Processo Marlane Marzotto, Langella: in questa lotta siamo tutti coinvolti
Sabato 31 Marzo 2012 alle 10:58 | 0 commenti
Giorgio Langella, Segretario provinciale PdCI FdS Vicenza - Ieri è finalmente iniziato il processo Marlane-Marzotto. Gli avvocati della difesa (è bene sempre ricordare chi sono gli imputati di questo processo ... "grandi dirigenti" della Marlane, della Lanerossi, della Marzotto, gente importante, abituata a comandare) hanno chiesto di non ammettere le parti civili costituitesi nel dibattimento e hanno avanzato altre eccezioni preliminari. Bisogna ammetterlo: imputati e avvocati hanno un preciso obiettivo e lo perseguono con coerenza.
Questo obiettivo non è di essere giudicati innocenti ma di non arrivare a sentenza. Evidentemente puntano alla prescrizione. Ogni persona normale (specialmente di fronte ad imputazioni quali omicidio colposo plurimo, lesioni gravissime e disastro
ambientale) vorrebbe dimostrare la propria innocenza.
Pretenderebbe di essere processato nel più breve tempo possibile. Nel processo Marlane-Marzotto non è così.
"Lorsignori" vogliono semplicemente non farsi processare. Lo fanno con arroganza, quasi un sentimento di "fastidio". Sono convinti che sia "anomalo" chiedere giustizia se a farlo sono gli operai e le loro famiglie. Sicuri di essere intoccabili, fanno di tutto per dimostrarlo, con eccezioni, richieste di rinvio, cavilli procedurali ... quanto di più lontano dalla ricerca della verità e della giustizia.
Ma "lorsignori" si sono scontrati con l'ostinazione e la determinazione di chi non si è mai piegato, di chi ha saputo e voluto unire le lotte nate nella solitudine dovuta all'indifferenza di molti, di chi ha continuato a parlare e scrivere di quanto successo a Praia a Mare nonostante il silenzio (imposto o subito poco importa) dei "grandi" mezzi di informazione (nazionali e locali). E' stato grazie a queste persone, a qualche organizzazione sindacale considerata "marginale", a qualche "piccolo" partito, a qualche giornale veramente indipendente, se oggi esiste ancora la speranza che si possa ottenere giustizia per quanto successo alla Marlane-Marzotto.
L'inizio del processo è un passo in avanti ma la meta è ancora lontana. Per raggiungerla, c'è bisogno di vigilare e continuare a lottare. E' necessario che tutte le forze democratiche si uniscano in questa che è una battaglia per i diritti di chi lavora. Dobbiamo sconfiggere la protervia di chi non vuole farsi processare. I responsabili di quanto successo a Praia a Mare siano condannati. Chiediamo che si giunga a sentenza nel minor tempo possibile. Lo pretendiamo.
Non è vendetta è solo normale giustizia. La dobbiamo a chi si è ammalato, a chi è morto, a chi è stato costretto a lavorare senza protezione o sicurezza.
In questa lotta siamo tutti coinvolti.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.