SPV: il punto del Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa
Sabato 31 Dicembre 2016 alle 10:47 | 0 commenti
 
				
		
		Matilde Cortese, Massimo Follesa ed Elvio Gatto come portavoce del Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa (CoVePA) ci inviano una nota sul caso della Superstrada Pedemontana Veneta (SPV) che pubblichiamo di seguito.
Abbiamo tenuto una conferenza stampa a Bassano del Grappa partecipata e con numerosi espropriati. Vogliamo mettere in chiaro che il governo ha avuto il coraggio di risolvere un illecito che durava da 7 anni: la falsa emergenza per i territori della Pedemontana Veneta e la nomina di un commissario inefficace che ha rallentato e complicato il processo di soluzione e costruzione di una reale mobilità alternativa per i territori tra Vicenza e Treviso. Sono 15 anni passati a tentare di costruire una super-autostrada e invece abbiamo una disastro ambientale costruito proprio dal commissario, che ha fatto il velo alle responsabilità politiche che ricadono per primo su Luca Zaia.		
Dal 2001 voleva un'autostrada ed ora ha un buco per i suoi amici della ghiaia, un buco nel territorio per i suoi amici dei comuni, un buco finanziario per i suoi amici delle banche e un buco economico per il suo bilancio.
Va ricordato tutto il dimenarsi di una intera classe politica che fino a  ieri chiedeva il commissario come un bimbo chiede di non fare ciò di  cui ha paura: assumersi le proprie responsabilità. Quei politici  volevano un'autostrada, un pranzo di gala per le loro cordate e hanno un  fallimento.
Ricordiamo bene le questioni per punti:
La  Pedemontana Veneta ha perso il commissario, ma con lui va allontanato  il gruppo di gestione di questo fallimento con tutti i vertici, i  collaboratori, gli assistenti e i passa carte.
Lo stop ai cantieri è  nei fatti e i Dogliani sanno benissimo che a gennaio non saranno in  grado di riprendere i lavori se non immettono i capitali a cui li  obbliga il contratto firmato. A meno che non intervenga la Regione  Veneto attivando clausole fraudolente nel contratto che potrebbero  portare l'esborso pubblico ora previsto a 614 mln di € a oltre 1 mld. Va  rivista la gestione dei lavori e bisogna riprenderli dove realmente serve cioè  in provincia di Treviso e per restituire la mobilità tra Bassano e  Thiene.
Il tavolo avviato deve essere un tavolo trasparente,  permanente e partecipato con i sindaci, le province i cittadini e le  organizzazioni del territorio. Vanno chiariti tutti i dettagli sul  sistema di finanziamento, degli interessi e del rischio, per  riprogettare una SPV dove serve e come serve. Luca Zaia responsabile  politico di questo fallimento da i numeri che da noi non ha mai voluto  ascoltare: ricordiamo bene le parole del suo assessore appena insediato  nell'incontro avuto con noi a settembre 2015, sembrava non capire i  numeri, adesso questi sono una realtà e stando a questi numeri non  avremo il punto di pareggio neanche con 20mila veicoli in media al  giorno.
La revisione del sistema dei flussi di traffico, dei pedaggi  deve contemplare la riduzione dei costi del progetto con i taglio di  tratte inutili a partire dal blocco della galleria Malo-Caselgomberto e  del primo lotto, se si interrompe il tratto ovest, ed è possibile farlo  dalla A31 a Castelgomberto si risparmiano oltre 700mln di euro con riduzione  dell'esposizione finanziaria. C'è un dato che deve far riflettere ed è  quello di AISCAT sulla A31 e sulle due strate provinciali che collegano  Thiene e Schio con Vicenza. La prima porta medie giornaliere di 14.000  veicoli mentre le altre superano tutte le 20mila unità. Va tenuto in  conto dunque che pochi entrano in strade a pedaggio e soprattutto basta  con la tiritera dei flussi alti sono tutti da nord a sud e non  est-ovest.
La SPV deve essere superstrada a percorso libero per i  residenti, va rivisto il sistema dei caselli, il pedaggiamento e le  tariffe devono essere popolari per consentire il reale utilizzo al  traffico locale. Va organizzata una mensa popolare per tutti solo così  si riuscirà a recuperare la Pedemontana Veneta alla realtà di un  servizio alla mobilità locale. Vanno cancellate le chimere di una  infrastruttura interregionale, siamo di fronte a limiti economici che ci  consentono di costruire un collegamento tra due realtà periferiche e  provinciali dal punto di vista territoriale.
