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Sga non strangolerà i debitori insolventi delle ex BPVi e Veneto Banca, Pierpaolo Baretta: «Una garanzia per le imprese»

Di Rassegna Stampa Domenica 23 Luglio 2017 alle 11:00 | 0 commenti

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La Società per la gestione delle attività Sga non si armerà di machete per procedere indiscriminatamente al recupero di quanto più denaro possibile da chi ha ricevuto soldi in prestito dalle banche venete senza più restituirli. Lo garantisce il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta: «Sga è una società pubblica, una condizione di gestione rassicurante: imprese e risparmiatori hanno la garanzia che il gestore pubblico non ha tempi speculativi». Ha il mandato di massimizzare, non di fare presto e a tutti i costi. Lo confermano anche fonti molto vicine a Sga, la Spa partecipata dallo Stato alla quale è stato assegnato l'incarico di gestire i crediti deteriorati delle ex popolari in liquidazione e alla testa della quale il Tesoro ha di recente nominato amministratore delegato Marina Natale.

La rassicurazione dovrebbe portare un po' di tranquillità nella grande platea delle piccole e medie imprese affidatarie di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. L'esame dei crediti deteriorati (i cosiddetti Npl, non performing loans) avverrà in estate, dopo la conversione al Senato del decreto salva-banche e un profilo operativo più nitido sarà messo a fuoco già da settembre. Per l'inizio dell'autunno la Sga (che ha sede a Napoli) avrà anche installato in Veneto delle sedi territoriali per poter gestire singolarmente e «chirurgicamente» ogni singola posizione. Bisogna, naturalmente, tener presente che fra gli Npl esistono classificazioni in base alla loro possibilità di essere recuperati. Sui 17,3 miliardi di crediti problematici complessivi, 8,9 rientrano nella categoria più pesante delle sofferenze, mentre gli altri appartengono, anche qui con differenti gradazioni, alla fascia degli Unlikely to pay (in inglese: saldo improbabile, in italiano: inadempienze probabili). La scatola degli unlikely contiene un po' di tutto e le sollecitazioni di massima attenzione riguardano le imprese non decotte, capaci cioè di produrre profitti (e, in proiezione, di saldare il debito), ma paralizzate senza il polmone finanziario degli affidamenti bancari. Una situazione piuttosto frequente fra le Pmi venete e che in un rapporto con una banca a tutti gli effetti ha sempre giocato su margini di trattativa. Però Sga una banca non è. Ha il ruolo di gestore di Stato del recupero crediti e conferirle una licenzia bancaria comporterebbe almeno nove mesi di attesa. Troppi, alla fase due dell'operazione salva-banche bisogna passare al più presto. Se le sue competenze non verranno ampliate, il suo mandato rischierebbe di tradursi in una secca quanto letale richiesta di rientro delle esposizioni. Il busillis, dunque, è trovare il modo di legittimare un rapporto fra impresa e credito simile a quello di prima, per quanto più rigoroso. Non appare in ciò campata in aria, si apprende sempre da ambienti contigui a Sga, l'ipotesi di utilizzare una banca vera a fare da triangolazione, fungendo cioè da interlocutore verso il debitore in continuità con il rapporto precedente ma con la garanzia della Spa pubblica.

Questo tratteggiato a grandi linee perché lo scenario che si ha di fronte è inedito e nasconde dietro ogni bozza di soluzione difficoltà prima mai considerate. Insomma, con uno speciale riguardo ai clienti «vivi» del parterre imprenditoriale in affanno nel rispettare tempi e modi della gestione del credito, Sga potrebbe decidere di operare conferendo dei mandati specifici ad istituti bancari. Ai quali, in cambio, andranno riconosciuti idonei paracadute per i rischi che si assumerebbero.

Si ipotizza così un decreto ad ok per la bad bank. «Sga avrà un ruolo importante perché dovrà gestire il recupero dei crediti deteriorati e dovrà essere un soggetto protagonista della fase due, per collocarli bene nel mercato e recuperare il massimo - conferma Baretta - Bisognerà metterla nelle condizioni di agire il meglio possibile». Il sottosegretario richiama ancora una volta il Veneto a diventare protagonista della fase due. «I crediti deteriorati possono diventare un'opportunità d'investimento e non vorrei che nel Veneto perdessimo un'altra occasione - nota - Il Veneto entri nella partita Npl perché Sga deve diventare un interlocutore per l'economia veneta».
di Gianni Favero e Monica Zicchiero, da Il Corriere del Veneto


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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