"No Dal Molin", dibattito al presidio con il sindaco di Napoli Luigi De Magistris
Lunedi 23 Gennaio 2017 alle 08:50 | 0 commenti
A richiamare 700 persone a Vicenza per il corteo di ieri pomeriggio è stato il movimento «No Dal Molin», tornato con il nuovo (temporaneo) Presidio a Ponte Marchese, che oggi (ieri 23 gennaio ndr) alle 18 ospiterà un dibattito con il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. No Tav di Montecchio Maggiore, No Grandi Navi da Venezia, comitati contro l’autostrada Valdastico Nord e la superstrada Pedemontana dal Vicentino e dal Trevigiano, contro la discarica Melagon ad Asiago, la rete Opzione Zero della Riviera del Brenta, oltre alle bandiere del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana, unici partiti: l’elenco delle adesioni è lungo.
Un arcipelago che si è ritrovato sotto l’ombrello del movimento vicentino che non è riuscito a fermare la costruzione della base americana Del Din ma nonostante tutto in questi giorni celebra il suo decennale. Che ha salutato il nuovo presidente Usa, che ha giurato venerdì, con un immancabile striscione: «Stop global war. Trump go home». Qualche metro dopo, i volontari della storica Radio Gamma 5 di Padova ne portano un altro, lunghissimo e in dialetto: «Paroni del mondo gavì toca el fondo». Il corteo parte alle 16 da piazza Matteotti e si dirige a Borgo Berga (oggetto anche di un dibattito nei giorni scorsi al Presidio) attraversando il contestato intervento edilizio all’ex Cotorossi su cui indaga la procura. «La società Sviluppo Cotorossi sappia che siamo pronto a tornare ad occupare – dice Francesco Pavin dei No Dal Molin al microfono ricordando la protesta di ottobre –. Il nostro obiettivo è vedere questo complesso demolito. Questo, come Dal Molin e Pedemontana, è un esempio di territorio sfruttato per arricchire le tasche di pochi a danno di tutti». Da Niscemi, dove i No Muos hanno tentato di impedire la costruzione di un centro satellitare militare Usa, oggi realizzato ma non ancora in funzione e al centro di un processo per abusivismo edilizio, è arrivato l’attivista Fabio D’Alessandro: «Per noi Vicenza è stata un modello – dice –. Ci unisce l’opposizione alle basi militari e non solo: al tribunale di Caltagirone uno degli imputati nel processo per il Muos è Mauro Gemmo, presidente della ditta vicentina Gemmo spa» .
Di Giulio Todescan, da Corriere del Veneto
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