strategica.
Anche il consiglio comunale, approvando lo studio il 13 gennaio 2015, includeva nel suo Sì una serie di osservazioni, in primis il No al tunnel sotto Monte Berico, che infatti è stato accantonato nei colloqui successivi fra Comune e Rfi.
Ora il tunnel ritorna, ma di lunghezza ridotta e nella zona ovest della città, sotto i binari. Una mediazione che eliminerebbe il duplicato della stazione, salverebbe quella storica, e la renderebbe a portata di auto. Evitando gli ingorghi di via Vaccari ai Ferrovieri.

di Giulio Todescan, da Il Corriere del Veneto


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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