Nel tribunale di Paola si disserta, a Praia muore un altro operaio Marlane Marzotto
Venerdi 7 Ottobre 2011 alle 23:02 | 0 commenti
Si è svolta oggi a Paola l'ennesima udienza del processo Marlane Marzotto, di quella vicenda che si può considerare ormai alla stregua di una delle tante telenovele. Come è noto si tratta di una vicenda tragica e dirompente in un panorama per molti versi statico, che tuttavia non ha impedito ad uno sparuto gruppo di lavoratori dello SLAI Cobas d'infrangere quel muro omertoso e connivente che per lunghi anni gli si è parato davanti (foto dell'udienza odierna).
Lungo il percorso ha aderito Medicina Democratica, l'organizzazione nazionale che grazie alla conclamata notorietà non ha bisogno di presentazione. Prologo della seduta - a dir poco vivace - come vuole il rito è stato l'appello, in assenza di tutti gl'imputati in contumacia tranne uno, ovvero il sindaco di Praia a Mare Lomonaco Carlo in duplice veste di parte civile e d'imputato quale ex dirigente e tecnico Marlane. Davvero scarso il pubblico presente in aula, forse perché disaffezionato o perché informato del probabile differimento. Novità della giornata è stata la costituzione dell'ENI quale ex proprietaria del gruppo Lanerossi di cui la Marlane era parte integrante, tirata in causa da alcune parti civili e quindi resistente contro di essi. Ago della bilancia della seduta è stato il forfait di uno degli avvocati della difesa, assente giustificato avendo questi prodotto per tempo la documentazione per il legittimo impedimento, pare improrogabile essendo impegnato nella capitale quale difensore unico in una causa al cospetto del giudice monocratico. A questo punto diventava palese l'improcedibilità e il conseguente rinvio della discussione ad altra data, ipotesi avallata dal Pubblico Ministero a cui si univa uno sparuto numero di patrocinatori della difesa. L'intervento del PM ha fatto infiammare gli animi. La reazione che ne è seguita non è stata scevra di toni concitati e duri, al punto che uno degli avvocati ha chiesto al giudice di rimettere il verbale odierno e quello precedente alla procura generale di Catanzaro competente per territorio. Il batti e ribatti si è protratto a lungo, suscitando la presa di posizione del giudice che ha minacciato di prendere provvedimenti seri nei confronti del "ribelle". E' tornata la quiete solo ad esaurimento della filippica di censura, ritenendo il comportamento del legale in contrasto con le norme processuali. Puntuale giunge la replica del PM che conferma il suo pensiero e, al termine di un breve intervallo, trova la condivisione del giudice il quale rinvia al 28 ottobre l'udienza prevista per oggi. E la storia continua... La cosa triste è che, mentre gli avvocati - tanti, circa una cinquantina - indossata la toga presenziavano vanamente nell'aula penale del tribunale di Paola, giungeva notizia che a Praia a Mare stavano affiggendo l'ennesimo manifesto listato a lutto per l'ultimo, in ordine temporale, ex dipendente Marlane deceduto: era stato il responsabile tecnico del reparto filatura.
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