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Regione Veneto "boccia" Elena Donazzan che voleva oscurare "Vicenza. La città sbancata". Era gelosa perchè si sentiva trascurata? Allora la seguiremo di... più, anche in Procura

Di Pietro Cotròn Venerdi 21 Ottobre 2016 alle 10:28 | 0 commenti

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Prima pubblicazione 20 ottobre 2016, ore 14.34. Aggiornamento 21 ottobre, ore 10.28.

L'11 ottobre 2016 l'omertà ufficiale che impera a Palazzo Trissino e a Palazzo Nievo a Vicenza è stata rotta dalla presentazione ufficiale di "Vicenza. La città sbancata" in Regione Veneto nella prestigiosa sala Cuoi di Palazzo Ferro Fini concessa dal Consiglio regionale, rappresentato al tavolo dei relatori, in cui siedeva Giovanni Coviello, nostro direttore e autore insieme alla nostra redazione del libro testimonianza del drammatico flop della Banca Popolare di Vicenza, dal suo presidente Roberto Ciambetti e dall'ideatore dell'evento, il Consigliere regionale Maurizio Conte, che ha coordinato la commissione d'inchiesta sui disastri delle due ex popolari venete. Ma se la sala era piena di capigruppo, assessori, consiglieri e associazioni e funzionari c'è stato chi ha provato a oscurare l'unica testimonianza "organica" e storica delle malefatte che hanno impoverito decine di migliaia di soci risparmiatori della BPVi (e, con modalità simili, di Veneto Banca), che ora, anche grazie allo "stimolo" regionale, sta sollecitando l'interesse di vari movimenti e comitati politici vicentini a "replicare" l'evento veneziano.

Ne è stato infomato subito l'autore al suo ingresso a Palazzo Ferro Fini da tanti "frequentatori" del palazzo, chiamiamoli così per rispettare l'identità dei tantissimi, politici e funzionari, che non hanno apprezzato il tentativo censorio, ma le informazioni erano condite da sorrisi beffardi e da frasi diverse ma sintetizzabili con questa: "se ha provato a impedire la presentazione, la sala Cuoi sarà ancora più piena per la curiosità che ha generato...".

Chi fosse la persona così spaventata dalla sua presenza da volerla impedire non interessava Giovanni Coviello, impegnato a raccontare quello che moltissimi tra i giornalisti e i politici vicentini mai hanno raccontato a lettori ed elettori ed ancora oggi evitano accuratamente di commentare sul sistema che gravitava ed, evidentemente, ancora gravita intorno a Gianni Zonin.

Non interessava al nostro direttore, preso da ben più nobili occupazioni, quella meschinità l'11 ottobre 2016, che per tutti i presenti in sala, in rappresentanza dei 118.000 soci traditi dalla BPVi, è stato l'11 settembre 2011 al contrario: quello in cui i buoni attaccano i malvagi.

Ma, poi, ne abbiamo parlato in redazione e, per rispetto di lettori ed elettori ma anche per rispondere a una chiara intimidazione, noi che di minacce ne subiamo e ne rispediamo al mittente di ben più pesanti, ora raccontiamo tutto, partendo dalla mail che la signorina Elena Donazzan, "assessore all'istruzione, alla formazione, al lavoro e pari opportunità del Veneto" e spesso definita come la "pupilla" di Luca Zaia, ha inviato il 10 ottobre a tutti i membri della giunta regionale e del consiglio regionale: "Pregiatissimi colleghi, apprendo che l'11 ottobre il Consiglio Regionale del Veneto ospiterà la presentazione di un libro del sig. Giovanni Coviello, con l'introduzione del Consigliere Segretario e su invito del Presidente. Devo evidenziare che il sig. Coviello è stato condannato (decreto penale di condanna del 28.12.2015 emesso dal GIP presso il Tribunale di Vicenza non opposto e pertanto irrevocabile) per il reato di diffamazione aggravata nei miei confronti; e ciò in relazione ad affermazioni relative al mio operato quale Assessore Regionale. Mi sorprende pertanto che al medesimo sia concessa, per le proprie iniziative commerciali, una cornice istituzionale così prestigiosa. Lascerei ad ognuno di Voi le dovute considerazioni in merito. Cordialmente, Elena Donazzan".

