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Le primarie, Variati pigliatutto e il triangolo del potere

Di Marco Milioni Lunedi 26 Novembre 2012 alle 18:19 | 0 commenti

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Parlare di primarie a Vicenza è un non senso. Parlare del testa a testa fra renziani e bersaniani nel capoluogo e della netta affermazione dei primi in provincia è un non senso. Affaticarsi sulla analisi dei dei voti è un non senso. Parlare delle mire di Vendola e Puppato è un non senso.

Col Pd praticamente in mano al sindaco di Vicenza Achille Variati e in parte al consigliere regionale Beppe Berlato Sella non c'è stata storia. Le primarie sono state solo il bagno mediatico fornito da una competizione senza sbocchi reali nel quale due vecchi apparatchik democristiani hanno ringiovanito la propria permanenza su una piazza politica che da un paio d'anni nell'area centrista e socialdemocratica è completamente blindata. Quest'estate quando Variati annunciò la sua scelta pro Renzi fece solo un calcolo politico.

E l'ascesa di Alessandra Moretti, vicesindaco berico e young face bersaniana, molto appannata di recente, non è altro che l'ennessima psyop cucinata da "Black in mind" Achille che si è creato un collaboratore/avversario da usare come biglietto da visita femminile o sparring partner politico su cui scaricare brutte figure mediatiche grazie alle quali aumentare la potenza dei fanali e dei megafoni sintonizzati sull'inquilino di palazzo Trissino che si candida ormai a diventare una delle figure chiave dell'area democratica nel Veneto. E che attorno a sé ha avversari o alleati la cui consistenza è prossima a quella dei quark. Un Variati, che a fronte di oppositori interni inesistenti continua a tenere in mano quel filo rosso di potere, detto del triangolo monocolo o del potere, degli ex Dc-Psi ed ex miglioristi del Pci che da Venezia (De Michelis, Fincato, Costa, Clini, Segre, Baita, Zoggia, Brentan, Sartori, Galan, Gemmo, Maltauro) si riverbera a Vicenza fino negli anfratti, più o meno altolocati, della pubblica amministrazione comunale. A partire dal superdirigente dell'urbanistica Antonio Bortoli: vicino appunto all'ex presidente della provincia veneziana Davide Zoggia, oggi responsabile degli enti locali nella segreteria nazionale del Pd capitanata da Pigi Bersani: tout se tient. Se a livello nazionale nel Pd è in corso una guerra di apparati che si contendono il ruolo di «interlocutore credibile» (leggi maggiordomo) dell'establisment finanziario internazionale che ha scelto in Italia Monti, banche, Chiesa e montezemoli vari come fattore di stabilità vantaggiosa, nel Vicentino il problema non si pone perché l'«interlocutore credibile», espressione cara ai corsivisti del Corriere come Antonio Polito, ce n'è uno solo. Il ras Variati col suo cartello di valvassini locali. La scelta del sindaco di appoggiare Renzi va ben oltre le primarie e si identifica nello stratagemma gattopardesco di identificare il carro nuovo, il renzismo che è diverso da Renzi, per traslocarvi armi, bagagli e forzieri, con la vecchia compagnia di giro, alla quale  affidare le nuove redini    

In realtà in passato un nell'alveo unificato degli ex Dc e degli ex Pci, Variati un competitor lo avrebbe avuto. Si chiama Claudio Rizzato. L'ex segretario diessino berico, avrebbe avuto il know how per colpire Variati e i suoi alleati nel campo avverso. Rizzato infatti oltre ad essere un ex consigliere regionale molto informato in tema di sanità, è un dirigente regionale di alto livello dello stesso settore. Il suo entourage non avrebbe avuto problemi a infilzare l'area Sella-Variati a colpi di dossier esplosivi per scardinare uno dei santuari inviolabili del cosiddetto triangolo monocolo. Ma Rizzato, poco prima che Variati arrivasse sul soglio di palazzo Trissino, aveva capito che a livello centrale il partito lo avrebbe lasciato solo. Le entrature romane di Variati, a partire dal Pd Enrico Letta nipote di Gianni del Pdl, non gli avrebbero concesso respiro tattico e strategico. Da un paio di mesi per di più, Gigi Poletto, ultima brace dissenziente dell'ala laica del Pd, ha deciso di autoestinguersi. Lasciando Achille in splendida solitudine col suo potere e con i suoi intirizziti aficionados. Il problema di Variati in realtà è lo stesso Variati. Anche i più lungimiranti infatti in questo periodo fanno fatica a leggere in filigrana l'evoluzione della crisi. E la storia insegna che più il potere viene percepito in poche mani, più è facile trovare capri espiatori.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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