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Vicesindaco Bulgarini, quale settimo polo museale d'Italia? Il Chiericati è fuori dai primi 30 musei e il Museo sarebbe Vicenza tutta

Di Mario Giulianati Mercoledi 20 Settembre 2017 alle 10:04 | 0 commenti

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Siamo nel dicembre, il giorno 17, del 2015 quando il sito del Comune di Vicenza riporta il testo della conferenza stampa che il vicesindaco Jacopo Bulgarini D'Elci e Giovanni Carlo Federico Villa hanno tenuto per illustrare il programma di mostre ed altro ancora per gli anni tra il 2016 e il 2020. Inizia, il testo, con "Vicenza, museo diffuso, capitale dell'arte e della bellezza. Questo è l'obiettivo al quale aspira l'assessorato alla crescita proponendo un programma di mostre tra il 2016 e il 2020" Un programma corposo, direi molto ambizioso, che però, già oggi, settembre del 2017, in parte si è sfaldato e in parte è radicalmente cambiato.

Basta, come esempio, citare la mostra programmata tra dicembre 2017 e aprile 2018 "Gli ori di Vicenza. Maffei, Carpioni e Vecchia, rivali a Venezia" (Basilica Palladiana)" sostituita dalla mostra, certamente importante ma tutta un'altra faccenda, prodotta da Linea d'Ombra su Vincent Van Gogh. Fortuna ha voluto che Marco Goldin abbia accettato di farlo e questo casomai non è un merito del vice sindaco ma direttamente del sindaco.

Di tutta la conferenza stampa e del testo riportato sul sito comunale mi ha colpito in particolare una affermazione dell'assessore alla crescita che recita "Cuore del progetto sarà anche il lavoro di recupero di palazzo Chiericati, settimo polo museale d'Italia, che vuole tornare ad essere la porta orientale della città, proseguendo il lavoro di Maria Elisa Avagnina". La citazione del lavoro della dottoressa Maria Elisa Avagnina, ultima effettiva direttrice dei Musei Civici vicentini (ahi, ahi per il Cda poi "inquinato" della Fondazione Roi, ndr), mi fa tornare alla mente un interrogativo del passato quando mi chiedevo, e altri si chiedevano, perché non si era voluto prolungare l'incarico alla Avagnina almeno fino a quando non fosse stato possibile indire un regolare concorso. L'impianto museale civico vicentino non è cosa da poco ma poi, in carico ad una effettiva direzione, vi è anche il patrimonio architettonico e monumentale pubblico.

Ma torno alla frase sopra riportata e in particolare al brandello che dice "palazzo Chiericati, settimo polo museale d'Italia". Da chi e quando sia stato redatto l'elenco che reca al settimo posto il Chiericati è stata una immediata curiosità che ho cercato di soddisfare. Cosa che non è risultata per nulla difficile.

Internet è uno strumento fantastico. Visto che la dichiarazione bulgariniana è del dicembre 2015 ho esplorato il sito del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che mi pare essere l'Istituzione adeguata e che ha titolo per redigere elenchi del genere. Ed infatti ho trovato una corposa relazione a firma di Renzo De Simone e una scheda relativa all'anno 2015, tra le altre, basata principalmente (e concretamente) sul numero dei visitatori, che elenca i primi trenta poli museali d'Italia. Un elenco che vede purtroppo assente Palazzo Chiericati e questo mi è dispiaciuto assai. Assenza che si registra anche per il 2016.

Personalmente ritengo che un po' di prudenza nel fare affermazioni così robuste dovrebbe essere nel bagaglio di un amministratore accorto, soprattutto quando si è coadiuvati da persone esperte, come il prof. Villa.

Vicenza, poi, interpretando il dire del vicesindaco, non è un museo diffuso. È un museo essa stessa con i musei pubblici e quelli privati, con i monumenti palladiani ma anche con quanto vi è di altre epoche, e non sono poche cose, con le chiese e con quanto contengono alcune di queste chiese. Cito, ad esempio, il Bellini a Santa Corona. Per entrare in graduatorie come quelle del Ministero, Vicenza deve essere presentata, non con una conferenza stampa ma con un serio lavoro, fatto da esperti, come un unicum. Appunto un museo.

Una "Città museo" non congelato nel passato ma vivo e vivace e contemporaneamente molto rispettoso del suo patrimonio. E della verità, senza mistificazioni mediatiche.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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