L'emendamento Santini alla finanziaria per i soci disastrati di BPVi e Veneto Banca, confronto di valutazioni con Riccardo Rocca: gonfiare le cifre del danno non è costruttivo
Lunedi 27 Novembre 2017 alle 23:01 | 0 commenti
Pubblicato alle 18.58, aggiornato alle 23.01. Siamo in attesa che venga alla luce la legge finanziaria con l'annunciato emendamento a favore dei soci disastrati di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca per i quali la maggioranza ha proposto un emendamento che per le vittime dei reati finanziari istituisce un fondo di circa 300 milioni di euro (in uno o più anni, con quali coperture esatte, a vantaggio di chi ancora non è chiaro) mentre le varie minoranze, tra cui quella dei pentastellati con in testa Enrico Cappelletti e dei leghisti guidati da Erika Stefani e Filippo Busin, puntano alla cifra di 4 miliardi, i primi attingendo in vario modo dai privilegi delle banche, i secondi dai fondi per l'immigrazione.
Per valutare la situazione e le cifre in ballo ci siamo confrontati con Riccardo Federico Rocca, dello studio legale Rocca, di cui, da commercialista e revisore dei conti, è partner con il fratello, avv. Andrea Rocca, e con svariati altri professionisti specializzati in diritto civile e societario, dal 2007 anche in diritto finanziario e, in particolare, nel settore della tutela degli investitori danneggiati da false comunicazioni rese da società di capitali come bel caso di BPVi e Veneto Banca.
Dr. Rocca, gli emedamenti più "pesanti" forse sarebbbero più commisurati al danno subito, ma è probabile che alla fine passi al massimo l'emendamento della maggioranza a prima firma Giorgio Santini, seguito da quelle di Laura Puppato e altri, più contenuto nelle cifre e abbastanza incerto per le modalità di accesso al fondoÂ
Ho letto l'emendamento proposto e mi è sembrato abbastanza ragionevole per cui non condivido l'acrimonia con la quale è stato accolto da alcuni settori delle associazioni. Il punto di partenza è saper distinguere chi è stato vittima di una truffa, e che in quanto tale ha diritto al risarcimento, da chi ha destinato i propri risparmi a un settore - quello bancario - che è entrato in crisi dopo il fallimento di Lehman Brothers e quello che ne è seguito a livello internazionale.
Chi è sicuramente truffato?
A mio avviso hanno titolo per sentirsi davvero truffati solo coloro che hanno acquistato azioni di Veneto Banca e di BPVi a partire dal 1° gennaio 2012 fino al 2015. In questo periodo sono state acquistate - tra le due banche - in complesso azioni per circa cinque miliardi di euro. Circa 1,5 miliardi di euro erano frutto di operazioni baciate pure, che tendono pertanto ad annullarsi, e alcune centinaia di milioni erano relativi ad acquisti fatti da società oggi in via di fallimento o già fallite come la Vimet, che pertanto non restituendo i finanziamenti ricevuti generano un danno a carico delle banche venete che più che compensa la perdita che segue l'azzeramento del valore delle azioni in loro possesso.
Lei sta dicendo che dei 5 miliardi truffati circa 2 non vanno messi in conto come soldi da restituire
Sì. Dei tre miliardi di azioni restanti, i titolari del 70% di azioni, per un controvalore di circa 2.1 milairdi, ha accettato l'offerta transattiva, e, per quanto l'insistenza dei funzionari preposti a promuoverla possa essere stata per alcuni fuorviante, è certo che la decisione di firmare la transazione è stata assunta dalla maggior parte degli azionisti nella piena consapevolezza di quanto la medesima avrebbe comportato.
E quindi?
Quindi gli importi da destinare ai veri truffati, se ipotizzassimo un recupero del 100%, si aggirano sui 900 milioni di euro. L'idea di impostare un fondo con una dotazione di partenza di qualche centinaio di milioni che potrà sempre essere integrato da un successivo governo non mi sembra pertanto disprezzabile. In queste iniziative il difficile è infatti la partenza. Una volta che si dispone dello strumento diventa più agevole alimentarlo.
Dr. Rocca, il terzo comma fissa che "il Fondo e' finalizzato al soddisfacimento, in tutto o in parte e proporzionalmente, dei crediti risarcitori di azionisti ed obbligazionisti subordinati delle due banche venete BPVI e Veneto Banca, che abbiano perfezionato l'insinuazione dei propri crediti al passivo della liquidazione coatta amministrativa e tali siano stati accertati nello stato passivo". Questa condizione non potrebbe escudere di fatto proprio gli azionisti se, in base anche ad alcune letture di normative in merito all'insinuazione al passivo, non venissero identificati come soggetti aventi diritto all'insinuazione stessa?
