Sulla legge elettorale regionale del Veneto è scontro
Mercoledi 11 Aprile 2018 alle 13:26 | 0 commenti
Fracasso (PD), Brusco (M5S), Ruzzante (LeU), Negro (VdF), Zorzato (APV): "Nuova legge elettorale regionale, no alle maggioranze bulgare". Finco (Lega Nord): "Replica a Fracasso (PD) sulla nuova proposta di legge elettorale veneta: la nostra maggioranza non è come il suo partito democratico".
"No alle maggioranze ‘bulgare' che conseguiranno all'applicazione della nuova proposta di legge elettorale". È questo in estrema sintesi il messaggio lanciato dai Consiglieri regionali Stefano Fracasso, Capogruppo del Partito Democratico, dai colleghi Andrea Zanoni e Francesa Zottis, da Manuel Brusco del Movimento 5 Stelle, da Piero Ruzzante di Liberi e Uguali e da Marino Zorzato di Area Popolare Veneto, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta ieri mattina (10 aprile) presso la sala stampa di palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto.
"Allo stato attuale - ricordano i Consiglieri - la legge regionale n. 5 del 2012 consente, con meno del 40% dei voti, di ottenere un premio di maggioranza che in termini di seggi è pari al 55% del totale, ovvero 28 posti alla maggioranza e 23 all'opposizione; con una percentuale che sta tra il 40 e il 50% dei voti, il premio di maggioranza è pari al 57,50% che tradotto in numeri significa 29 consiglieri di maggioranza e 22 di opposizione; nel caso in cui la coalizione vincente ottenga più del 50% dei voti, ottiene un premio del 60%, ovvero 30 consiglieri di maggioranza e 21 di opposizione. Con il Pdl n. 330, primo firmatario Marino Finozzi (Lega Nord), testo che sarà incardinato in Prima commissione a partire da giovedì, la situazione, simulazioni alla mano, sarebbe la seguente: con meno del 40% di voti si otterrebbe il premio del 55% dei seggi; qualora la coalizione vincente ottenesse tra il 40% e il 45%, il premio di maggioranza passerebbe al 60%, consentendo alla maggioranza di ottenere 30 consiglieri contro i 21 dell'opposizione; se ottenesse più del 45% dei voti, il premio previsto è del 65%, ovvero 33 consiglieri di maggioranza contro 18, una differenza tra maggioranza e opposizione di 15 unità ".
"Non c'era necessità in questo momento di mettere mano alla legge elettorale - ha aggiunto Manuel Brusco del Movimento 5 Stelle - lo fanno solo perché c'è bisogno di aggirare il problema di Forza Italia all'interno della maggioranza. Zaia vuole avere nella prossima legislatura i numeri per governare senza Forza Italia, mettendo in atto in Veneto ciò che non riescono a fare a Roma, ossia lo sganciamento da Berlusconi. Noi proporremo di trasferire per la Regione il sistema elettorale dei comuni oltre i 15.000 abitanti, che prevede il ballottaggio, come in Toscana".
"La Lega - aggiunge Ruzzante - ha già oggi una maggioranza e i numeri che le consentono di governare. La scelta contenuta in questo progetto di legge sottende in realtà un atto di arroganza da parte della Lega: chi ha vinto le elezioni, ovvero Zaia, ora pensa di calare l'asso pigliatutto, riducendo la possibilità di rappresentanza dell'opposizione e cerca di guadagnare una percentuale del 65% con meno del 50% dei voti, cosa che nelle altre regioni non esiste; una ‘legge truffa' che tra le righe consente anche di mantenere i doppi incarichi di Consigliere comunale e di Consigliere regionale. L'eccesso di potere e di vittorie ha generato e sta generando dei mostri".
"Alcune indicazioni contenute nella Proposta di legge regionale, come la doppia preferenza di genere, dovevano essere recepite dalla legge nazionale - dichiara Fracasso - ma il premio contenuto in questo Pdl è un premio ‘bulgaro': il presidente vincente con il 45% dei voti si assicura il 65% dei seggi, un premio del 20%. I motivi che spingono a proposte di questo genere sono tutti interni: si tratta di risolvere le ‘baruffe' all'interno della maggioranza. I partiti coalizzati con la Lega che contano il 4-5% sarebbero assolutamente irrilevanti nella maggioranza che si verrebbe a formare con la nuova legge e così facendo si vuole bypassare il problema con una legge elettorale del tutto fuori luogo. Non c'è un problema di produttività del Consiglio, il premio attuale è adeguato: a rischio c'è la funzione del Consiglio regionale e la rappresentanza dei territori, con province che probabilmente non avranno nessun rappresentante delle minoranze".
