"Pugno di ferro", concluse indagini per 32 su 47 indagati: nel mirino acciaierie e fonderie?
Lunedi 9 Maggio 2011 alle 16:46 | 0 commenti
Guardia di Finanza - Operazione "Pugno di ferro", concluse le indagini preliminari. Chiesto il rinvio a giudizio per 32 persone ed il trasferimento degli atti alle procure competenti per altri 15 indagati. L'associazione per delinquere, attraverso complessi meccanismi fraudolenti, aveva messo in atto una frode milionaria mediante l'emissione e la conseguente utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 110 milioni di Euro.
L'operazione "Pugno di Ferro" costituisce una complessa indagine, iniziata nel 2008 e condotta dai Finanzieri della Compagnia di Bassano del Grappa e della Tenenza di Thiene, che ha consentito di portare alla luce una consorteria criminale dedita alla illecita commercializzazione di materiali ferrosi e plastici.
Sfruttando il meccanismo dell'interposizione fittizia di imprese cartiere localizzate in Italia e all'estero e avvalendosi di false fatturazioni, l'associazione a delinquere consentiva ad altre imprese di abbattere il reddito con l'inscrizione in bilancio di costi fittizi e di costituire ingentissime scorte di denaro per acquisti in nero.
Nell'aprile del 2009 i Finanzieri, coordinati dal Dr. Giovanni Falcone e successivamente dalla Dott.ssa Barbara De Munari della Procura della Repubblica di Vicenza, eseguivano su tutto il territorio nazionale ed in Austria oltre 180 perquisizioni e 20 provvedimenti di arresto.
Il materiale ferroso, costituito perlopiù da scarti di lavorazione, rottami ferrosi e dismissioni industriali provenienti da diversi canali, veniva recuperato e ceduto in nero dai cc.dd. "rottamai", senza l'emissione di regolare documentazione fiscale, a grosse aziende che rivendevano successivamente il materiale a numerose acciaierie e fonderie per la realizzazione del prodotto finale.
Le grosse aziende provvedevano a regolarizzare gli acquisti in nero appoggiandosi all'opera dell'organizzazione criminale che, dotata di una vera e propria filiera di società fittizie, curava la predisposizione di falsa documentazione, sia in materia fiscale che in materia ambientale.
Il meccanismo fraudolento, smantellato dai Finanzieri, basato sull'emissione e utilizzo di fatture false da parte di soggetti economici nazionali ed esteri, consentiva ai grossi commercianti di rottami di ottenere lauti guadagni derivanti dalla possibilità di acquistare la merce in nero, di godere dei vantaggi fiscali ottenuti utilizzando fatture false che consentivano di abbattere i propri redditi ed evadere in maniera sistematica le imposte, nonché di sostenere minori costi di gestione per l'omesso trattamento ecologico del materiale ferroso di scarto commercializzato.
Le ingenti somme di contante servivano ad alimentare il meccanismo fraudolento ed effettuare futuri acquisti senza fattura.
Il gruppo criminale sfruttava conti di appoggio esteri che una volta "riempiti" del denaro proveniente dalle illecite operazioni, venivano immediatamente "svuotati", con prelevamenti in contanti, tramite corrieri appositamente incaricati di far rientrare il denaro in Italia. Una parte del denaro veniva trattenuto dall'organizzazione criminale e destinato ad alimentare i propri traffici illeciti, mentre la restante parte veniva restituita alle grosse aziende di recupero utilizzatrici delle fatture false.
Le complesse indagini, ad oggi, hanno portato all'esecuzione di 20 ordinanze di custodia cautelare, di cui 13 in carcere e 7 agli arresti domiciliari.
Segnalate all'A.G. inquirente fatture per operazioni inesistenti emesse ed utilizzate per oltre 210 milioni di Euro.
Eseguito il sequestro preventivo per equivalente di una somma complessiva di quasi 3 milioni e mezzo di Euro nei confronti di vari soggetti economici coinvolti.
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