Libia, Giappone, Onu e petrolio
Venerdi 18 Marzo 2011 alle 18:52 | 1 commenti
La rivoluzione dei libici disperati dopo decenni di oppressione arriva alle porte di Tripoli, Gheddafi sembra in gabbia, l'Onu condanna a parole ma tentenna nei fatti. Gheddafi con i suoi petrodollari e le sue truppe riprende fiato e territori, sbandiera a sua "difesa" la minaccia all'occidente di Al Qaeda, aggredisce buona parte del mondo verbalmente, tra cui in particolare l'Italia dell'amico di tenda e di anello Berlusconi.
E ne blandisce, il resto in particolare Cina e India, col suo petrolio quando le compagnie occidentali lasciano il paese. Nel frattempo il Giappone è colpito da un'immane tragedia e con lui è ferita a morte la lobby delle centrali nucleari. Il petrolio si impenna di prezzo e serve sempre di più, questa è l'unica certezza della tragedia nipponica in cui i morti non contano per molti di quelli che ... contano. Â
L'Onu, da ieri, dopo l'ultima esplosione a Fukushima, e con l'Onu e i paesi del mondo intero, mai prima d'ora così "Nazioni unite", danno il via libera alla risoluzione per attaccare la Libia. Per soccorrere gli insorti, dopo giorni da spettatori? O per il suo petrolio? Iraq docet, L'Iraq insegna. Gheddafi non aveva previsto il Giappone. E neanche l'Onu. Male per Muhammar Gheddafi, in casa però, perchè non mancheranno accoglienti paradisi per lui e famiglia. Bene per i soliti noti. Le sette sorelle e un po' di più.
Giapponesi e libici, quelli che a milioni stanno a dir poco soffrendo? Un dettaglio di cui qualcuno si occuperà in futuro. Come ad Haiti?
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