Marlane Marzotto: la storia infinita
Sabato 25 Giugno 2011 alle 00:08 | 0 commenti
Oggi un'ulteriore udienza presso il tribunale di Paola, anche questa conclusasi con un nulla di fatto. L'appello nominale ha fatto registrare la presenza dei soli imputati Lomonaco e Cristallino, mentre per i restanti undici il presidente ne ha ravvisato la contumacia. Com'era facilmente prevedibile, la discussione si è aperta con le eccezioni di rito sulle notifiche viziate, a detta degli avvocati della difesa, da alcune irregolarità e tra queste l'invito a comparire inoltrato congiuntamente a due diversi destinatari (foto aula di oggi di Alberto Cunto per VicenzaPiù).
Dopo le notifiche carenti di documentazione che ha determinato il rinvio del 19 aprile, ora assistiamo a questa ulteriore stranezza, una situazione a dir poco kafkiana. Ovviamente la discussione tra i banchi è diventata ingestibile e il differimento dell'udienza è apparso assolutamente inevitabile. Lo stallo è stato superato grazie al presidente Domenico Introcaso il quale, dopo una breve interruzione, ha deciso di reiterare le notifiche per Favrin e Bosetti oggetto della palese irregolarità , disponendo nel contempo di procedere ritenendo validi i restanti atti. La fase successiva è stata improntata alla verifica della regolarità nella costituzione delle parti civili, sia di quelle pregresse che di quelle recenti, per le quali il collegio dei giudici si è riservato di decidere previa un'attenta valutazione della documentazione prodotta in forma aggiornata. Di rilievo la lettura in aula di un fax fatto pervenire dal comune di Scalea col quale, sconfessando il proprio mandatario, chiedeva di ritirare la propria costituzione presentata con enfasi soltanto un attimo prima. Esaurita la procedura il giudice ha deciso di aggiornare l'udienza al 7 ottobre, fissando al 16 settembre il termine ultimo per ulteriori costituzioni e per quelle da aggiornare. L'impressione che se ne ricava e quella dell'estrema rilassatezza, non sappiamo se per il clima prettamente estivo o per motivi difficilmente decifrabili. Tuttavia preoccupa e non poco la dilazione dei termini, come se non bastassero i tredici anni trascorsi dalle prime denunce sporte dallo Slai Cobas. Anche il tentativo tardivo di coinvolgere nel processo l'ente di stato ENI, già proprietario della Marlane con la Lanerossi, potrebbe portare all'ulteriore quanto deleterio slittamento temporale. Eppure le prescrizioni incombono e gravano sui tanti che forse illudendosi hanno creduto ed ancora hanno fiducia nella nostra giustizia, spesso gente indifesa che in famiglia si è dovuta confrontare giornalmente con gravi patologie invalidanti e spesso dall'esito mortale.
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