La prosecuzione con  questo contratto di concessione che in realtà finora è stato un  contratto di appalto ha risvolti da codice penale. Se si vuole far  andare avanti la pedemontana Veneta lo si può fare cambiando la legge  oppure i privati mettono 1,7 mld di € di fondi propri oltre ai costi  finanziari e agli oneri fiscali cioè oltre 2 mld totali.
Va chiusa la  farsa sugli espropri: vanno pagati prima di tutti quale garanzia di  ogni eventuale ripresa dei lavori, servono 300 mln di € subito e chiusi  in cassaforte, ai Dogliani più nessuno crede soprattutto per la  macchinetta che hanno creato nel loro ufficio espropri, ma soprattutto  per i metodi che usano.
Ogni soluzione anche quella che immagina  l'intervento di Anas deve contemplare Applicazione del Codice degli  Appalti con il via a un project-review della SPV. C'è da chiedersi se  Anas può fare come per A2 intervenendo nel progetto e nel sistema dei  finanziamenti riconvertendo così quella che si prospetta come la  Salerno-Reggio del Nord-Est. Va tenuto il timone negli ambiti indicati  dalla Corte dei Conti e da ANAC, nel rispetto la direttiva 2014/23/UE  sul rischio operativo bancario a carico del concessionario.
Di  seguito riportiamo il punto dolente sull'intervento di ANAS in  Pedemontana Veneta, per cui vale la pena di ricordare un curioso fatto  accaduto nella commissione presieduta da Altero Matteoli: di fatto è  oscurata e manca ogni registrazione dall'intervento dell'ing. Armani  fatto il 6 dicembre 2016 in commissione 8^ al Senato (si veda la lettera  di Matteoli al sen. Cappelletti). Grazie  al lavoro dei senatori del M5S Cappelletti e Cioffi siamo riusciti a  recuperare il testo, ovviamente privo degli accenni a braccio durante la  seduta. Il presidente di Anas dichiarava su Pedemontana Veneta: «Gli  Onorevoli Senatori Borioli, Sonego e Puppato hanno chiesto se Anas  intende entrare nella società che sta realizzando la Pedemontana Veneta.  Al momento non è previsto che Anas partecipi in Pedemontana Veneta e  nessuna richiesta è stata in tal senso avanzata. Come noto Anas è  presente in Veneto attraverso CAV - Concessioni Autostradali Venete  S.p.A. (costituita il 1° marzo 2008 in partecipazione paritetica tra  Anas e la Regione), collaborando con soddisfazione operativa ed  istituzionale con la Regione in un territorio fortemente  industrializzato. Una infrastruttura collocata in quel territorio, con  un piano economico finanziario che abbia previsioni di traffico non  necessariamente aggressive, si ritiene possa essere profittevole e che  quindi non debba patire di problemi di finanziabilità.
Vale in  proposito ricordare che Anas è un concessionario sui generis che opera  sul territorio ma che non entra nelle aeree dove già esiste competizione  tra privati. Si tratta di un concessionario pubblico, sotto la  vigilanza del MIT, che ha senso possa entrare in quei contesti in cui il  mercato presenta delle difficoltà. Pedemontana Veneta è certamente  un'opera fondamentale, tra le più grandi dal punto di vista  autostradale, pertanto è importante che ci sia la massima attenzione da  parte delle istituzioni. Anas non ha evidenze in merito alla gestione  commissariale o su eventuali inadempienze del concessionario. Sicuramente  CAV potrebbe operare in modo da completare opere in project financing,  laddove vi fossero i presupposti di finanziabilità industriale, grazie  alla maggiore affidabilità e all'apporto di equity all'interno di una  operazione greenfield. Per rendere tutto ciò possibile, tuttavia, è  necessario modificare la norma costituita di CAV (Legge Finanziaria per  il 2007) affinchè la società possa intervenire sulle infrastrutture di  interesse regionale, e non solo sul collegamento tra l'Autostrada A4 -  tronco Venezia- Padova, opera per la quale la società era stata  originariamente concepita.» A questo link si trova il testo  integrale. Nell'audio si sentono solo poche decine di secondi del suo intervento  dove dichiarerebbe che il contratto di concessione di SPV non sarebbe  annullabile poiché mancherebbero alternative industriali e  dunque non vi sarebbe altenativa al contratto attuale. Si veda il video  a questo link.
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