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Presidio profughi con Usb, Thibault: messaggio chiaro contro politica dei muri

Di Citizen Writers Martedi 27 Ottobre 2015 alle 20:53 | 4 commenti

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Riceviamo da Luc Thibault, USB, e pubblichiamo

Mentre l’Unione Europea continua nella sua politica dei muri e, con la scusa della lotta agli scafisti, avvia l’ennesima guerra, in tante città italiane i migranti, i lavoratori braccianti e gli attivisti antirazzisti hanno risposto con manifestazioni, presidi, volantinaggi ed assemblee all’appello lanciato dai promotori della Settimana Nazionale di Azioni.

La Coalizione Internazionale dei Sans-papiers Migranti Rifugiati e Richiedenti Asilo (CISPM), il Movimento Migranti e Rifugiati, l’Unione Sindacale di Base, Africa Italia: Integrazione e Solidarietà, il Movimento degli Africani IRA Mauritania Italia, ecc.

A Napoli, Roma, Genova, Milano, Venosa, Schio, Cassino e Torino migranti, antirazzisti, lavoratori braccianti ed attivisti NoBorders hanno denunciato l’Unione Europea, Italia compresa, e la sua politica dei muri, degli “Hots spots” (che sono la reincarnazione europea dei Centri di Identificazione ed Espulsioni) e delle deportazioni.

Le iniziative, che hanno riscontrato complessivamente una buona partecipazione, hanno per la prima volta individuato l’Unione Europea come bersaglio politico in quanto responsabile di scelte politiche, economiche e culturali che da una parte hanno dato vita ad atteggiamenti con derive razziste e ad un processo di disumanizzazione dei migranti, e dall’altra alla proliferazione della disoccupazione di massa, alla diffusione della povertà, all’attacco ai diritti dei lavoratori e al sindacato in quanto strumento di difesa e di lotta collettiva, a privatizzazioni e tagli alla spesa sociale. Insomma, una Unione Europea che per nascondere il fallimento delle sue scelte politiche ed economiche si rifugia dietro ad una politica anti-migranti ed antisociale trasformando le periferie, in uno stato di abbandono totale, in scenari di guerre tra ultimi.

Questa Unione Europea, che riteniamo geneticamente immodificabile, oggi nega ai migranti il diritto alla libertà di circolazione e di residenza mentre lo stesso diritto è stato garantito ad oltre 805 milioni di persone in seguito alla firma dell’accordo di Schengen nel 1985. Una esclusione, quella dei migranti, che esprime la volontà politica dell’UE e dei suoi stati membri mirata a utilizzare/trasformare i migranti da un lato in merce di scambio per gli accordi di deportazione sul tavolo del prossimo Summit dell’11/12 novembre a Malta con la Turchia e l’Unione Africana; dall’altro, come segmento della forza lavoro, attraverso strumenti come il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, per una schiavizzazione dei migranti con conseguenze dirette sulla condizione dell’insieme dei lavoratori in termini di diritti e di dignità.

Da qui nasce la necessità di proseguire questo cammino che è allo stesso momento un percorso di convergenza delle lotte, indipendentemente dalle provenienze geografiche, a partire dai bisogni e senza perdere di vista le specificità. Un percorso che veda insieme, gomito a gomito, soggetti diversi che esprimono bisogni comuni - come il lavoro, il diritto all’abitare, alla mobilità, allo studio, alla salute, ad un ambiente dignitoso, ecc... Insomma, un terreno che apra una stagione di lotte condivise, con al centro la libertà di circolazione e di residenza, contro ogni politica di deportazione e contro la dittatura economica imposta ai popoli attraverso la politica dell’austerity che si sta traducendo in una vera e propria colonizzazione anche dei paesi europei più deboli.

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Commenti

Inviato Mercoledi 28 Ottobre 2015 alle 18:22

Andate a protestare a Bruxelles. Da noi confondete solo le idee. I "profughi" sono quelli riconosciuti tali dal Governo italiano, gli altri, rimangono "clandestini", e vanno rimpatriati.
Non possiamo mantenere a 1200 euro al mese, tutti gli sfortunati del mondo.
Nulla vieta, a chi ha maggiore sensibilità e disponibilità economica, il fornire aiuti personalmente e --soprattutto--direttamente.
Inviato Giovedi 29 Ottobre 2015 alle 11:34

Purtroppo caro signor Zenocarino è lei quello che ha le idee confuse! Cito dal Treccani: pròfugo s. m. (f. -a) e agg. [dal lat. profÅ­gus, der. di profugÄ•re «cercare scampo», comp. di pro-1 e fugÄ•re «fuggire»] (pl. m. -ghi). – Persona costretta ad abbandonare la sua terra, il suo paese, la sua patria in seguito a eventi bellici, a persecuzioni politiche o razziali, oppure a cataclismi come eruzioni vulcaniche, terremoti, alluvioni, ecc. (in questi ultimi casi è oggi più com. il termine sfollato): il p. Enea; i p. del Veneto nella prima guerra mondiale; [...]
Quando la persona fa domanda di asilo non è più profugo ma "richiedente asilo". Per fare un po' di chiarezza la invito a leggere una spiegazione approfondita di tutta la faccenda: http://labottegadellestorie.org/profughi-facciamo-chiarezza/.

Maria Rosaria Baldin
Inviato Giovedi 29 Ottobre 2015 alle 18:05

Arriva la precisazione,che pretende di cambiare i termini del problema. Lo sapete "nella realtà" chi sono, da dove vengono, che cosa faranno per vivere? Non disturbi la Treccani,fino al momento in cui lo Stato italiano non avrà deciso se hanno titolo alla qualifica "rifugiati politici", purtroppo, stiamo mantenendo dei "clandestini",cioè persone che sono arrivati in casa nostra, senza autorizzazione. Certo stanno facendo la fortuna di cooperative,onlus,associazioni varie e albergatori senza clienti.
Se,però,e lo ripeto anche alla signora Mari, ci sono persone che hanno maggiore sensibilità e disponibilità economica, sono liberissimi di fornire aiuti o anche mantenere totalmente i nuovi venuti. Quella sensibilità che, sia chiaro, non si vede nei confronti dei nostri pensionati a 350 euro al mese. Non possiamo prenderci in carico tutti i derelitti del mondo, che, oltre a tutto, non vedo denutriti e che pur possiedono i 3 o 4 mila euro per venire in Italia e che,forse per questo, ora accampano anche dei "diritti" sul luogo dove desiderano risiedere e sul cibo che viene fornito loro.
Inviato Venerdi 30 Ottobre 2015 alle 21:47

"Treccani" non pecca di certo di precisione! Quando arrivarono in Italia circa 6.000 ebrei cacciati dalla Libia, non furono accolti come “profughi”, status che forse avrebbero preferito per via di alcuni benefici che comportava, ma come “rifugiati” sotto l’egida dell’Alto Commissariato dell’Onu. E molti di loro avevano il doppio passaporto, ovvero erano anche italiani! Dovrò mettere ordine nei miei ricordi, ma in 5.000 finirono nei campi profughi di Latina e Capua e in quello di Capua il pavimento era di terra battuta ... non c'era acqua corrente, dormivano in tanti in una stanza ...e per questo non è morto nessuno!
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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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