Tagli ai Patronati vicentini, i sindacati: costi in più per 107mila utenti, attacco a lavoratori e dipendenti
Mercoledi 9 Dicembre 2015 alle 14:29 | 1 commenti
"Chiuso oggi per essere aperti domani", questo lo slogan che presenta l'iniziativa di protesta e l'appello ai parlamentari di Cgil Cisl e Uil e delle Acli in favore del lavoro dei patronati Inca, Inas Uiltal e Acli che in Veneto sono riuniti nel Ce.Pa.
L'appuntamento è per il sit-in davanti alla sede INPS di Vicenza dalle 9 del mattino alle 12 in viale San Felice e Fortunato: i segretari Cgil Cisl Uil e il presidente Acli insieme ai responsabili dei loro 4 patronati hanno chiesto un incontro al presidente Provinciale INPS.
Un servizio quello dei Patronati che può essere definito "welfare di prossimità ", già pagato dai lavoratori e pensionati nel prelievo previdenziale in busta paga e pensioni, e che a causa del taglio voluto dal Governo in un emendamento della legge di stabilità 2016 (meno 28 milioni), potrebbe diventare "a pagamento".
Oggi in conferenza stampa erano presenti i segretari generali di Cgil Cisl e Uil vicentini, rispettivamente Marina Bergamin, Gianfranco Refosco e Grazia Chisin, il presidnete della Acli vicentine Serafino Angelo Ziglio e i responsabili dei patronati: Marco Carli (Inca Cgil), Michela Vaccari (Inas Cisl), Michele Spione (Ital Uil), Antonio Spirto (Patronato Acli).
I Patronati offrono servizi a titolo gratuito a lavoratori e pensionati e cittadini (universalità del servizio) a fronte di contributi che provengono da un fondo nel quale confluisce una piccola parte del prelievo previdenziale. Non solo: per rimanere in vita, dopo i tagli nella finanziaria dello scorso anno (meno 35milioni) vengono sostenuti direttamente da altre risorse reperite dai sindacati stessi e dalle Acli.
I patronati del CE.PA. in provincia di Vicenza hanno erogato nell'ultimo anno certificato, il 2013, ben 107633 pratiche (area previdenza, danni lavoro e salute, prestazioni assistenziali); impiegano 64 operatori e sono presenti con 32 sedi in provincia.
Con i tagli il rischio è che il 25% dei lavoratori finiscano in esubero, e che i servizi non possano più essere erogati gratuitamente. Si tratterebbe però di un controsenso - dicono sindacati e Acli - visto che si sostengono con soldi di lavoratori e pensionati e che lo Stato sta ritirando e contraendo i servizi di welfare: a maggior ragione questi fondi appartengono ai lavoratori e ai pensionati che hanno diritto a questi servizi gratuiti!
Per saperne di più: www.tituteliamo.it
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