Partiamo dalla condanna: 750 euro di decreto penale, a cui neanche ha ritenuto necessario opporsi il nostro direttore, che di certo non voleva spendere di avvocato più dell'importo della "enorme" pena "per diffamazione aggravata"... dalla sincerità dello stesso direttore nel pubblicare il 14 agosto 2015 l'articolo "Elena Donazzan razzista. E "assessore di m..."? Non abbiamo scritto prima, ci scusino i lettori", peraltro aggiornato il 28 dicembre 2015 per informare tutti i lettori, Consiglio regionale incluso, così: «P.S. Il 28 dicembre per questo articolo con "un assessore di m..." abbiamo subito un decreto penale di condanna a 750 euro di multa a cui neanche ci siamo opposti perchè se, più che il giudice, la Donazzan non ha capito l'invito provocatorio all'educazione che le abbiamo indirizzato, beh noi pagheremo la multa ed espieremo al pena, ma per la sua "redenzione" non c'è più speranza...».

In quell'articolo, che, a conferma della sua liceità giornalistica, nessuna autorità mai peraltro ha fatto rimuovere dal nostro quotidiano web, Coviello commentava una delle solite frasi della "nostalgica" Elena di... Pove (in questo caso contro un magrebino ladro di biciclette, la sua, che lei definiva di merda e bastardo) con un linguaggio che non dovrebbe essere tollerato, e che Coviello continua a non tollerare dovesse, ci dice, "pagare 100 volte per ribadire queste convinzioni", in bocca a un rappresentante delle istituzioni (l'articolo riprendeva gli sberleffi che il Veneto grazie a lei si beccava, che so, su Il Fatto Quotidiano e anche da quel noto... "bigotto" che gestisce Dagospia).

A quel decreto penale di 750 euro non valeva la pena opporsi perchè, ricorda il nostro direttore, la sua battaglia, anche economica, è concentrata nel sostenere ben altri attacchi e ben altre minacce, cosa che sta facendo ora, per esempio, affrontando, senza neanche aderire alla possibile mediazione, il primo processo che, W la giustizia italiana e vicentina, non si terrà contro il sistema Zonin, che ha tolto dalle tasche di 118.000 soci non 750 euro, ma 6.3 miliardi di euro, ma subito, il 25 ottobre prossimo, per valutare le accuse del "re di Vicenza" che pretenderebbe un milione di euro di danni che sarebbero stati arrecati alla Fondazione Roi da Giovanni Coviello.

La colpa del direttore? Aver denunciato e documentato proprio la mala gestio della Fondazione da parte del suo Cda con in testa tre rappresentanti maggioritari della BPVi, che, dimessosi il presidente Zonin a furor di "verità", rimangono in due, Marino Breganze e Annalisa Lombardo, ancora seduti su quelle poltrone tarlate per le quali non ci sono soldi per "restaurarle" dopo che decine di milioni di euro sono stati bruciati da investimenti azzardati in azioni, guarda caso, della Popolare di Vicenza e nell'acquisto dell'altrettanto mal ridotto ex Cinema Corso.

Quindi, anche se nessun giornalista un pizzico coraggioso non ha una condannuccia e noi ne possiamo esibire, tra condanne e  minacce, di ben più significative del nostro impegno a difesa dell società, ben capiranno il disinteresse di Coviello verso i "750 euro penali" i lettori e i destinatari della mail scritta da Elena di Pove, che definisce "operazione commerciale"  l'attività, invece, grandemente meritoria dell'Istituzione che lei pensa di rappresentare e che ha avuto il coraggio di far raccontare, proprio nel luogo pubblico in cui i Veneti hanno messo i loro delegati più leali con gli elettori, le malefatte di chi rappresenta il peggio del potere.

