Sciopero e sit in dei lavoratori del pubblico impiego
Lunedi 19 Dicembre 2011 alle 14:18 | 0 commenti
Vicenza. Ospedale San Bortolo. Si è riunita in tarda mattinata di fronte all'ingresso dell'Ospedale cittadino la delegazione dei dipendenti statali e parastatali, per manifestare il dissenso congiunto verso la nuova manovra finanziaria, che in virtù di quanto legiferato, va ad incidere in maniera forte sulle tasche dei lavoratori e pensionati. Il gruppo di scioperanti, che stamattina presto si era riunito presso la sede Inps di Corso San Felice, ha poi mosso in direzione dell'ospedale per riunirsi nella piazzetta antistante l'ingresso ospedaliero con gli altri manifestanti del pubblico impiego (qui la photo gallery).
I lavoratori delle sigle sindacali Fp Cgil, Fp Cisl, Fpl Uil, Uil Pa, che hanno indetto lo sciopero odierno, chiedono anche a Vicenza tramite i segretari provinciali di categoria Puggioni, Bellotto, Scambi e Sabino, che la legge venga modificata in maniera sostanziale, con oculatezza e rispetto per i lavoratori, che rivendicano il diritto di essere tutelati con dignità alla pari dei portatori di grandi interessi, aggiungendo che il lavoro svolto è un importante cardine per la tenuta del sistema paese.
Il ripristino dell'indicizzazione delle pensioni, l'accesso alla pensione con 41 anni di contributi senza convergenza dei limiti di età annunciati, prevedere una gradualità per il pensionamento di vecchiaia delle lavoratrici, il sostegno per l'accompagnamento al pensionamento dei lavoratori disoccupati che non godono più degli ammortizzatori sociali, la lotta all'evasione fiscale con la tracciabilità dei conti a partire da 500 euro, una tassazione dei grandi patrimoni mobiliari ed immobiliari; sono queste alcune delle richieste e insieme delle proposte che recita il volantino della manifestazione.
Le contrarietà alle misure approvate nella manovra finanziaria fanno da linea guida al coro unanime di disapprovazione del provvedimento stesso, che per chi sciopera dimostra un continuo accanirsi sui dipendenti pubblici e sui pensionati, sempre più unici sostenitori della salvezza Italiana. Per loro è anche, se non soprattutto, la crisi dell'eurozona ad aver indotto il neo governo Monti a misure di austerità che, però, sono concentrate su questa fascia di cittadini, già resa debole da tre anni di crisi e dai conseguenti aumenti delle imposte da versare.
Oggi la manovra va ad intaccare in maniera diretta l'apparato pubblico che, a differenza di quanto sbandierato a gran voce dai sostenitori del Governo, per far fronte al pareggio di bilancio ha operato da un lato l'aumento delle tasse da versare, dall'altro una minore spesa. Ed ha inoltre annunciato fusioni di enti pubblici che, affermano i manifestanti, andranno inevitabilmente ad incidere negativamente sui servizi offerti al cittadino.
Molti, quindi, i cori di dissenso levatisi oggi nel piazzale del San Bortolo verso il Governo, che seppur di qualità rispetto al precedente, dicono i segretari provinciali, non può operare in totale autonomia ma deve agire in ragione del mandato elettorale che, anche se non esercitato direttamente per la sua formazione, deve pervenirgli dalle forze politiche che ne possono decidere la vita o la cessazione. Ma, aggiunge uno dei manifestanti, se il governo continuerà a percorrere questa strada, farà sì ... tornare i conti a posto in Europa ma andrà ad indebolire il potere di acquisto del ceto medio, così da generare crisi future per cui dovrà ricorrere a nuovi provvedimenti d'urgenza, con il conseguente impoverimento ulteriore della popolazione.
Una protesta pacifica quella di oggi, che fanno sapere gli organizzatori, andrà avanti sino a quando non si avranno postivi riscontri dal Governo, poiché aggiungono: "sottrarsi a tale protesta è mettere in gioco il futuro dell'Italia".
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