Rocchetta a Moretti: venetismo sì, ma no a lista con mio nome
Giovedi 12 Febbraio 2015 alle 21:29 | 1 commenti
Dicono, e ci tengono molto a sottolinearlo, che si tratti del primo mai fatto in tutta la storia del popolo veneto. Parliamo del censimento che il neonato comitato (con sede a Castelminio di Resana) per la conta dei veneti ha presentato oggi in Consiglio regionale con il consigliere di prima il Veneto Furlanetto. Si tratta di un vero e proprio conteggio di quanti si dichiarano spontaneamente veneti perchè ne abbracciano la cultura e la lingua.
Non che sia riservato ai residenti o ai nativi locali. Tutt'altro. «Non è discriminatorio ed è aperto a tutti coloro i quali, indipendentemente dal luogo di nascita o dalla provenienza, si sentono veneti perchè aderiscono culturalmente alla nostra civiltà » spiega Raffaele Serafin, garante del censimento e di mestiere venditore di bandiere con il leone di San Marco, oltre a varie attività all'estero. «E' un atto di fede, non una rivendicazione territoriale o fiscale - prosegue Serafin -, se non esisti non hai diritti e noi vogliamo portare all'Onu la richiesta di riconoscimento del Popolo Veneto».
Un percorso lungo e per niente facile che inizia domani, 13 febbraio, con la possibilità per ogni cittadino italiano o straniero di registrarsi andando nel proprio comune e consegnando la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà che si può scaricare dall'apposito sito www.censimentopopoloveneto.org o dall'omonima pagina Facebook. «Abbiamo studiato la procedura con la Prefettura - spiega Loris Mazzorato, presidente del comitato e sindaco di Resana nel trevigiano -. Chi vuole sottoscrive il modulo in duplice copia, allega un documento d'identità e si reca all'ufficio protocollo dove si registra l'atto. Una copia viene poi trasferita all'ufficio anagrafe, l'altra va fatta recapitare presso uno dei referenti del comitato promotore, i cui nomi sono sul sito».
La firma va apposta sotto la dichiarazione «di essere veneto e di appartenere al Popolo Veneto» come si legge nel formulario, «e di appoggiare e sostenere il percorso legale e giuridico per arrivare al riconoscimento presso le sedi Onu e di altre organizzazioni istituzionali». «Come gli Indiani Sioux, anche noi vogliamo essere riconosciuti con le nostre specificità , permettendo ai bambini di parlare la lingua veneta a scuola» è stato detto stamani dai promotori, «è arrivato il momento di tirare fuori il coraggio di dire ‘siamo veneti', ci auguriamo che le istituzioni si aggreghino, ma non siamo un partito, bensì un movimento identitario». Nessun riconoscimento nella Lega, «che anzi ha strumentalizzato l'indipendentismo», ma un «popolo pluralista come quello Basco che nel suo seno ha più schieramenti politici».
Ben venga quindi la telefonata della candidata del Pd Alessandra Moretti a Franco Rocchetta, padre della Liga Veneta, finito in carcere un anno fa nell'inchiesta contro i venetisti accusati di terrorismo, e anche lui nel comitato promotore del censimento (che in totale conta 32 persone). «E' vero - racconta Rocchetta - ho parlato 10 minuti con la Moretti e ci siamo detti più cose di quante ne abbia scambiate con Luca Zaia in 23 anni. Il presidente fa bei discorsi ma i fatti non si vedono. Ad ogni modo non ci sarà nessuna lista con il mio nome, nonostante io abbia partecipato come elettore alle ultime primarie avendo seguito la senatrice Rubinato che sta portando avanti la questione. Mi è stato chiesto di stabilire un contatto e di indicare persone che sono vicine ai temi dell'autonomia da poter inserire in civiche vicine al Pd». Rocchetta ha spiegato che sta scrivendo una lunga lettera in cui chiede chiarimenti «perchè mi pare che il Partito Democratico abbia degli atteggiamenti contraddittori sul tema. Ho bisogno di capire se è una convinzione radicata o un modo per raccogliere voti. Io comunque do una mano a chiunque voglia fare qualcosa nel senso dell'autonomia».
di Fiorella Girardo, da Venezie Post
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Lenin insegnava che tutto quello che serve si deve praticare, vedi la fine dei cattolici nel PD. Se non ricordo male è la teoria degli utili idioti ( sempre di Lenin)!.