Nella nostra conversazione in redazione col direttore gli abbiamo, anche, chiesto il perchè, secondo lui, di questo attacco meschino e lui, sorridendo, ce ne ha data una lettura interessante: «se l'assessore Elena Donazzan esibisce la mia condanna per l'articolo di reazione e di denuncia del suo linguaggio volgare e non consono per un rappresentante delle Istituzioni, pur di impedire a Palazzo Ferro Fini la denuncia della truffa della BPVi dell'era Zonin a danno di 118.000 soci, tra cui gran parte veneti e una grandissima parte vicentini, ebbene la ringrazio. La ringrazio perchè se mi ha querelato in quel caso, ricevendone soddisfazione dalla giustizia, evidentemente avevamo ragione, altrimenti avremmo subito Elena Donazzan con Giancarlo Galan sulla copertina del n. 236 di VicenzaPiù del 9 giugno 2012un suo più consistente attaco legale, quando nel n. 236 di VicenzaPiù, e non solo allora, le abbiamo mosso addebiti documentati e ben più pesanti sui consistenti finanziamenti per la  formazione elargiti alla galassia di Rete Veneta, con Irigem a goderne insieme ad altri "corsaioli" disinvolti, grazie a lei, benedetta da Giancarlo Galan, politico notoriamente intonso che lei abbracciò, lasciando solo nella sua battaglia di legalità contro il suo sistema chi politicamente la creò, Sergio Berlato (cfr. "VicenzaPiù n. 236: Donazzan, Galan...te con Rete Veneta, si autoesclude da Pdl e risposte" con foto accanto che riproduce la copertina di quel numero datato 9 giugno 2012 e poi "Berlato e il sistema Donazzan - Romano: con soldi alla formazione fittizia sarebbero stati beneficiati Irigem, Confindustria e CL", ndr)

Dopo questa osservazione del direttore e autore di "Vicenza. La città sbancata", che sottoponiamo alle valutazione dei lettori e dei destinatari della mail scritta da Elena di Pove a Luca Zaia, agli altri componenti della sua giunta e a tutti i consiglieri regionali, accusandoli di aver fatto la cosa più giusta che dovevano fare, opporsi anche mediaticamente alle truffe di BPVi e Veneto Banca, ebbene Giovanni Coviello l'ha buttata sullo scherzo.

«Se Donazzan - ci ha detto - con questa mail voleva ribadire, confessare?, che quando pensa di aver ragione denuncia, ma quando sa di aver torto sta zitta, la ringrazio. Ma non penso che il suo attacco a me, ai mieri redattori, ai suoi colleghi in Regione, oltre che a difesa del sistema Zonin contemporaneo e successivo a quello Galan, sia motivato, sia pure inconsciamente, solo dalla sua volontà di autodenuncia, che pure ho apprezzato. In effetti, e lei, che è molto tradizionalista e pur da signorina ama il"machio patriota", non si offenderà del sottofondo di maschilsmo che potrà leggere in quello che sto per dire, ma che io, per mia età, associo alla Galan...teria che le è dovuta. L'assessore a tante cose è solo dispiaciuta e incazzata nera (va bene per lei, ragazzi, come colore?) perchè ultimamente, e come sempre noi che non censuriamo mai nessuno, neanche chi si riconosce colpevole, abbiamo pubblicato tutti i suoi comunicati e tutte le sue partecipazioni ad eventi, ma l'abbiamo trascurata non approfondendo più di persona, io e voi mieri redattori, la sua conoscenza e non informandoci direttamente e non solo tramite i soliti, banali e buonisti comunicati del suo operato nei settori di sua competenza, che dopo la sanità, e sia pure a distanza, sono queli che gestiscono fondi ingenti».

Sembreva realmente costernato il nostro direttore  quando ammetteva, questa volta sì, la sua colpa verso Elena e, invitando anche noi a una maggiore attenzione verso di lei, concludeva così: «Chiedo scusa all'assessore ma da oggi, promesso, la seguiremo di... più, anche in Procura».

Sarà stato pure costernato ma per noi, in redazione, si preannuncia un lavoro più duro del solito perchè pare che, è la prima cosa che il direttore ci ha chiesto di verificare, in Procura di Venezia ci siano un qualcosa come otto fascicoli a carico di Elena Donazzan, non proprio un fiore all'occhiello per un assessore di un presidente tranquillo e attento ai suoi passi come Luca Zaia.

Neanche Gianni Zonin ne ha così tanti...


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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