Nuovo esposto per avocazione a Venezia del procedimento contro Zonin & c. per il flop BPVi: ma è vicina richiesta rinvio a giudizio
Mercoledi 5 Aprile 2017 alle 23:47 | 0 commenti
Pubblichiamo per dovere di cronaca l'esposto che replica un altro precedente già presentato senza esito alcuno alla Procura della Repubblica presso la Corte d'Appello di Venezia per chiedere l'avocazione a Venezia dell'inchiesta sulla precedente gestione della Banca Popolare di Vicenza a guida Gianni Zonin. Rispettabile, ovviamente, l'intento ma è presumibile prevedere, come da noi anticipato, che la lunga inchiesta avviata dalla procura di Vicenza guidata da Antonino Cappelleri e condotta dai sostituti Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi sia agli sgoccioli con gli uffici del Gip già al lavoro per valutare le richieste di rinvio a giudizio per i 9 indagati, certe, e di misure di sequestri cautelari, più complesse. Valuteremo, come tutti, nel merito e sulla completezza dell'elenco dei rinviati a giudizio le richieste quando verranno rese note, stasera pubblichiamo l'esposto.
Esposto per rinnovare la richiesta di avocazione da parte della Procura Generale della Corte d'Appello di Venezia del procedimento "Zonin + 9"Â
Noi sottoscritti
Prof. Italo Francesco Baldo, presidente dell'Associazione "Impegno per Vicenza";
Prof. Adriano Verlato, presidente dell'Associazione "Vicenza Riformista",
richiamando quanto precedentemente esposto nel ricorso inviato al Suo Ufficio il giorno 11/10/2016 in merito all'oggetto, rinnoviamo rispettosa istanza di un Suo diretto interessamento, ritenuto opportuno alla luce anche di fatti successivamente emersi.
In data 27/10/2016 il Procuratore della Repubblica di Vicenza, dott. Cappelleri, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano "La Verità ".
All'intervistatore che chiedeva lumi sulla lentezza del procedere investigativo e sulla mancanza di provvedimenti cautelari nei confronti degli ex amministratori di BPVI, l'intervistato, tra l'altro avrebbe dichiarato:
"... si tratta di materia estremamente specialistica, di solito appannaggio di sedi come Roma e Milano. La Procura (di Vicenza) è relativamente piccola e soffre della necessaria distribuzione dei mezzi e delle risorse ...; soprattutto le difficoltà per configurare i reati in questione sono molto più numerose di quanto sembri a prima vista." (sic!!).
Tale giudizio espresso dal Capo dell'Ufficio Inquirente vicentino oltre che improvvidamente autolesionista, viene percepito, in ogni caso, come tutt'altro che gratificante nei confronti dei due Sostituti procuratori assegnatari dell'inchiesta in corso da due anni.
Nell'intervista di cui si allega copia, il dott. Cappelleri ha espresso anche altri giudizi che hanno destato stupore nella pubblica opinione e sconcerto tra le migliaia di soci BPVI che si ritengono giustamente defraudati dei risparmi d'una vita (alcuni ridotti in povertà assoluta) per colpa dell'irresponsabile e squalificante comportamento di ex amministratori, generosissimi tra l'altro nell'attribuirsi compensi di gran lunga superiori anche a quelli dei loro omologhi componenti di CdA dei più rinomati istituti bancari nazionali.
Neppure la circostanza che l'ex presidente Zonin abbia, fin dal marzo 2016, trasferito il suo notevole patrimonio mobiliare ed immobiliare a moglie e figli, sembra aver destato un qualche interesse o perplessità negli inquirenti vicentini relativamente alla lealtà non solo processuale del maggior indagato.
All'intervistatore che manifestava il proprio stupore per i mancati tempestivi provvedimenti cautelari da parte della procura vicentina, la risposta del dott. Cappelleri appare addirittura irridente: "..esiste l'azione revocatoria!", dimenticando l'effetto perverso dell'eventuale possibile trasferimento da parte dei familiari cessionari al "terzo acquirente in buona fede" con buona pace delle aspettative dei danneggiati.
