Partiti da Vicenza per Mestre con 30 pullman! Bergamin,Cgil:"La risposta dei lavoratori c'è!"
Martedi 6 Settembre 2011 alle 08:58 | 0 commenti
Sette pullman partiti alle 7,30 da Vicenza capoluogo per la manifestazione a Mestre, altri 23 dalla provincia. Questi i primi dati che arrivano dai nostri collaboratori impegnati a seguire "in diretta" la spedizione che fa confluire a Piazza Ferretto chi fisicamente rappresenta i lavoratori veneti che oggi sono stati "chiamati" allo sciopero generale contro la manovra: "Già questo è un primo successo - ci dice Marina Bergamin, in coda alla periferia di Mestre per il traffico. La grande risposta di chi lavora, di chi vorrebbe tornare a lavorare, di chi vuol cominciare a lavorare si sente già da questi numeri. Sono in 1.600 sui pullman, altri arriveranno con auto e treni.". Le iscrizioni alla colonna di pullman si sono dovute chiudere, per eccesso di partecipanti, alle 19 di ieri sera, sottolinea la combattiva Marina che poi prosegue così:
"Si farà sentire in piazza la voce di almeno 2.500 vicentini, un vero successo: se da Padova, sempre reattiva in questi momenti, sono partiti 43 pullman, i nostri 30 fotografano il successo dell'organizzazione e, soprattutto, la voglia di dire basta a questa non gestione della crisi da parte del governo, che continua a tartassare chi già paga per privilegiare chi potrebbe farlo di più e, peggio ancora, chi non paga mai!".
Il corteo si comincia, quindi, a formare dai vari punti di raccolta, mentre anche i lavoratori dei sindacati di base (USB, Slaicobas, ORSA, Cib-Unicobas, Snater, SICobas, USI), partendo da un punto di concentramento diverso, in Piazza della Stazione, un luogo diverso per sottolineare la loro funzione specifica, sono a fianco di "quelli" Cgil , dei lavoratori in genere e chi sogna di poter lavorare in futuro, rappresentati qui dalla Rete degli Studenti Medi di Vicenza e dall'Unione Universitari. E non sono pochi, lo stiamo verificando, quelli che oggi sono qui pur essendo iscritti ad altre sigle o non essendo rappresentati ufficialmente: la base della protesta si allarga per i problemi reali. Che prescindono dalle impostazioni ideali.
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