Fracasso (PD): "Pdl 330, nuova legge elettorale: si vuole blindare la maggioranza, che continua ad avere fibrillazioni interne, con un premio enorme"
"Un provvedimento inutile, che non è assolutamente giustificato da problemi di produttività : i numeri parlano chiaro. Qua, invece, si vuole una maggioranza bulgara per contenere le fibrillazioni interne, garantendo un premio spropositato che non ha paragoni in Italia". Il capogruppo del Partito Democratico Stefano Fracasso va all'attacco sul Pdl 330 che dovrebbe arrivare giovedì prossimo in Prima commissione. "Con la legge attuale, la coalizione vincente che ha una percentuale tra il 40 e il 50% ottiene infatti un premio che le assicura il 57,50% dei seggi, 29, sette in più della minoranza e che sale al 60% se la coalizione supera il 50%, cioè 30 seggi, otto di vantaggio - si legge in una nota diffusa dal capogruppo del Pd - In futuro per avere il 60% dei consiglieri sarà sufficiente raggiungere tra il 40 e il 45% dei consensi, superata tale quota il premio è addirittura del 65%, pari a 33 consiglieri contro i soli 18 dell'opposizione" "Basta fare una simulazione con le due leggi per rendersi conto dell'enormità della proposta: vincendo con la stessa percentuale di voti, ad esempio il 45%, grazie al nuovo Pdl la maggioranza avrebbe un margine di 15 consiglieri contro i sette attuali. La legge elettorale vigente è frutto di un accordo complessivo che comprende anche Statuto e regolamento, qua si vuol stravolgere tutto in una volta sola e senza che ce ne sia un bisogno oggettivo. Non ci sono tempi infiniti per approvare i provvedimenti, specialmente con il nuovo regolamento e i tempi contingentati - spiega Fracasso - "Dati alla mano: il bilancio, che è la legge fondamentale della Regione, è stato fatto in una settimana. Sono bastate tre sedute per il consumo di suolo, appena una per il Piano cave. La produttività - continua il capogruppo Pd - è quindi un falso problema, come la governabilità . Se la difficoltà , come detto da esponenti della maggioranza, è rappresentata dall'avere assessori che sono spesso a Roma, gli ricordiamo che il 50% della Giunta può essere costituito da membri esterni e così si risolve tutto. In realtà - conclude Fracasso - è un tentativo di zittire l'opposizione e di blindare la maggioranza da parte della Lega, mettendo all'angolo i propri alleati".
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Politica - Finco (Lega Nord): "Replica a Fracasso (PD) sulla nuova proposta di legge elettorale veneta: la nostra maggioranza non è come il suo partito democratico".
"Mi spiace deludere Fracasso ma la maggioranza gode di ottima salute, a differenza del Partito Democratico. Prima di parlare delle presunte fibrillazioni in casa altrui guardi piuttosto a quelle che lo riguardano da vicino. Capisco che far fronte al "rompete le righe", che sta coinvolgendo il suo partito dopo la debacle elettorale, non deve essere facile, ma non tenti di spostare l'attenzione parlando di presunti problemi all'interno di una maggioranza solida e compatta". Lo afferma Nicola Finco, Capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale del Veneto, in merito alla polemica innescata da Stefano Fracasso (Partito Democratico) sulla nuova legge elettorale veneta. "Con la nuova legge elettorale vogliamo semplicemente dare garanzie di governabilità a chiunque, in futuro, avrà il compito di guidare questa Regione. Ricordo a Fracasso che saranno i cittadini a dare poi questo premio, esprimendosi liberamente e democraticamente alle urne. Si organizzino e tentino di vincere le elezioni".
Finco conclude: "Il Partito Democratico non è più abituato a confrontarsi con il voto dei cittadini, d'altronde negli ultimi cinque anni hanno guidato questo Paese senza avere i numeri per poterlo fare".
M5S : "Una vera nuova legge elettorale regionale? Basta copiare la norme delle elezioni comunali con ballottaggio e sbarramento"
"Una soluzione per la nuova legge elettorale regionale? Un semplice copia e incolla da quella delle comunali, con tanto di ballottaggio e sbarramento". A dirlo sono i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, che propongono per la nuova legge elettorale regionale il sistema già in uso per le elezioni dei Comuni con più di 15 mila abitanti. "La legge c'è già , ed è pure ottima. Basta trasportarla in Regione e adeguarla con piccoli accorgimenti - dicono i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle - ma siamo certi che questo non accadrà mai perché Zaia non accetterebbe mai di rischiare tutto con un ballottaggio. Sarebbe un vero peccato doversi privare di inaugurazioni, nastri da tagliare e sagre da visitare. Inoltre - continuano gli esponenti del Movimento 5 Stelle - la legge che hanno in mente Zaia e i suoi nasce per eliminare del tutto la presenza di Forza Italia e dei piccoli alleati, non sia mai che questi vogliano far valere davvero i propri voti in consiglio. Sbarrati i piccoli partiti e accumulato il premio di maggioranza, la Lega potrebbe fare il bello e il cattivo tempo senza neanche porsi il problema di portare in aula leggi e provvedimenti. E se vogliamo dirla tutta - concludono i pentastellati - in questo momento il Veneto ha altre cose a cui pensare e una legge elettorale non è in cima alla lista delle priorità . Questo è quel che succede quando chi governa presta più attenzione al mantenimento del proprio potere piuttosto che alle esigenze dei veneti".Â
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