Il perdurare dell'inerzia da parte della procura vicentina stupisce, anche perché il dott. Cappelleri in data 27/1/2017 (Il Giornale di Vicenza) a due anni dall'inizio delle indagini ha dichiarato che "il patrimonio di BPVI è stato artatamente sopravvalutato, attribuendo alle quote del proprio capitale un valore esoso rispetto a quello obiettivo".
In tale occasione il dott. Cappelleri ha preannunciato che saranno verosimilmente adottate "misure cautelari reali".
A parte il fatto che anticipare alla stampa l'idea di sequestrare beni equivale all'idea di avvertire gli interessati a farli sparire. Comunque, a distanza di due mesi dalla dichiarata tardiva convinzione dell'esistenza di fatti illeciti di natura penale a carico degli ex amministratori vicentini, non si è ancora provveduto ad adottare neppure il più prudente ed indolore dei provvedimenti cautelari, quale per esempio il "sequestro del passaporto".
Pur riconoscendo il dott. Cappelleri, che in passato la magistratura vicentina sia stata "tiepida con la banca", il perdurare dell'attuale inerzia può essere interpretato dalla pubblica opinione anche come una forma di sudditanza psicologica da parte degli inquirenti nei confronti d'un personaggio abilissimo nel tessere rapporti (esibendoli) di cordiale familiarità anche con le massime e più alte cariche dello Stato.
Si sottolineano, infine, altri due aspetti:
a) il serpeggiare di una preoccupazione emersa più volte anche sulla Stampa circa l'eventualità di incorrere nella prescrizione a causa del procedere lentissimo dei lavori di indagine. Ciò anche per il fatto che i due soli sostituti dedicati all'inchiesta non sono affatto esclusi da altri compiti e processi, come aveva pubblicamente assicurato lo stesso Capo dell'Ufficio;
b) il mancato ritiro, in via cautelare, del passaporto all'ex Presidente Zonin che ha già annunziato il suo ritorno negli Stati Uniti dopo il recente interrogatorio. Fatto questo che ha creato sconcerto nell'opinione pubblica vicentina e soprattutto nei soci
Infine, nel momento in cui stiamo per completare queste osservazioni è da pochi giorni terminato il secondo interrogatorio dell'ex presidente Zonin. Alla Caserma della Guardia di Finanza erano presenti i due sostituti Pipeschi e Salvadori. Del dott. Cappeleri nessuna notizia. Ci permettiamo di segnalare che la cosa è piuttosto singolare vista la delicatezza dell'indagine e la posizione di dominus del Procuratore. Crediamo che in più di un anno e mezzo di indagini qualche domanda da porre gli dovrebbe essere venuta in mente."
Tutto ciò premesso, valuterà la S.V. se non esista per caso da parte della Procura vicentina una forma della c.d. "inerzia funzionale" tale da giustificare l'avocazione dell'indagine al Suo Ufficio così come previsto dal recente decreto (11/10/2016) della Procura Generale presso la Corte di Cassazione.
Non gioverebbe certo al prestigio delle Istituzioni nazionali se l'opinione pubblica fosse indotta a ritenere o solo a sospettare che esiste "una magistratura forte con i deboli (caso Ermes Mattielli di Arsiero) ma debole con i forti".
Con osservanza.
Vicenza, 4 aprile 2017
Mittenti:
Prof. Italo Francesco Baldo,
presidente dell'Associazione "Impegno per Vicenza;
Prof. Adriano Verlato,
presidente dell'Associazione "Vicenza Riformista",
Altri firmatari: Gianni Furlan, Luigi Chimento, Francesca Bressan, Alberto Leoni, Salvatore Torre, Nereo Galvanin, Mariano Magnabosco, Ada Strada, Gianni Baldisseri, Rizzato Romano Lotto
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