Misure anti-traffico Regioni e Comuni, Thibault: ispirate all'affarismo e al privilegio...
Sabato 2 Gennaio 2016 alle 19:36 | 0 commenti
Riceviamo da Luc Thibault, USB Privato, e pubblichiamo
Con la sua siccità  particolarmente insistente al Nord, ha fatto esplodere l'emergenza smog. L'allarme è stato lanciato dai Comuni non con riferimento all'inquinamento complessivo di città e ambiente ma soltanto con riferimento esclusivo all'alto livello raggiunto dalle micropolveri. Benzene, ossido di carbonio ed altri inquinanti che intossicano stabilmente l'aria non preoccupano per il momento i nostri amministratori locali.
Le polveri fini (particelle di diametro inferiore a un centesimo di millimetro indicate con la sigla Pm10) vengono emesse dai veicoli a motore e dagli impianti di riscaldamento. In condizioni di staticità atmosferica costituiscono una concentrazione micidiale. Per queste polveri l'allarme scatta quando raggiungono i 75 microgrammi per ogni metro cubo d'aria. Torino, Milano, Bologna, Firenze, ed altre città hanno toccato superato o si sono avvicinate, per diversi giorni o settimane, a valori superiori ai 200 microgrammi. Solo quando si sono stabilizzati questi valori presidenti regionali e sindaci hanno tirato l'allarme micropolveri e alzato la bandiera comune della limitazione del traffico inibendo per qualche giorno la circolazione dei veicoli e prescrivendo le targhe alterne.
Bisogna dire subito che i nostri amministratori non si preoccupano della salute dei cittadini bensì degli interessi del traffico. Possiamo dividere in materia di traffico la caterva di amministratoriin due categorie:
a) l'affaristica, che propone come soluzione al caos viabilistico la costruzione di autostrade tangenziali e l'urbanizzazione senza fine del territorio;
b) l'ambientalista, che propone l'incentivazione del trasporto pubblico la fabbricazione di auto ecologiche (macchine a idrogeno, a metano, a Gpl; o elettriche) e la mobilità ciclabile.
Nonostante la diversità delle proposte entrambe si muovono nell'ottica del rispetto del traffico che non è mai messo in discussione. Non solo. In materia si fa anche molta demagogia ambientalista per nascondere gli interessi dei gruppi dominanti. Così, mentre il ministro dell'Ambiente, afferma che la linea del ministero è il trasporto su rotaia e l'uso di motori ecologici, il governo col piano Lunardi ha dato la stura a una gigantesca cementificazione autostradale del paese. Quindi non c'è un provvedimento, assunto dai nostri amministratori, che non sia ispirato da logiche affaristiche e da calcoli discriminatori.
Il busillis è che appena si tocca il traffico spuntano tutti i problemi propri della vita capitalistica: del suo caos, della congestione urbana, della irrazionalità interessata delle varie soluzioni che debbono far correre le cose nel senso del traffico e affidarsi a palliativi. Che il caos del traffico distrugga la vita, che il trasporto privato uccida la mobilità  generando paralisi e spreco; ecc.; tutto questo ed altro non conta; si vanno a cercare sempre soluzioni (targhe alterne, rottamazione, vetture ecologiche, ecc.) che riproducono il problema a scala allargata. E sempre a scapito del lavoro salariato. Pertanto i lavoratori debbono respingere le soluzioni i piani e le nuove imposizioni escogitate dalle giunte (tipo ticket di ingresso) e imporre, in queste condizioni, le proprie esigenze e i propri interessi.
Di conseguenza: 1) non accettare nessuna limitazione al proprio movimento; se si deve andare a piedi a piedi tutti, indistintamente; 2) respingere ogni divieto e ogni balzello allo spostamento dei lavoratori per ragioni di lavoro studio e relazioni sociali; 3) esigere che i trasporti pubblici siano trasporti di persone non carri bestiame, che funzionino in continuità data la flessibilità del lavoro e che siano gratuiti per disoccupati operai pensionati extracomunitari studenti e per tutte le persone con basso reddito o bisognose.
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