Marzotto: nessuna preoccupazione per i lavoratori
Martedi 6 Novembre 2012 alle 14:16 | 0 commenti
L'abbiamo abbiamo riportata, pensiamo, per primi o tra i primi sui media web locali la notizia del mega sequestro ai Marzotto e non solo di beni personali per 65 milioni di euro. Ma a scanso di ... equivoci ricordiamo il succo della notizia di ieri citando il GdV di oggi a firma Diego Neri.
«Un'evasione fiscale da 65 milioni di euro. È quella contestata dalla procura di Milano alle famiglie Marzotto-Donà Dalle Rose, che da decenni costituiscono un sodalizio imprenditoriale fra più forti e solidi nel mondo del tessile e della moda a livello internazionale. L'ipotesi investigativa - che i diretti interessati negano con forza - ha portato, lunedì scorso, al sequestro per equivalente dei beni non solo della loro fiduciaria lussemburghese, ma anche degli stessi indagati. Sigillata, ad esempio, la storica villa Trissino Marzotto a Trissino, dimora di Giannino, oltre ad appartamenti, case, terreni e partecipazioni societarie...»
Ora (a parte l'uso del termine «sodalizio», che l'avessimo usato noi ...) se sono preoccupati i «sequestrati», che per discolparsi avranno modi e tempi adeguati, che magari ora si augureranno non decennali come per il processo Marlane Marzotto, la notizia dovrebbe tranquillizzare sindacati e lavoratori: nessun bene aziendale è stato messo sotto sequestro, ma solo proprietà personali per cui aziende e lavoratori possono dispiacersi delle, fino a prova contraria, momentanee, perdite dei loro "padroni", ma non devono temere nulla per investimenti e posti di lavoro.
Se anche, come sicuramente può essere, i profitti personali dei Marzotto & c.  sono andati lecitamente all'estero, certamente non erano destinati a investimenti in corso e programmati in Italia. Altrimenti perchè ne sarebbero usciti?
Tranquilli, quindi, sindacati dei lavoratori (quelli che almeno hanno parlato, silenti a parte, i più) e partiti (quelli che temono e quelli che condannano, silenti a parte, anche qui i più): se dovete biasimare, ferma restando la presunzione di innocenza, eventuali raggiri e frodi di chi guadagnerebbe qui per poi godere nei paradisi fiscali, fatelo a voce alta.
Senza agitare i fantasmi di timori per l'occupazione che sanno tanto di preventiva difesa di classe. L'altra.
A meno che anche i Marzotto, a differenza dei vicini Mastrotto che, pescati, hanno concordato col fisco senza rappresaglie, non facciano come i Marchionne: «ci hanno punito e allora licenziamo!».
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