Mafia, una questione nazionale. Ma non solo. Meeting a Isola con Borsellino, Guidotto e Lillo
Mercoledi 15 Dicembre 2010 alle 23:36 | 0 commenti
La mafia è un fenomeno che lacera il territorio, la popolazione e favorisce l'economia criminale a scapito di quella legale. Per questo motivo «la trattativa intavolata da pezzi dello Stato con Cosa Nostra all'inizio degli anni '90» è una ferita che non si è ancora rimarginata. È questo il succo dell'incontro organizzato ieri sera ad Isola Vicentina dal comune in collaborazione con l'associazione "Isola Insieme". Al dibattito ha partecipato come relatore Salvatore Borsellino, il fratello del magistrato Paolo, ucciso nella strage di via D'Amelio. Con lui il giornalista Marco Lillo de il Fatto Quotidiano, esperto di fenomeni mafiosi e Enzo Guidotto, responsabile dell'Osservatorio Veneto sui fenomeni mafiosi.
La serata si è svolta davanti ad una platea gremita, con trecento persone che hanno occupato tutti i posti del primo livello al teatro Marconi.
In prima battuta Lillo ha spiegato diversi retroscena della cosiddetta trattativa Stato Mafia e ha spiegato la pervasività delle organizzazioni nel penetrare anche il tessuto economico del Nord Italia, meta prediletta per il riciclaggio del denaro.
Borsellino da parte sua ha messo in luce alcuni elementi precis soprattutto in riferimento a presunte responsabilità degli ex guardasigilli Giovanni Conso e Claudio Martelli. Un affondo particolare Borsellino poi lo ha riservato «ai servizi segreti deviati» e in particolare all'ex Sisde. Altra bordata è finita all'indirizzo dell'ex ministro degli Interni Nicola Mancino, indicato come possibile conoscitore «della trattativa scellerata» in atto col potere mafioso. Trattativa che in qualche maniera avrebbe avuto il placet di apparati in seno all'establishment degli Stati Uniti.
Guidotto invece si è concentrato sulle infiltrazioni delle cosche, italiane e straniere, nel Veneto. Ha citato episodi in varie parti della regione, a partire dal Veneziano e dalla provincia di Padova. Ha poi fatto un pesante riferimento a Danilo Preto, attuale presidente del Vicenza Calcio e accusato dalla magistratura siciliana di avere custodito beni che fanno capo ad uno dei più potenti clan dell'isola: i Lo Piccolo. Sempre Guidotto, anche su sollecitazione del pubblico, ha duramente bacchettato Paolo Pecori, procuratore reggente a Vicenza. Motivo della reprimenda? La sua possibile incompatibilità con la carica «in ragione del fatto che il figlio e la figlia esercitano la professione di avvocato» nel medesimo distretto giudiziario.
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