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Otello Dalla Rosa si candida per Vicenza da dirigente d'azienda. Ma il comune non è un'azienda

Di Mario Giulianati Martedi 5 Giugno 2018 alle 09:44 | 0 commenti

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Il candidato di centro sinistra Otello Dalla Rosa si dichiara orgoglioso per la sua storia e le sue competenze (nella foto con Riccardo Ferretto dell'omonimo gruppo), infatti è un dirigente d'azienda, perché è convinto che queste sue indubbie qualità lo rendano capace di servire la città da sindaco. Dimentica alcune  cose di non poca importanza. Che il comune non è una azienda ma una istituzione pubblica che ha il dovere di procedere esclusivamente per il bene della cittadinanza amministrata, cercando di conciliare la minor spesa, che grava sui cittadini, con il miglior risultato a favore dei cittadini.

L'esperienza di un dirigente d'azienda è tutta, giustamente, posta su un piano  diverso. Il suo dovere è quello di far guadagnare più che può i suoi azionisti. Sono finalità  del tutto diverse. Spesso in contrasto. I 310 milioni di cui parla Dalla Rosa su progetti  finanziati dallo Stato non li gestisce per la maggior parte il comune di Vicenza, ma lo Stato, tramite i suoi delegati, aziende o enti, e il comune non ha gran voce in capitolo.

L'aveva all'inizio della progettazione della Tav Tac ma la precedente amministrazione di Achille Variati, alla quale fa riferimento politico Dalla Rosa ha condotto malissimo la trattativa e a danno della cittadinanza. Basta parlare con gli espropriandi, abbandonati a se stessi, per rendersene conto. 

Dice ancora  il  candidato di centro sinistra  che "Il voto del 10 giugno è anche una scelta tra due alternative: riportare Vicenza indietro di dieci anni, oppure fare un passo avanti per raggiungere nuovi obiettivi, verso una città che investe sulla sicurezza". Dichiarazione condivisibile ma rovesciando il fronte. Votare per la continuità rispetto alla giunta Variati è proprio portare indietro di decenni la nostra città. Una città che ha visto ridursi la propria identità culturale, la propria forza economica (ricordiamoci, ad esempio, del tesoretto dell'autostrada svanito per buona parte nelle buche delle vie vicentine e della Fiera di Vicenza svanita in quella di Rimini) e la propria capacità alla solidarietà. Una città che ha sofferto dieci anni di insicurezza sia nelle persone che nelle cose. Insicurezza ovunque, costantemente e pesantemente penalizzata nella vita quotidiana.

La giunta Variati non è risuscita nemmeno a farci tornare a vivere tranquillamente il maggior parco cittadini, Campo Marzo, vietato a tutti noi e costantemente occupato da spacciatori, ma nemmeno i parchi minori sono luoghi frequentabili dalle famigliole e dagli anziani. Eppure il candidato  del centro sinistra insiste a portare avanti anche la grande "polpetta avvelenata" rappresentata dal Parco della Pace", che da straordinaria opportunità, se gestito con buon senso, diventerà, oltre che un peso economico non indifferente, anche un luogo difficilmente controllabile per essere messo in sicurezza per i normali visitatori.

Prosegue il candidato parlando della Bertoliana, una delle istituzioni più antiche e importanti della città, in questi ultimi anni abbandonata a se stessa, riempita solo di promesse non mantenute, addirittura ripescando  il famoso Fondo Immobiliare, fortunatamente  respinto anche dalla maggioranza, sul filo del rasoio, all'ultimo momento. Una soluzione  dai costi altissimi e da un assai incerto futuro. Ora questa viene riproposta dal candidato di centro sinistra per collocare gli uffici nella ex Camera di Commercio, che non è di proprietà del comune di Vicenza e che quindi  avrà dei costi non indifferenti  per ottenerla, oltre quelli per adeguarla alla nuova funzione. Che senso ha spostare gli Uffici Comunali da dove sono, proprietà del comune, per  portarli, con costi notevoli, in un  luogo ancor più sacrificato?

E' accaduto spesso che i candidati alla poltrona di sindaco, a Vicenza come altrove, si lascino prendere la mano dalle promesse e dalle personali fantasie. Ma  questa città, che abbisogna di un autentico cambiamento di rotta rispetto ai dieci anni appena trascorsi, ha sopratutto necessità di recuperare  il senso della sicurezza quotidiana e della tranquillità d'animo, di potersi riappropriare delle sue strade, delle sue piazze, dei suoi parchi e giardini. Di tornare ad aver fiducia, insomma, nella istituzione comunale.


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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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