Restiamo umani: dalla parte del popolo palestinese. Ricordando Vittorio Arrigoni
Domenica 15 Maggio 2011 alle 18:51 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI, FdS - Le notizie sono di quelle che dovrebbero far pensare e suscitare indignazione. Sarà facile, invece, che vengano archiviate come le "solite cose normali" che succedono in Palestina.
Nel giorno della "naqba", durante le manifestazioni che ricordano il "disastro" dell'esodo di centinaia di migliaia di palestinesi in coincidenza con la nascita di Israele 63 anni fa (foto), l'esercito israeliano ha ucciso almeno 10 persone al confine con Siria e Libano e a Gaza.
Ieri a Gerusalemme est è deceduto un adolescente palestinese rimasto coinvolto in duri scontri divampati venerdì dopo le preghiere nelle moschee. Li chiamano incidenti ma sono vere e proprie esecuzioni. Un continuo massacro di un popolo che non ha diritti. Un popolo che vive da oltre 60 anni in campi profughi, in città chiuse e assediate. Un popolo in perenne guerra per sopravvivere. Criticare il governo israeliano per le sue azioni contro il popolo palestinese non può essere tacciato di antisemitismo. È qualcosa di completamente diverso, anzi di opposto. Vuol dire solamente ripudiare una politica di discriminazione e di oppressione. Una politica che, di fatto, fomenta l'odio e crea terrore. La violenza del governo e dell'esercito israeliano avviene in un momento nel quale le maggiori organizzazioni palestinesi hanno finalmente trovato, dopo tanti anni di conflitto, un accordo per tentare di formare un governo di coalizione. Un accordo importante che potrebbe migliorare le condizioni di vita del popolo palestinese.
Non possiamo rimanere indifferenti a quanto sta succedendo in Israele e in Palestina. Dobbiamo mobilitarci e almeno pretendere che le risoluzioni dell'ONU (di condanna dei massacri dell'esercito israeliano nei confronti del popolo palestinese) vengano attuate. La comunità internazionale così rapida negli interventi militari nei territori ricchi di risorse energetiche, dovrebbe mandare una forza di interposizione che impedisca la violenza e i massacri. In questo momento di ulteriore sofferenza per il popolo palestinese vogliamo esprimere la nostra solidarietà a chi lotta per il diritto di vivere libero nella propria terra. E vogliamo ricordare Vittorio Arrigoni. Vittorio fu ucciso a Gaza perché lottava e agiva per la Pace e i diritti. Fu ucciso perché a troppi fa comodo mantenere una situazione di guerra perenne in quei territori. Fu ucciso perché del popolo palestinese importa poco a troppa gente. Fu ucciso perché la sua attività e la sua umanità facevano paura a troppi. Oggi dobbiamo ricordarlo e opporci alla barbarie.
Restando umani.
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