In effetti affinchè la domanda di insinuazione al passivo sia accolta è necessario che sia fondata. E puo' essere fondata la domanda di chi ha acquistato in piena costanza di false informazioni (ovvero dal 2012 al 2015), non ad esempio chi possedeva le azioni dal 2.000 o le ha ereditate, o le ha ricevute in concambio, per i soci Veneto Banca, delle azioni di Banca Popolare di Intra. Quindi il primo passo è il riconoscimento di un diritto, e il potere di giudicare sulla sussistenza del diritto segue la procedura della liquidazione: insinuazione al passivo e in caso di rigetto, opposizione allo stato passivo affinchè sia l'autorità giudiziaria a esprimere il proprio parere. Il secondo assunto a base della costituzione del fondo specifico per le vittime delle truffe è che chi sarà ammesso al passivo della LCA come creditore chirografario (il credito chirografario, nel codice civile italiano, è quel tipo di credito che non è assistito da alcun tipo di garanzia reale) nulla riceverebbe, altrimenti, dalla liquidazione degli attivi che si presuppone già essere insufficienti, o comunque riceverebbe un importo inferiore al credito vantato.
Le sembra tutto chiaro allora?
L'aspetto non comprensibile della proposta è la fase operativa ovvero il ricorso all'Autorità Nazionale Anti-Corruzione che si avvarrà di una Commissione etica di conciliazione per definire criteri di valutazione di priorità tra le richieste.
Perchè non è comprensibile quanto sembrerrebbe tranquillizzante per i soci già colpiti da chi ha abusato della loro buona fede?
Innanzitutto non stiamo trattando di corruzione ma di truffe, in secondo luogo una commissione etica di conciliazione è un organo sconosciuto al diritto la cui istituzione richiederà tempi biblici e che impedirà concretamente il pagamento di alcun importo agli aventi diritto.
E allora?
Il Fondo non dovrà gestire in maniera discrezionale gli importi disponibili, ma ripartirli in maniera proporzionale tra tutti gli aventi diritto, sulla base di procedure automatiche. Diversamente è inutile.
Capisco, dr. Rocca, ma non mi si toglie dalla testa che la condizione di definitiva ammissione al passivo, oltrechè lunga da ottenere, mentre molte sono persone anziane e molto anziane quelle che dovrebbero ottenerla a fronte anche di ulteriori costi procedurali, possa essere domani quella che, non verificandosi, potrebbe impedire la reale efficacia del fondo dopo aver in qualche modo tarpato le ali alla protesta in fase pre elettorale
Comprendo i suoi dubbi. Peraltro da un punto di vista tecnico, è inevitabile un passaggio di verifica che certifichi l'esistenza del diritto. Diversamente si ricade nella scelta dell'offerta transattiva che ha riconosciuto il 15% dell'importo destinato all'acquisto di azioni a tutti indistintamente a partire dal 1° gennaio 2007. Nel caso di specie, poichè vi è già un organo costituito presso la Consob con il compito di dirimere questa tipologia di questioni, potrebbe essere il medesimo a essere delegato a decidere chi abbia diritto al risarcimento, porre l'onere di pagamento a carico del fondo interbancario e surrogare l'investitore nella insinuazione al passivo.
In conclsione quale è la sua valutazione finale sulla strada indicata dall'emendamento Santini Puppato e altri?
La mia riflessione sull'emendamento intende distinguere i due temi, l'uno relativo all'ammontare stanziato e il secondo alle procedure. Fondare le critiche sull'esiguità dell'ammontare di 150 milioni per ognuna delle due banche venete ora in LCA a fronte di un asserito ammontare risarcitorio di 4 miliardi di euro non mi sembra costruttivo in questa fase perchè chi parla di quattro miliardi volutamente falsa le cifre, e tanto più grande si presenta il problema tanto maggiore si radica il convincimento, nei politici, che il problema è irrisolvibile e pertanto è inutile neppure iniziare a risolverlo.
Invece più costruttivo mi sembra sostenere: (i) che i risarcimenti dovuti sono nell'ordine di non oltre un miliardo di euro, per circoscrivere il problema; (ii) chiedere di non essere ingannati sulle procedure; (iii) attribuire all'arbitrato Consob di verificare il fondamento delle richieste; (iv) porre a carico del fondo interbancario l'onere del risarcimento e (v) prevedere che il medesimo fondo interbancario si surroghi nelle posizioni creditorie nei confronti della liquidazione.
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