Morti Marlane Marzotto: Pm chiede condanne per 61 anni di carcere, 6 per Pietro Marzotto
Domenica 21 Settembre 2014 alle 11:44 | 0 commenti
Da miocomune.it
Processo Marlane Marzotto chieste condanne per 61 anni di carcere. Ieri i Pubblici ministeri, Maria Camodeca e Linda Gambassi hanno fatto la requisitoria, durata circa otto ore chiedendo pene che variano dai tre ai dieci anni. Quella più alta è stata chiesta per l'ex sindaco di Praia a Mare, Carlo Lomonaco. Per il "patron" della fabbrica, l'industriale Pietro Marzotto, l'accusa chiede la reclusione a sei anni. All'inizio dell'udienza è intervenuto anche il procuratore capo, Bruno Giordano (nella foto l'aula del Processo Marlane al tribunale di Paola, Cz).
Un accenno all'iter processuale, "recuperato in un momento in cui languiva". Il Procuratore ha detto che si assumeva le responsabilità delle richieste fatte in udienza anche dai Pm Camodeca e Gambassi. Il presidente Domenico Introcaso ha ascoltato con attenzione le circa otto ore di requisitoria dell'accusa. L'accusa ha chiesto l'assoluzione di Ivo Comegna, per i reati contestati, per non aver commesso il fatto. Per l'ex sindaco di Praia a Mare, responsabile del settore tintoria e poi dirigente della fabbrica, Carlo Lomonaco, è stato chiesto il riconoscimento di responsabilità per i reati relativi all'omissione dolosa di cautele sul lavoro e disastro ambientale limitatamente alle malattie e agli infortuni di quindici operai. La richiesta è di 10 anni di reclusione.
Per l'industriale Pietro Marzotto, 6 anni di reclusione. Lamberto Priori, per l'accusa, dovrebbe essere condannato alla pena di 7 anni e 6 mesi. Silvano Storer 5 anni; stessa richiesta per altri ex dirigenti della fabbrica praiese: Antonio Favrin e Jean De Jagher; anche per questi ultimi l'accusa chiede la reclusione a 5 anni. Per Attilio Rausse la pena richiesta è di 3 anni di reclusione. Lorenzo Bosetti 5 anni. Vincenzo Benincasa, 8 anni di reclusione. Per Salvatore Cristallino 3 anni di reclusione. Giuseppe Ferrari, 3 anni e 6 mesi. Vi sono poi diverse richieste di assoluzione con la formula "Perché il fatto non sussiste" per tutti gli imputati e con riferimento alla posizione di alcuni lavoratori. E' subentrata l'assoluzione per estinzione del reato per intervenuta prescrizione in relazione alle malattie ai danni di di alcuni lavoratori, così anche per il reato del disastro ambientale.
Si torna in aula il prossimo 3 ottobre, con l'intervento delle Parti civili. Il giorno dopo è previsto l'intervento dei responsabili civili: Ministero, Marzotto, Eni, Regione. Poi gli avvocati degli imputati.
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