Manovra, norma salva-Marchionne: contratti aziendali e territoriali validi erga omnes
Domenica 14 Agosto 2011 alle 09:10 | 0 commenti
 
				
		
		Rassegna.it  -  Nelle misure varate dal cdm entrano anche gli interventi sul mercato del lavoro. Contratti aziendali e territoriali validi erga omnes. La norma è retroattiva e convalida gli accordi pre 28 giugno. Salve quindi le intese Fiat di Pomigliano e Mirafiori
Era nell'aria. Poi decreto alla mano, ce n'è stata la conferma. Maurizio Sacconi ha tentato il colpo di mano, e ci è riuscito. Il famigerato Statuto dei Lavori era pronto per essere esaminato dal Senato, ma lui è riuscito ad infilarlo nelle pieghe del decreto anticrisi varato dal governo alla vigilia di Ferragosto.		
Contratti aziendali e territoriali validi erga omnes, regole 'di prossimità ': dall'organizzazione del lavoro, agli orari, ai licenziamenti, in deroga ai contratti collettivi nazionali ed anche alle leggi purché non tocchino diritti fondamentali dei lavoratori.
Nelle misure del governo entrano di prepotenza anche le regole della  contrattazione, proprio come voleva Sacconi. Tutto ciò che è  organizzione del lavoro, secondo le norme varate, viene regolato dai  contratti aziendali, anche in deroga al contratto nazionale. "Anche i  licenziamenti", come piace ricordare al ministro del Lavoro.
D'altronde  lo ha detto chiaramente: "Nella manovra c'è il cuore dello Statuto dei  Lavori". Eppure c'era già stato stato il no deciso delle imprese e dei  sindacati, che per bocca di Emma Marcegaglia avevano chiesto di lasciare  le materie sindacali al confronto tra parti sociali.Ma tant'è. 
Nuove  regole generali, dunque, che toccano anche nervi scoperti. C'è chi l'ha  già battezzata "norma salva-Marchionne ". Lo scontro tra Fiat e Fiom  sugli accordi che il Lingotto ha siglato con le altre organizzazioni  sindacali, in effetti, entrano in ballo, eccome, perché la norma  salva-Marchionne ha un effetto retroattivo. Se approvate con un  referendum anche le intese aziendali firmate prima dell'accordo del 28  giugno tra le parti sociali varranno infatti "per tutto il personale". 
Rientrano  in gioco, perciò, anche le inetese per gli stabilimenti Fiat di  Pomigliano d'Arco e Mirafiori che saranno validi anche per gli iscritti  Fiom. La Cgil aveva preventivamente giudicato questa possibilità "una  strada non percorribile": il ministro del Lavoro, aveva sottolineato il  sindacato di Corso Italia, "ha deciso di correre al capezzale della Fiat  cercando di risolvere per legge quello che Fiat non è riuscita a fare  con il suo decisionismo manageriale". 
Ma il ministro del Lavoro  rilancia. E sottolinea che con le nuove norme "il cuore della  contrattazione diventa l'azienda o il territorio": contengono "il cuore  dello Statuto dei lavori in quanto attribuiscono ai contratti aziendali o  territoriali la capacità di regolare tutto ciò che attiene  all'organizzazione del lavoro e della produzione anche in deroga ai  contratti collettivi e alle disposizioni di legge quando non attengano  ai diritti fondamentali nel lavoro che in quanto tali sono inderogabili e  universali". 
Il sostegno alla contrattazione collettiva di  prossimità prevede anche l'incentivo di una imposta sostitutiva al 10  per cento sulle componenti accessorie della retribuzione, come  straordinari e premi di produzione. Dai sindacati, in attesa di studiare  il testo, da prime impressioni trapela preoccupazione per il rischio di  intaccare anche le tutele dell'articolo 18. Così come la possibilità  che l'effetto retroattivo sulla contrattazione aziendale possa avere  aspetti di incostituzionalità.
Le norme approvate, poi, riguardano  anche il collocamento obbligatorio e regime delle compensazioni, ed i  fondi interprofessionali per la formazione continua. Viene poi  introdotto nel codice penale il reato di "intermediazione illecita e  sfruttamento del lavoro", punito anche con la reclusione da 5 a 8 anni.  Ed una norma per "contrastare abusi e utilizzo distorto" dei tirocini  formativi e di orientamento che non potranno durare più di sei mesi  proroghe comprese, saranno limitati a neodiplomati e neolaureati entro  un anno dal conseguimento del titolo di studio. Piccole pezze di  giustizia, insomma, ma lo Statuto dei Lavori c'è tutto, nascosto nelle  pieghe della manovra di Ferragosto.
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